Hanno alle spalle una carriera costellata di successi, in una recente intervista la band ha voluto ripercorrere quei momenti indimenticabili
Sono tornati da poco in tour i Pooh, instancabili riescono ancora a infiammare il pubblico esattamente come facevano una volta. Sia a Milano che a Roma, a luglio hanno dato spettacolo negli stadi; solo da qualche giorno la tournée è ripartita e toccherà tantissime città italiane con uno show memorabile da oltre tre ore. Ripercorreranno tutti i successi della loro gloriosa carriera, una scaletta composta dai 56 brani più amati.
Sono indubbiamente uno dei gruppi più celebri del nostro panorama musicale, hanno fatto la storia con canzoni che sono diventate veri e propri inni transgenerazionali: Dammi solo un minuto, Uomini Soli, Chi fermerà la musica, Piccola Katy e tantissime altre. Non smettono di riemergere intanto aneddoti sugli anni più belli, quelli della scalata al successo, quando tra le altre cose facevano strage di groupie. In una recente intervista hanno ricordato quell’epoca memorabile.
I Pooh e gli anni della rivoluzione: “Potete immaginare le fan…”
Non smettono di sorprendere i Pooh per la loro voglia di fare. Dopo l’esperienza al Festival di Sanremo 2023 con una reunion attesissima hanno deciso di rimettersi in viaggio e portare la loro musica ancora una volta in giro per l’Italia. Non c’è neanche bisogno di dirlo: i concerti di Milano e Roma di quest’estate sono stati un successo clamoroso.
Ora il tour Amici x sempre è ricominciato, sono state aggiunte una serie di nuove date per i live. Un appuntamento unico, da non perdere assolutamente, visto che nelle tre ore di musica dal vivo verranno attraversati gli oltre 50 anni di carriera per mezzo di ben 56 brani tratti dal loro repertorio.
Una storia, quella del gruppo, che nasce da lontano. Tra la fine degli anni sessanta e la prima metà dei settanta si viene a creare la formazione più conosciuta composta da Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Stefano D’Orazio – oltre a Riccardo Fogli che lasciò il gruppo del 1973 dopo l’album Alessandra.
In un’intervista al settimanale Oggi hanno ripercorso quei momenti di rivoluzione culturale e di emancipazione, non nascondendo un talento da tombeur de femmes, le fan cadevano ai loro piedi: “Il nostro successo è coinciso con la liberazione sessuale, potete immaginare. Il furgoncino era la nostra alcova. Tiravamo a testa e croce per stabilire chi avesse il privilegio di stare dietro, sul materassino. Ma parliamo di tenerezze, intimità affettive...”.