La figura quasi leggendaria di Syd Barrett torna d’attualità molti anni dopo la sua tragica uscita dalla scena e dai Pink Floyd
La storia di Syd Barrett è un romanzo e non è certo romanzata. Musicista geniale, paroliere straordinariamente ispirato per quanto sofferto e tormentato. Fondò i Pink Floyd insieme a Nick Mason e Roger Waters dei quali era amico fraterno fin dai tempi della scuola superiori.
David Gilmour sarebbe arrivato solo dopo, quando Barrett ormai era irrecuperabile, in uno stato di psicosi determinato da viaggi con LSD e allucinogeni dai quali non avrebbe mai fatto ritorno. Syd Barrett è morto in solitudine nel 2006 lontano dai clamori del rock e dalla fama del gruppo che contribuì a curare. Viveva nella casa della madre e morì qualche anno dopo di lui. Era in cura da almeno trent’anni per disturbi della personalità e dell’equilibrio emotivo. A ucciderlo però furono le conseguenze di un tumore al pancreas diagnosticato tropo tardi.
Del contributo di Syd Barrett alla produzione dei primissimi Pink Floyd si è scritto moltissimo, così come del suo rapporto davvero molto speciale ed esclusivo con Roger Waters, al quale il bassista ha dedicato gran parte del suo ultimo tour, This is not a Drill.
“Anche io ho corso il rischio di perdermi – ha detto Roger Waters a Milano – e se non mi sono perso definitivamente è stato solo perché era troppo il dolore di avere perso qualcuno che non era nemmeno morto, e non ho mai più ritrovato”. Dai problemi mentali di Syd Barrett e alla sua singolare esperienza artistica sono dedicati molti dei capolavori scritti da Roger Waters e numerosi segmenti di The Wall il cui protagonista – Pink – vive in una costante distorsione dalla realtà tra allucinazione e manie di persecuzione.
A Syd Barrett è dedicato il docufilm Have you got it yet, così come il titolo di una canzone che Barrett aveva scritto senza averla mai pubblicata.
“Ci sono alcune persone che hanno una sorta di debolezza, come un interruttore che rischia di essere acceso, e se quell’interruttore funzionerà purtroppo spariranno senza mai tornare del tutto” dice David Gilmour anche lui amico di Barrett, nel trailer del documentario.
Il film è stato diretto da Roddy Bogawa e dal grande illustratore Storm Thorgerson, che aveva concepito copertine iconiche dei Pink Floyd come quelle per The Dark Side of the Moon e Wish You Where Here. Thorgerson è scomparso dieci anni fa.
Tra le numerose interviste realizzate nel film Pete Townshend degli Who, Graham Coxon dei Blur, Andrew VanWyngarden degli MGMT oltre agli ex manager dei Pink Floyd Peter Jenner e Andrew King, il drammaturgo Tom Stoppard e la sorella di Barrett, Rosemary Breen.
Have you got it yet, presentato in anteprima giovedì all’Everyman King’s Cross di Londra, in distribuzione dal 15 maggio.
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