Mike Rutherford, fondatore dei Genesis, a un anno e mezzo di distanza dall’ultimo spettacolo della band racconta le sensazioni controverse di quello show
“Triste e un po’ malinconico. Per lo meno per come l’ho vissuto io quando mi sono accorto che tutto stava per finire. Ma anche dolce… sicuramente intenso”.
Sono le parole di Mike Rutherford, compositore, chitarrista e bassista che ha legato tutta la sua vita ai Genesis, dalla fondazione della band alla fine degli anni ’60 all’ultimo show, nel marzo dello scorso anno alla 02 Arena di Londra.
Rutherford ha raccontato la sua ultima esperienza sul palco con Tony Banks e Phil Collins, i compagni di lavoro di una vita, con un tono a metà tra il malinconico e il compiaciuto. Una conclusione inevitabile dettata dalle precarie condizioni di salute di Phil Collins che è salito sul palco riuscendo solo a cantare, seduto, le canzoni della scaletta. Una voce quasi perfetta, in un fisico ormai minato da moltissimi problemi di salute che hanno costretto il frontman ad abbandonare la batteria e a una quasi totale immobilità.
Parlando alla BBC Rutherford ha sottolineato quanto questo momento sia stato fortemente emozionante: “Essere tutti di nuovo insieme in camerino è stato intenso, un po’ come chiudere un cerchio. A fine spettacolo abbiamo chiuso le porte e ce ne siamo stati per conto nostro e con le famiglie. Ma è stato bello rivedere Peter Gabriel e Richard McPhail (uno dei loro primi tour manager n.d.r.) che ci sono venuti a trovare. Una bella rimpatriata dietro le porte chiuse”.
Mike Rutherford ha ammesso che l’emozione è stata molta: “Inevitabilmente… – ha aggiunto, lasciando intendere che qualche lacrima sia scesa – abbiamo suonato, lavorato, girato insieme in tutto il mondo. Ci siamo uniti, scontrati, divisi, ricongiunti più volte. Ma cosa più importante abbiamo condiviso un sacco di cose”.
Rutherford sta per partire con la sua seconda band, i Mike and the Mechanics che hanno affrontato una serie di concerti in Inghilterra e a un’attesissima data alla Royal Albert Hall di Londra in programma il 18 maggio scorso. In scaletta i molti successi del gruppo (Over my shoulders, Another cup of coffee, Silent Running, All I need is a miracle) e alcuni successi dei Genesis, scritti proprio da lui.
Ecco il suo ultimo ricordo sul palco con la band: “È andato tutto bene e liscio fino alla quart’ultima canzone. Prima dei bis. Quando ho visto sulla scaletta che era quasi finito tutto ho avuto un momento di vera emozione. È stato come realizzare che nulla sarebbe stato più come prima. Devo anche dire che considerando i problemi che abbiamo avuto con il Covid e il rinvio di quella data, abbiamo anche rischiato di non arrivarci. Ce l’abbiamo fatta. Dobbiamo essere contenti…”
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