Primo comunicato ufficiale degli organizzatori del Festival Supernova, il primo bersaglio dell’attacco di Hamas contro Israele
A distanza di otto giorni dal drammatico attacco al Festival musicale Supernova Sukkot, evento di musica elettronica che aveva richiamato migliaia di persone presso il kibbutz Re’Im, nel deserto israeliano del Negev, a pochi chilometri dalla striscia di Gaza, gli organizzatori dell’evento hanno rilasciato il loro primo comunicato ufficiale.
Secondo i numeri ufficiali concordati con le autorità israeliane, le vittime al Festival Supernova Sukkot sono 293, oltre 460 i feriti un centinaio dei quali ancora ricoverati. Molti di questi sono in condizioni gravissime e prognosi riservata.
Il bilancio quindi non è solo drammatico: ma non è nemmeno definitivo. Perché ancora ieri due dei feriti ricoverati sono stati dichiarati morti otto giorni dopo il ricovero a causa delle ustioni e delle ferite riportate.
Gli organizzatori del Supernova Sukkot Gathering, un evento di musica dance elettronica ispirata alla psytrance, un fenomeno nato molti anni fa in Brasile e che in Israele era organizzato per la seconda volta dopo l’edizione di grande successo dello scorso anno, hanno parlato di ‘immagine tragedia umana’ ponendo l’accento su un aspetto fino a oggi sottovalutato. Alcune delle vittime erano palestinesi.
Come spesso accade infatti i festival musicali sono uno strumenti e modalità di dialogo tra due comunità vicinissime e in qualche modo connesse: pur nella divisione ideologica e religiosa che tanto drammaticamente prosegue da decine di anni.
Confermata la teoria secondo la quale il Festival fosse il primo obiettivo dei terroristi di Hamas che hanno attaccato proprio il campeggio e il parcheggio del festival, alle 6.30 del mattino, quando i ragazzi erano tornati a dormire dopo una nottata di musica e di festa. Molti non hanno trovato scampo nemmeno salendo in auto e fuggendo perché una seconda ondata di attacchi ha falciato anche le persone e i veicoli in fuga.
L’attacco, secondo la ricostruzione degli organizzatori, sarebbe avvenuto solo in un secondo momento con i missili. I primi a bersagliare il festival sono stati gli assaltatori paracadutati sul posto e armati di mitra e artiglieria leggera. Confermata anche la notizia secondo la quale gran parte degli ostaggi che Hamas ha catturato nel corso delle operazioni sarebbe proprio stata prelevata al Festival.
Gli organizzatori di Nova Tribe hanno chiesto ‘preghiere per i ragazzi caduti’ scrivendo che nessuno dei partecipanti al festival avrebbe mai pensato non solo di morire in un evento del genere, ma nemmeno di uccidere o vendicarsi: “La musica è un collegamento tra mondi che non sanno comunicare. Continuiamo e continueremo a lavorare per assistere le famiglie dei caduti e dei dispersi, cercando di identificare le vittime che ancora non hanno un nome”.
Negli ultimi giorni sui social sono comparse moltissime foto di ragazzi in qualche modo scampati e sopravvissuti all’eccidio. Ma uno degli aspetti più drammatici di quanto accaduto è che molte vittime non sono ancora riconosciute e che al momento l’elenco di persone disperse è lunghissimo. E non si sa se queste sono ostaggio dei terroristi o sono tra le vittime ridotte in condizioni tali da non poter essere riconosciute.
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