Fuori in queste ore l’ultima fatica del cantautore marchigiano, sforna dodici brani inediti per tornare finalmente a sognare
Non ha atteso molto Raphael Gualazzi per irrompere nuovamente sulla scena musicale italiana. Da qualche ora è infatti disponibile il suo nuovo album di inediti intitolato Dreams. Il disco segue il filo di un concept strettamente legato al nome, visto che il cantautore ha deciso di inoltrarsi nei meandri più misteriosi della mente.
Dodici tracce (quindici con le bonus track) intinte nella materia oscura dei sogni che segnano il suo ritorno nei negozi di dischi dopo Bar del sole del 2022 e Ho un piano del 2020. Sta riscoprendo una vena creativa da fuoriclasse dopo un lungo silenzio a seguito del successo riscontrato con la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2014 prima (secondo posto con Liberi o no) e la pubblicazione dell’album Love Life Peace poi nel 2016. Sul palco dell’Ariston è tornato nel 2019 ma è stata solo un’apparizione ‘di passaggio’ – con Carioca si è classificato 11esimo.
Com’è il nuovo album di Raphael Gualazzi? 12 canzoni da sogno
Ha deciso di battezzarlo Dreams il suo nuovo album, Raphael Gualazzi. Può essere definito come il terzo capitolo di una ‘trilogia del ritorno’, si perché dal 2016 al 2020 il cantautore di Urbino non era più rientrato in studio se non per registrare il singolo Carioca che avrebbe portato al Festival di Sanremo 2019. La sua settima fatica discografica è disponibile sulle piattaforme di streaming e in vendita negli store fisici e online a partire dal 6 ottobre.
Era giunto il momento di sistemare per bene le ali e spiccare il volo: con questo disco Gualazzi ha cercato di mettere assieme un collage delle inclinazioni e influenze che da sempre ha reso manifeste. E quindi troviamo il soul, il funk, il jazz ma anche l’R&B e la musica elettronica. “È la mia lettera d’amore alla musica”, ha dichiarato nell’intervista rilasciata ai microfoni di Radio Monte Carlo. A comporre la tavolozza di colori per l’album è stato un armamentario di strumenti particolari come percussioni tribali, tastiere d’annata e sintetizzatori analogici.
Tanti inoltre gli ospiti chiamati a partecipare a un progetto davvero audace, a collaborare alla composizione stavolta c’erano Emma Morton (che ha anche cantato in I Won’t Lie), Federico Capponi, Jacopo Ettorre e Giordano Colombo. Oltre alla partecipazione straordinaria del maestro Stefano Nanni, di Tony Canto, di Pippo Caballà, dei Mamakass e del duo degli Yorker.