Uno degli album più influenti nella storia del pop festeggia i 40 anni di vita, è She’s So Unusual di Cindy Lauper
Era impossibile non notare Cindy Lauper. In un periodo in cui a farla da padrone erano i video, la sua canzone Girls Just Want To Have Fun aveva tutto per avere successo.
Un ritornello perfetto, un inciso estremamente ruffiano e cantabile, ma soprattutto quel messaggio lontano da posizioni politiche nelle quali la cantante invitava le donne a prendersi una cosa più di ogni altra: il senso del divertimento.
Nel disimpegno degli anni ’80 nulla di più azzeccato. E Cyndi Lauper, nonostante non fosse particolarmente bella e fosse anzi lontanissima dalle dive dell’epoca che trasudavano sensualità, ottenne un successo fenomenale che in seguito ha condizionato tutta la sua vita e carriera. Nonostante molti suoi album successivi fossero decisamente buoni, sicuramente più maturi di She’s So Unusual.
Per Cindy Lauper si spalancarono le porte della classifica. Pubblicato il 14 ottobre 1983, She’s So Unusual arrivò al numero 4 della Billboard Hot 100 e divenne uno degli album più venduti del decennio.
L’album ha anche fruttato a Cindy Lauper il suo primo Grammy come miglior artista esordiente e ha prodotto quattro successi di enorme portata, tutti entrati nella top five: Girls Just Wanna Have Fun, Time After Time, She Bop e All Through the Night.
Un successo molto tardivo per l’epoca, considerando che aveva già trent’anni…
Il dramma per lei fu che negli anni a venire tutti, nonostante la popolarità raccolta anche dalla sua partecipazione a USA For Africa e We Are the World e alcuni dischi splendidi, tutti volessero solo e semplicemente quella canzone, Girls Just Want To Have Fun.
Cindy ne restò da una parte plagiata e dall’altra schiacciata: “Quando hai un successo del genere non ne puoi più scappare. E anche se gli resti profondamente legata, da una parte sei quasi obbligata a fare altrettanto, se non meglio. E dall’altra rimani prigioniera di qualcosa che ti coccola ma che ti stordisce”.
Per molti anni Cindy Lauper ha continuato a incidere musica e girare instancabilmente in lunghe tournee dimostrandosi una interprete versatile, attenta, estremamente abile nell’esplorare atmosfere e dimensioni molto lontane dal pop. Splendidi un paio di album blues. Girls Just Want To Have Fun la continua a cantare…
…e dire che quella canzone nemmeno le piaceva. Non la voleva nemmeno incidere. Per lei, autrice di quasi tutte le canzoni del suo primo album e che era reduce da un discreto successo con la band Blue Angel, la canzone aveva un significato di disimpegno persino eccessivo. Il brano era di Robert Hazard e arrivò direttamente alla numero 2 della Billboard Hot 100.
Oggi la ricorda così: “All’epoca, quando dicevi che le ragazze si divertivano troppo sottintendevi che erano delle poco di buono. Forse abbiamo dato una idea alternativa, una nuova prospettiva. Con gli anni ho rielaborato questa canzone ma anche il suo messaggio. Oggi Girls Just Wanna Have Fun significa un sacco di altre cose”.
Una versione live meravigliosa di Money Changes Everything
Dal 2022 infatti Cindy Lauper ha istituito il Fondo Girls Just Want To Have Fundamental Rights presso la Tides Foundation. Si tratta di un’organizzazione no profit che fornisce sostegno finanziario e assistenza legali a donne che perdono il lavoro, che vengono picchiate dai mariti e che si trovano in situazione di indigenza tale da rischiare l’affidamento dei loro stessi figli ad altre famiglie.
She’s So Unusual fu l’inizio di una carriera straordinaria per Cindy Lauper, che ha venduto più di 50 milioni di dischi ma, soprattutto, è una donna che continua a fare non meno di 100 serate live all’anno. Cindy, newyorchese di Brooklyn che a gennaio ha festeggiato 70 anni, è una delle poche artiste ad aver vinto un Grammy Award, un Emmy Award e un Tony Award, quest’ultimo per Kinky Boots, musical meraviglioso andato in scena a Broadway dal 2013 al 2019.
Per commemorare il 40esimo anniversario di She’s So Unusual la cantante di True Color, altra canzone meravigliosa successiva riproposta da cantanti straordinari come Celine Dion, Barbra Streisand, Phil Collins e persino Frank Sinatra, darà alle stampe un vinile blu in edizione limitata.
Quest’anno il suo documentario Let the Canary Sing, è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival. Un film splendido, diretto dalla regista di Laurel Canyon Alison Ellwood.
Canary, canarino – non solo per via della voce ma anche dei suoi capelli color giallo-Titti – era il suo soprannome. La soprannominarono così quando si proponeva come cantante delle Blue Angel nei club facendo di giorno la commessa in un negozio di vestiti usati, lo Screaming Mimi’s. Dove di tanto in tanto il titolare, visto che lei cantava a squarciagola le canzoni che passava la radio, urlava… ‘lasciate cantare il canarino…!’.
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