Con un taglio di capelli del genere sarebbe difficile per chiunque riconoscerlo, all’esordio all’Ariston era un’altra persona
È uno dei cantanti più amati del panorama musicale italiano, Francesco Renga ha firmato tantissimi brani di successo nel corso degli anni. Non solo, perché con la sua folta chioma di ricci ha fatto stragi su stragi di cuori. Un po’ meno naïf e più rockabilly era agli esordi, probabilmente neanche lui si riconoscerebbe. Portò L’uomo che ride insieme alla sua band, i Timoria.
Renga aveva formato il suo primo gruppo assieme ad alcuni amici, i Modus Vivendi, all’inizio degli anni ’80. Partecipa per la prima volta al concorso musicale Deskomusic con loro ma è proprio lì che va incontro al destino. Sì perché tra i concorrenti ci sono anche i Precious Time, anticamera di quello che sarà il suo complesso.
Francesco Renga debutta a Sanremo, era il 1991: la trasformazione è impressionante
Il primo album pubblicato da Francesco Renga come frontman della band Timoria si intitola Colori che esplodono, per l’etichetta Polydor, nelle dodici tracce si può già notare il talento cristallino del cantante. Alla chitarra e alle backing vocals c’è un altro volto noto della nostra musica, Omar Pedrini.
Il gruppo fa breccia nel cuore e nelle orecchie soprattutto dei più giovani, il loro rock comincia a scalare le classifiche. Partecipano al Festival di Sanremo nel 1991 fra i Giovani, sarà la loro rampa di lancio perché oltre a vincere il Premio della Critica col brano L’uomo che ride, riescono a partire per una tournée che li porterà sui palchi di mezza Europa.
Fa sorridere il video d’annata che sta circolando in questi giorni di quell’esibizione, soprattutto perché Renga è completamente diverso da come lo conosciamo oggi. Sia chiaro, le movenze e i tic vocali sono rimasti quelli ma è l’aspetto che ha subito una metamorfosi totale. A partire dal taglio di capelli: allora aveva deciso di sfoggiare una sorta di bananone alla Elvis; un personaggio uscito direttamente da Grease o American Graffiti.
Il successo della canzone fu tale che dovettero inserirla nel loro secondo album Ritmo e dolore, il vero capolavoro però, secondo pubblico e critica, è il quarto Viaggio senza vento. L’addio del cantante risale più o meno al 1998, in concomitanza con l’uscita della raccolta Senzatempo (dieci anni), il suo primo disco da solista invece vede la luce nel 2000, Francesco Renga.