Tra tutti i problemi legali di Donald Trump potrebbe essercene un altro di non poco conto, e riguarda i Village People
Probabilmente i ragazzi della Generazione Z li ballano in discoteca, perché i loro brani funzionano ancora oggi, senza neppure sapere chi siano. Ma i Village People sonok un’autentica istituzione, un monumento fondamentale della happy music anni ’80.
La discodance senza di loro non sarebbe stata la stessa. Non solo. I Village People con il loro messaggio molto trasversale hanno stretto l’America che voleva divertirsi in un primo tentativo di movimento arcobaleno.
Inizialmente in sei, i Village People dovevano rappresentare il melting pot americano. Ognuno dei sei membri fondatori rappresentava una delle realtà istituzionali americane: e dunque un cowboy, un operaio, un cop – un piedipiatti – di colore, un nativo americano, un biker e un militare. Tutto molto politically correct: anche perché la band, molto trasversale anche in fatto di gusti sessuali, diventò un simbolo per tutta la comunità gay.
La band è ancora attiva. Pur tra mille difficoltà. Ci sono state cause legali tra i fondatori, i componenti di rimpiazzo, la società editrice. Un paio dei componenti della band hanno avuto problemi legali molto seri.
Eppure i Village People sono una delle band più “saccheggiate” da scalette, premiazioni, manifestazioni sportive ed eventi pubblici. Un fatto questo che alla band, o meglio a quello che ne resta, non piace. I Village People, 15 dischi di enorme successo con una popolarità immensa tra il 1977 e gli anni ’90 prima di un lento declino.
Della band originale sono rimasti solo in due: Felipe Rose (l’indiano, che non è nativo americano ma portoricano) e Alex Briley (il soldato). Il gruppo ha cambiato formazione spesso tra abbandoni, uscite di scena e ritorni. Il vecchio leader, Victor Willis (il poliziotto), voce solista e autore di numerose delle canzoni di maggiore successo del gruppo, è stato sostituito da Ray Simpson.
Ma di fatto i Village People cantano e suonano ancora le canzoni scritte da Willis che da tempo continua a guadagnare molto con le royalty, anche se non suona più con la sua vecchia band da almeno una quarantina d’anni. In realtà il legame tra i Village People e il loro ex solista è ancora molto solido considerando che la moglie del cantante, un avvocato, ha lavorato anche come manager del gruppo.
Tempo fa Willis è andato su tutte le furie quando ha visto Donald Trump ballare sul palco di un suo comizio nella residenza di Mar-A-Lago sulla musica di Macho Man mentre numerose persone ballavano e cantavano truccati proprio come i Village People, inquadrati dalle telecamere. In pratica… era una cover band. Che si esibiva senza alcuna autorizzazione.
Willis e la moglie hanno scritto una lunga lettera all’avvocato di Donald Trump Joe Tacopina. Quella che si definisce cease and desist, cessare e desistere.
“Molti fan, e anche il pubblico in generale, credono erroneamente che l’attuale Village People abbia autorizzato l’esecuzione del brano – scrive Willis – ma non è così”. Citando il Lanham Act che tutela la proprietà del copyright, Willis ha chiesto a Trump di non suonare più la sua canzone. Anche perché da un punto di vista politico l’ex Village People è schierato esattamente dall’altra parte… Non solo. Ma Donald Trump, è istituzionalmente contro tutte le argomentazioni sui diritti della comunità LGBTQì dei quali Willis e i Village People sono sostenutori da almeno quarant’anni.
Non è la prima volta che Willis protesta nei confronti di Trump che in passato aveva fatto suonare nei suoi comizi anche Y.M.C.A.
Anche per questo Victor Willis nel giugno 2020 si è schierato apertamente contro Trump in occasione di una manifestazione contro l’ingiustizia razziale e sessuale organizzata a Lafayette Square a Washington.
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