Sono trascorsi 40 anni dalla prima pubblicazione degli Wham!, una delle band più iconiche degli anni ‘80
Quarant’anni. Anzi… 41. Perché quando la band entrò per la prima volta in classifica, finì per trascinare al successo anche il suo primo singolo che inizialmente era passato quasi completamente sottotraccia. Gli Wham! rappresentano moltissimo di quella gioia di vivere, di quell’edonismo degli anni ’80 che in un certo qual modo ha contribuito in modo deciso anche a imporre un pop che rivoluzionò il suono delle radio e delle discoteche di quel periodo.
Il 40esimo anniversario della band sarà celebrato con l’uscita di The Singles: Echoes From The Edge Of Heaven annunciato in uscita il 7 luglio.
Si tratta del primo cofanetto multiformato (digitale, CD e vinile) per il duo composto da Andrew Ridgley e George Michael. Un prodotto di lusso che comprende anche una custodia per il trasporto delle edizioni speciali da 7” in vinile a cominciare dal primo singolo, Bad Boys.
Ci sono tutti i singoli che hanno reso famosa la band, da quelli degli esordi – come Club Tropicana e Wake Me Up Before You Go-Go fino a Last Christmas, Everything She Wants – il brano che aprì il loro ultimo concerto a Wembley prima dello scioglimento, fino a I’m Your Man!
In uscita anche il documentario prodotto da Netflix e annunciato per il 5 luglio. Da qualche giorno la band è sbarcata anche s TikTok con un account ufficiale ribattezzato Club Tropicana, tentativo di portare il loro pop a un pubblico del tutto nuovo e trasversale.
Andrew Ridgley è rimasto la testimonianza storica degli Wham! dopo la prematura scomparsa di George Michael… stroncato nella notte di Natale del 2017 da un improvviso malore. In realtà il cantante soffriva da tempo di problemi epatici e cardiaci non completamente diagnosticati né curati.
Ridgley ha parlato dell’amico che conobbe sui banchi di scuola in una recente intervista a CBS Morning: “Contrariamente a quello che molti pensavano io e George siamo sempre rimasti estremamente uniti anche dopo la fine della band. Lui adorava fare musica, io meno. Indiscutibilmente lui aveva talento, io meno. Lui era estremamente professionale e scrupoloso. Io per nulla. A me piacevano le macchine veloci, la moda, le belle donne. Lui ha dedicato tutta la vita alla musica. Io non avrei mai potuto né saputo fare la vita che ha fatto lui. Eravamo l’uno il completamento dell’altro. Ci piacevano le cose che facevamo da ragazzi. L’ultima volta che ‘l’ho visto abbiamo giocato a Scarabeo. Voleva rifarsi di una sconfitta della settimana prima. Sono queste le cose che mi mancano di più. Oltre a quelle che facevamo quando eravamo sconosciuti e senza un penny. Nessuno si sarebbe aspettato un successo del genere. Sono felice che i ragazzi delle nuove generazioni possano in qualche modo capire e apprezzare quello che siamo riusciti a realizzare partendo da zero”.
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