Il popolarissimo DJ francese David Guetta, uno dei producer di maggiore successo degli ultimi venti anni, ammette l’uso dell’intelligenza artificiale
Si sta facendo un gran parlare di intelligenza artificiale, utile, inutile, banale… intanto c’è chi la usa come ad esempio David Guetta
Una delle provocazioni più clamorose degli ultimi mesi riguarda l’intelligenza artificiale. Ci sono influencer che sostengono che da domani giornalisti, programmatori, grafici e analisti potranno tranquillamente smettere il loro lavoro. Perché a scrivere codici, testi, statistiche e a produrre immagini ci penserà lei. AI, l’intelligenza artificiale.
La cosa riporta un po’ alla mente il prologo di “Matrix”, pillola rossa o pillola blu. Per scoprire quanto sia profonda la tana del bianconiglio. In realtà chi in queste ultime settimane si è occupato anche con una certa curiosità di testare l’intelligenza artificiale. Scoprendo cose bizzarre: ad esempio che le intelligenze artificiali producono anche moltissime inesattezze. E che spesso i testi devono essere rivisti, se non completamente riscritti.
A parlare di intelligenza artificiale in queste ultime ore è stato anche il popolarissimo produttore musicale di origine francese David Guetta, convinto “il futuro della musica sia nell’intelligenza artificiale”.
É stato lui uno dei primi a giocare con un software per la produzione di suoni rielaborati da risorse esistenti. Chiedendo alla AI una rievocazione di Eminem ha selezionato e campionato una parte vocale nella quale si sente una voce assolutamente identica a quella di Eminem. Ma falsa. Rielaborata da una intelligenza artificiale e utilizzata come sample durante un DJ set dal vivo.
David Guetta ha difeso la sua scelta. Rivendicandone tuttavia una funzione artistica: “Sono sicuro che il futuro della musica sia nell’intelligenza artificiale. Di sicuro. Ma solo se viene utilizzata come uno strumento. Niente può sostituire il gusto, la creatività, la libera scelta di un artista. Ciò che definisce un artista è lo stile, l’emozione che vuoi suscitare ed esprimere. Su come la tecnologia possa agevolarti a farlo c’è un ampio dibattito. Io sinceramente su questo non vedo perché sia necessario porre delle limitazioni”.
Guetta fa esempi ben precisi: “La musica si è sempre evoluta seguendo l’utilizzo delle tecnologie. Il suono della chitarra è cambiato a seconda delle distorsioni, le batterie sono evolute utilizzando microfoni, pelli ed effetti diversi. Non avessimo avuto il Roland TB-303 (un sintetizzatore della linea di basso n.d.r) o la Roland TR-909 (una delle prime drum machine completamente elettroniche) non avremmo avuto la house music. Senza un campionatore non ci sarebbe hip-hop”.
Nominato produttore dell’anno ai recenti Brit Award, David Guetta ha ammesso di seguire con attenzione questa evoluzione: “L’intelligenza artificiale è uno dei tanti strumenti al servizio della creatività. Usandola bene e non abusandone può dare una mano”.
David Guetta, autore di “Titanium” ha prodotto successi straordinari per Lady Gaga, Rihanna e Ariana Grande, solo per citare alcune delle sue interpreti. Oggi ha 55 anni… “detesto chi definisce la gente della mia età boomer, come se fossimo tutti un po’ rincoglioniti. Sfido chiunque a sopportare e reggere le rivoluzioni digitali che quelli della mia generazione hanno saputo interpretare e condividere”.
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