La canzone degli Eagles Hotel California è uno dei brani più famosi del mondo. Chi ha analizzato il suo testo ha scoperto molti motivi di interesse inquietanti
In Hotel California, quella che è certamente la canzone più famosa e conosciuta di un gruppo leggendario come gli Eagles, i motivi di mistero sono davvero tanti.
Nel testo si parla di droga, sicuramente di sesso, di un’iniziazione che diventa la maturazione di un giovane verso l’età adulta. Ma poi si parla anche di coltelli, di un festino, di una bestia che non può essere uccisa e di un check out inutile… Perché tutti sanno che dall’Hotel California, non ci si può allontanare definitivamente.
Parlare di una canzone come Hotel California è estremamente complicato perché il brano ha mille motivi di mistero e di incertezza intorno al modo in cui fu concepita e scritta.
Tra le sue righe di testo si cela un vero e proprio giallo. Ma partiamo da un dato fondamentale. È una delle canzoni più famose mai scritte, inserita in alcuni album tra i più venduti del mondo (tra il disco eponimo, Eagles Live e i Greatest Hits siamo intorno ai 100 milioni di copie). È uno dei brani più suonati e interpretati del mondo e qualsiasi chitarrista prima o poi ha provato l’assolo scritto da Joe Walsh e interpretato insieme al compianto Glenn Frey.
Ascoltare Hotel California è un trip. La canzone parla di un’iniziazione, il passaggio di un ragazzo dall’adolescenza all’età adulta attraverso un pomeriggio di amore e di sesso con una ragazza conosciuta da poco, forse una prostituta, in un albergo demodé e lontano dalle autostrade. L’Hotel California: posto adorabile ma estremamente solitario.
In realtà The Hotel California sta per anche per THC, il metabolita della marijuana, e in quel periodo gli Eagles non si limitavano certo a fumare solo quella. Se il testo descrive minuziosamente alcuni ambienti dell’albergo, tavolini, cristalli e neon, ci sono anche dettagli strani, inquietanti che lasciano capire che la canzone parla anche di droga (Colitas). Ma anche di paradiso e di inferno, di amici che vanno e vengono; alcuni ballano per ricordare e altri per dimenticare. Sono riferimenti indiretti a pusher e clienti, a prostitute e avventori.
“Puoi fare il check out quando vuoi ma non potrai mai andartene” dice il testo che a un certo punto si fa inquietante.
“Nella camera del direttore si sono riuniti per il banchetto, trafiggono la vittima con il loro coltello d’acciaio ma non possono uccidere la bestia”. Alcuni in questo verso hanno letto la simbologia di una setta satanica che era molto attiva nella costa occidentale degli Stati Uniti, quella di Anton LaVey, una sorta di santone dell’occulto che aveva fatto un sacco di soldi abbindolando persone convinte di poter diventare adepti di Satana e avere tutto ciò che volevano.
Forse è affascinante trovare una storia leggendaria dietro qualsiasi canzone leggendaria. Ma una ventina di anni dopo la pubblicazione del brano ecco una notizia sconcertante dagli Stati Uniti. Più precisamente da Paraje che si trovava qualche miglio oltre Laguna, sul vecchio tracciato della 66 che dal New Mexico porta in Arizona. Durante i lavori di ristrutturazione di un albergo, il Motel California, nella camera del direttore hanno trovato il corpo mummificato di una giovane donna, forse murata viva.
Fu aperta un’inchiesta e ancora oggi qualcuno sostiene che fan della band abbiano voluto ricreare l’atmosfera più cupa della canzone con un omicidio e un sacrificio umano. La band, dal canto suo, ha sempre respinto qualsiasi strumentalizzazione spiegando che il testo parla solo di un edonismo desueto e sfacciato.
Un concetto fatto proprio molti anni dopo anche dai Red Hot Chili Peppers di Californication.
Anzi… Don Felder disse Hotel California non fu scritta in California: “La verità è che quando ho cominciato a incidere il brano sulla mia dodici corde – spiega Don Felder, allora nella band – mia figlia di un anno stava dormendo e mi limitai a mugolare qualche parola priva di senso sull’arpeggio di accompagnamento. Ero a casa di mia moglie, in Virginia. Il testo finale lo ha scritto Joe Walsh, che non so onestamente dove fosse”.
Questa esecuzione di Hotel California si riferisce al concerto del 21 marzo 1977 di Largo, Maryland: la band è nella sua versione originale. Don Henley voce e batteria, Glen Frey alla doppio manico, Joe Walsh alla Fender solista, Rendy Meisner al basso e Don Felder alla dodici corde.
Nel frattempo la band ha cominciato dagli Stati Uniti e dal Madison Square Garden di New York quella che sarà la sua ultima tournée mondiale, per ora limitata al Nord America anche se la speranza è che arrivino almeno per un’ultima volta in Europa se non in Italia
Dopo la scomparsa di Gleen Frey, deceduto nel 2016 e sostituito sul palco dal figlio Deacon, la band si ripresenta con la formazione guidata da Don Henley, batteria e voce della celeberrima Hotel California, oltre a Joe Walsh, Timothy B. Schmit e Vince Gill, di rinforzo a un gruppo che non si è mai definitivamente riappacificato con l’ex fondatore Don Felder, soprattutto dopo la causa che ha portato la band e il chitarrista in tribunale nel 2022.
Molta commozione quando Don Henley esce dalla sua batteria per ricordare gli amici e i compagni scomparsi, Glenn Frey e Randy Meisner. Non una parola su Felder.
Seven Bridges Road
Take It Easy
One of These Nights
Take It to the Limit
Best of My Love
Witchy Woman
Peaceful Easy Feeling
Tequila Sunrise
In the City
I Can’t Tell You Why
New Kid in Town
Lyin’ Eyes
Life’s Been Good
Already Gone
Come Monday (Jimmy Buffett cover)
Fins (Jimmy Buffett cover)
The Boys of Summer
Funk #49
Heartache Tonight
Life in the Fast Lane
Rocky Mountain Way
Desperado
Hotel California
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