Il famosissimo pezzo del 1984, in origine dedicato all’omicidio di Martin Luther King, è stato riadattato ai fatti del momento da Bono Vox e compagni
Domenica scorsa, a poche ora dalle prime notizie che raccontavano la tragedia in corso, durante il concerto allo “Sphere Theater” a Las Vegas, gli U2 hanno deciso di dedicare una delle loro più iconiche canzoni alle giovani vittime dell’attacco di Hamas, avvenuto nel deserto del Negev in Israele durante il Supernova Sukkot Festival.
Il durissimo e inaspettato attacco da parte dei miliziani di Hamas contro Israele, scattato all’alba di sabato 6 settembre, ha già provocato migliaia di morti, alcune centinaia, ma il numero preciso non è ancora reso noto, sono state uccise durante il festival di musica elettronica, che ogni anno celebra la Natura per la festa ebraica del Sukkot nei pressi del kibbutz di Reim, a ridosso del confine con la Striscia.
Le notizie dal mondo corrono veloci e quando accadono fatti tragici con centinaia di innocenti che muoiono perchè vittime di una lotta che dura da anni e che non fa sconti a nessuno, il sussulto al cuore è forte e il pugno in pieno volto che riceviamo ci fa capire che la realtà non è quella virtuale che ogni giorno inseguiamo magari su un social. La guerra resta sempre una tragedia immane e l’unica certezza che c’è, è che qualcuno sicuramente perderà rimettendoci la propria vita, soprattutto se civili innocenti.
Chi è sempre stato sensibile a certe tematiche fin dalle proprie canzoni d’esordio, è sicuramente il gruppo degli U2. Le origini irlandesi hanno segnato molti dei testi delle loro canzoni, ecco perchè nessuno si è sorpreso del commovente omaggio che Bono, The Edge e compagni hanno voluto fare domenica scorsa durante uno dei concerti in programma nella nuova residency di Las Vegas, The Sphere, dove stanno tenendo una serie di eventi live.
“Pride (In The Name of Love)”, è una delle canzoni più belle e significative del repertorio degli U2. Il brano, dedicato a Martin Luther King, canta proprio la speranza nella pace e in un mondo migliore. “Alla luce di quello che è successo in Israele e a Gaza, una canzone sulla nonviolenza sembra un po’ ridicola, persino goffa, ma le nostre preghiere sono sempre state per la pace e per la nonviolenza… Ma i nostri cuori e la nostra rabbia, sapete dove puntano. Quindi canta con noi… e con quei bellissimi ragazzi a quel festival musicale…”
Queste le parole di Bono Vox dal palco, quando con la voce rotta dalla commozione, prima di intonare una versione speciale della storica canzone, ha voluto dedicarla alle vittime uccise nel corso dell’attacco di Hamas al rave nel deserto. Per poi modificare il testo della canzone: “Early morning, October 7/ As the sun is rising in the desert sky/ Stars of David, they took your life/ But they could not take your pride.”, al posto della versione originale che recitava, “Early morning, April four/Shot rings out in the Memphis sky”, in onore di Martin Luther King assassinato a Memphis il 4 aprile 1968.
La residency a Las Vegas degli U2 durerà fino al prossimo 16 dicembre con una serie di concerti allo Sphere, un nuovissimo impianto, appunto di sforma sferica, da 18.600 posti. Una immensa struttura dotata di sofisticate e modernissime tecnologie come i 54mila metri quadrati di display led curvy che proiettano immagini a 360 gradi, inaugurata proprio dalla band irlandese lo scorso 29 settembre e che rendono il concerto uno spettacolo unico, organizzato per celebrare lo storico album del ’91, Achtung baby.
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