Deborah Harry, la leggendaria cantante dei Blondie, è tornata sul palco e annunci un nuovo tour
Chi scrive, quasi dieci anni fa (3 settembre 2014), ha avuto il privilegio di conoscere Deborah Harry. I Blondie arrivavano per la prima volta in Italia rilanciati dal successo del singolo Maria, immediatamente cannibalizzato dalle radio e da alcuni film.
Visti a Londra quattro volte in tre decenni, non erano mai arrivati fin qui. E per l’occasione avevano concesso addirittura un breve incontro con la stampa prima di un bagno di folla mostruoso in un locale che si è dimostrato limitato per le migliaia di persone che li aspettavano da anni.
Due domande. Alla seconda (‘si rende conto di essere il metro di paragone della sensualità femminile per milioni di uomini di almeno tre generazioni?’) la signora Harry si toglie gli occhiali da sole e mi guarda fisso negli occhi: “Uhm… questa è una responsabilità immagino. Ma io non mi sono mai atteggiata. Mi hanno sempre detto che sembravo una stronza arrogante. Magari lo ero. Tu cosa dici’?”
A distanza di nove anni Deborah Harry ha 77 anni e rimane un personaggio di grandezza straordinaria. Sul palco e sotto. A Coachella, di fronte a figli di gente che ai tempi di Call Me non era nemmeno nata, si staglia sul palco come un monumento. La voce è più recitata che cantata ma la si ama anche per questo: per la sua capacità di essere oltre l’immagine e la sua estensione vocale.
In un set di poco meno di un’ora i Blondie incendiano il festival di Coachella proponendo una fucilata di classici strepitosi sui quali c’è spazio anche per la comparsata di Nile Rodgers (Chic) che li accompagna alla chitarra per uno dei loro primi classici, Backfired (1981) e la vertiginosa Rapture.
Il concerto si chiude con Heart of Glass, Atomic e Dreaming, una delle più belle canzoni rock mai scritte, un esercizio creativo stratosferico tra punk e new wave elettronica. Clem Burke, visto recentemente dietro la batteria con le Go-Go’s, si conferma uno dei più grandi drummer sulla faccia della terra. E lei… beh. Lei sarà anche stronza e un po’ arrogante: ma resta una donna di fascino ammaliante.
Lo scorso agosto i Blondie hanno pubblicato un cofanetto del loro catalogo, Blondie: Against The Odds 1974-1982 che include una serie di registrazioni d’archivio inedite. Nel frattempo stanno utilizzando il tour per scrivere nuovo materiale, con qualche chicca. A dicembre Johnny Marr (The Smiths, Electronic) ha dichiarato confermato di aver scritto una canzone per il dodicesimo album dei Blondie in uscita entro la fine dell’anno. A giugno saranno in Europa (purtroppo non di nuovo in Italia) per pochi spettacoli: tra i quali i festival dell’Isola di Wight, Glastonbury e il Dog Day di Londra insieme a Iggy Pop.
Nel frattempo hanno annunciato due nuovi show in Europa, a giugno: Cork e Belfast, suoneranno da supporto a Sting. Ma la speranza è che la signora Harry non sia ancora stanca. Di arroganti per finta ne abbiamo fin sopra i capelli…
Questa la scaletta dei Blondie a Coachella
1. One Way or Another
2. Hanging On The Telephone
3. Call me
4. Maria
5. Tide is High
6. Rapture (con Nile Rodgers)
7. Backfired (canzone di Deborah Harry, con Nile Rodgers)
8. Long Time
9. Heart of Glass
10. Atomic
11. Dreaming
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