Con un video pubblicato sui canali social della band, i Bon Jovi annunciano un risultato straordinario a 40 anni dalla pubblicazione di Living on a prayer
Risultato da record per i Bon Jovi che festeggiano on line insieme ai fan un successo storico che dura da oltre quarant’anni.
Quando iniziarono la loro carriera musicale nel New Jersey, erano solo una delle tante hair band anni ’80, caratterizzate da un suono aggressivo e rock. Troppo pop per sembrare metal, troppo duri per essere semplicemente una band commerciale. Eppure funzionò. E a distanza di quarant’anni la loro formula continua a essere un grande successo nonostante qualche cambio di formazione e apparizioni pubbliche e live più diradate.
Bon Jovi, i loro primi 40 anni
I Bon Jovi, festeggiano in questi giorni i loro 40 anni di attività. Dalla piccola sala prove di Sayreville, della quale riusciva a malapena a pagare i conti degli affitti e degli strumenti esibendosi in piccoli club della costa est, sono passati molti anni. Quindici album in studio e molti milioni di copie vendute. Jon Bon Jovi (all’anagrafe John Francis Bongiovi, bisnonni siciliani originari di Sciacca) ha avuto il merito e il coraggio di scommettere su una carriera nel rock and roll.
Quando agli inizi della sua carriera rifiutò la parte di protagonista di Footloose, poi assegnata a Kevin Beacon perdendo anche la canzone del film che fu un grandissimo successo di Kenny Loggins, gli amici gli diedero del pazzo. Ma lui voleva solo andare in giro con la sua band. E questo iniziò a fare con un piccolo van della Ford. Che nel giro di un anno sarebbe diventato un tour bus. E nel giro di tre si sarebbe trasformato in un Jumbo personalizzato per il primo tour mondiale della band.
Autore di quasi tutti i testi del gruppo e di molte delle canzoni di maggiore successo, fu lui a pensare alla storia di Living on a prayer, due personaggi che sembrano usciti dall’album The River di Bruce Springsteen, che John adorava: “Volevo rendere l’idea di una coppia che mette l’amore e il rispetto reciproco davanti a tutto. Una storia americana di provincia come tante altre – racconta oggi – e non mi sono reso conto di avere raccontato la vita di milioni di famiglie…”
Quarant’anni di successi
Living on a prayer insieme a You give love a bad name fu il traino del loro primo album Slippery when wet. Una vera e propria esplosione dirompente che rivelò la band a tutto il mondo e costrinse il gruppo a organizzarsi rapidamente per darsi una dimensione meno americana e più globale. Quarant’anni dopo essere stata pubblicata, Living on a prayer ha festeggiato un miliardo di stream su Spotify.
Un risultato straordinario se si pensa che quando la band registrò questa canzone la musica era lontanissima da qualsiasi ipotesi di una distribuzione digitale e di massa. Ma questa festa è stata l’inizio di una riscoperta del brano che è tornato in forte rotazione sulle radio e in pochi mesi ha totalizzato altri 300 milioni di esecuzioni. Un terzo di quelli che aveva ottenuto in alcuni anni… Un risultato straordinario. Che oltretutto ha ulteriormente trascinato Slippery When Wet e tutte le altre produzioni della band.
Bonjovi, che nel frattempo si dedica con successo anche a un’attività di attore e di produttore, ammette che nulla del genere è nemmeno lontanamente vicino alle sue aspettative di quando cominciò: “Nessuno di noi si sarebbe aspettato nulla del genere, soprattutto che così tante persone di due-tre generazioni dopo la nostra avrebbero cantato le nostre canzoni. Questa è la soddisfazione più grande”.
Vino, famiglia e rock and roll
Nel frattempo Bonjovi cura con successo l’impresa di famiglia portata avanti dal figlio Jesse, 27 anni. Si chiama Hampton Water, ed è un’azienda vinicola interamente dedicata alla produzione di vino rosé. La ditta prende il nome dalla zona residenziale di Long Island dove John portava i suoi figli quando erano piccoli.
L’azienda è un successo. Ma John ne è solo il testimonial: “Per la verità sono solo il primo dipendente a libro paga di mio figlio”, scherza il cantante. E Jesse sembra sapere il fatto suo: “Volevamo un’azienda di famiglia seria, che non fosse un altro capriccio per ricchi. Niente giochi di parole sulle canzoni di mio padre, e niente riferimenti alla band. Vogliamo solo produrre ottimo vino”.
Bon Jovi, 60 anni, ha concluso un lungo tour nel 2022 non escludendo in futuro altri concerti. Nel frattempo, andando contro la norma del rock’n’roll, Bon Jovi conferma la solidità del suo matrimonio con la stessa fidanzata che aveva al liceo, Dorothea, che gli ha dato quattro figli. Oltre a Jesse ci sono figlia Stephanie, 29 anni, e i figli Jacob, 20, e Romeo, 18.