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“Trump è uno st….”: il figlio di una superstar attacca l’ex presidente

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Continuano le polemiche intorno all’ex presidente americano Donald Trump dopo la sua incriminazione, coinvolti anche alcuni musicisti  

Non è la prima volta che il mondo della musica, e del rock in particolare, polemizzano con le grandi istituzioni.

Bruce Springsteen criticò dal vivo l’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan che lo aveva citato nel corso di un discorso della sua campagna presidenziale: “Non credo che al presidente piacerà questa canzone” e attaccò Johnny 99, un rock and roll durissimo il cui protagonista rimane senza lavoro e in una rapina uccide un commesso… 99 erano gli anni di prigione cui era stato condannato.

David Bowie, l’anti politico

Ma gli esempi sono moltissimi. Così sono tanti anche i musicisti che hanno accettato di prestare la loro musica per scopi di propaganda politica. I Fleetwood Mac per esempio, ben contenti di cedere la loro Don’t Stop, che in Italia è famosa per un tormentone pubblicitario, alla campagna elettorale di Obama.

Non così David Bowie: che non sopportava l’idea di essere affiancato a un qualsiasi politico, di conservatore o progressista, di destra o sinistra, democratico e repubblicano.

Bowie, che era un uomo impegnato socialmente e civilmente, non tollerava il fatto che qualcuno prendesse a prestito i suoi testi. Se doveva fare pubblicità, e lo fece molto di rado, ci mise sempre la faccia.

Fiori in un luogo di culto per i fan di David Bowie, Heddon Street, a Londra – Credits ANSA (Velvetmusic.it)

Duncan Jones, l’anti Trump

Dalla scomparsa del Duca Bianco a fare gli interessi della sua società editrice sono la vedova e i figli. In particolare Duncan Jones, apprezzato produttore, regista e attore (Source Code il suo film più famoso in Italia) che ha un rapporto altrettanto pessimo con la politica e in particolare con Donald Trump.

Già in passato Duncan Jones, 51 anni, figlio di Bowie e della sua prima compagna Angie, si era schierato contro l’utilizzo della musica di suo padre a fini di promozione politica.

Martedì Trump prima della sua conferenza stampa a Mar A Lago, subito successiva all’udienza di New York con la quale è stato incriminato con 34 capi d’accusa, ha fatto suonare Rebel Rebel, un classico di David Bowie. E il figlio non l’ha presa bene: “Sono sicuro che questo str***o continui a usare la musica di mio padre solo per infastidirmi personalmente. (Scherzo. Sono molto al di sotto del suo radar.)” E sotto una gif emblematica del padre che ostenta indifferenza…

Jones aveva anche pensato di diffidare Trump, ma le normi americane non lo consentono…

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