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Carla Bley, scompare un talento del jazz: collaborò con tutti i più grandi

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Musicista, compositrice e collaboratrice con numerosi musicisti contemporanei, la grande Carla Bley è scomparsa a New York a 87 anni di età

“Aveva il grande talento e l’enorme umiltà di chi si pone davanti alla musica con curiosità, cercando di portare il proprio contributo qualsiasi sia la cifra stilistica dell’artista che ti chiede di collaborare. Forse è per questo che tutti volevano lavorare con lei. Perché era una donna incredibile, in grado di mettersi a disposizione di chiunque, insegnando qualcosa ma con il desiderio di imparare da tutti”.

È molto bella ma soprattutto molto verosimile la frase con la quale Steve Swallow, suo compagno da oltre trent’anni, annuncia al New York Times la scomparsa di Carla Bley.

Chi era Carla Bley

Carla Bley, compositrice-pianista jazz americana celebrata per il suo lavoro d’avanguardia ma anche per una miriade di collaborazioni che l’hanno portata a ridosso del pop, del rock, del funky e dell’acid jazz in oltre sessant’anni di carriera discografica. Aveva 87 anni. Era malata da tempo.

Bley era il cognome del suo primo marito, lo mantenne per tutta la vita anche dopo essersi risposata e divorziata una seconda volta.

All’anagrafe era Carla Lovella May Borg, californiana di Oakland. Un talento di forza incontenibile, capace di abbandonare la scuola di musica che frequentava fin da bambina per cominciare ad esibirsi da solista già a 14 anni. A 17 suonava da sola: e dopo essersi trasferita a New York era diventata una delle principali attrazioni del Birdland, storico locale jazz di Broadway dove entrò cameriera per imporsi in pochi mesi nella parte più nobile del cartellone.

La leggenda racconta che il direttore artistico del club l’avesse sentita improvvisare al pianoforte quando il locale era chiuso, mentre si facevano le pulizie. E da quel giorno avesse preteso che fosse lei ad aprire il programma di ogni serata. Dopo sei mesi era in chiusura, il nome di punta del giovedì sera. Ad ascoltarla Miles Davis, John Coltrane e Count Basie

La curiosità di una pianista

Una carriera ricca di sfaccettature segnata dalla grande curiosità con la quale si spingeva fuori dal jazz più sperimentale ed estremo per affacciarsi a un approccio giocoso, quasi infantile che culmina con un paio di capolavori. Il più alto dei quali è senza dubbio Lawns, pubblicato nel 1987 sulla scia di moltissimi jazzisti che volevano affacciarsi a dinamiche più pop. Su tutti Miles Davis.

Carla Bley, oltre 70 anni di carriera ed esibizioni nel jazz – Credit ANSA (VelvetMusic.it)

Un percorso che lei aveva iniziato molti anni prima lavorando fin dal 1973 alla complessa opera Escalator Over the Hill con includeva Linda Ronstadt, il bassista dei Cream Jack Bruce e Paul Jones dei Manfred Mann.

Life Goes On

Si sposò con Paul Bley a 21 anni e continuò a lavorare con musicisti di livello straordinario. Tra tutti Don Cherry, il leggendario musicista padre di Neneh e di Eagle Eye Cherry, per poi divorziare e avvicinarsi a una scena più europea. Visse a lungo tra New York e Londra, studiando la musica rock progressiva degli anni ’70 e collaborando con il batterista dei Pink Floyd Nick Mason con cui realizzò diverse produzioni. Dal rock al pop. Per tornare di tanto in tanto al jazz più estremo e sperimentale: famose alcune sue session con Cecil Taylor, oggetto di studio nei conservatori dagli appassionati di musica contemporanea.

Si risposò con il trombettista Michael Mantler dal quale ha avuto la sua unica figlia, Karen. Poi divorzia di nuovo e torna alla sua prima passione, il jazz, scrivendo partiture impossibili e subito dopo altre alla portata di tutti, anche di chi non aveva mai sentito un disco jazz. La sua vita si sposta in modo definitivo a New York.

Famosa la sua lunga collaborazione con la Liberation Music Orchestra che ha diretto dopo la scomparsa del suo fondatore Charlie Haden girando tutto il mondo insieme al suo compagno Steve Swallow per chiudere la sua immensa carrieea con uno splendido album, Life Goes On, pubblicato 2020.

Fu il suo modo di salutare il pubblico e decine di colleghi e amici con cui aveva collaborato per tutta la vita. Nel 2018 le diagnosticarono un cancro al cervello. Fu operata e perse l’udito. Non suonò mai più dal vivo.

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