La spiegazione sull’uscita dalla storica band, il fondatore interviene in radio per chiudere la faccenda una volta per tutte
Insieme a Max Pezzali ha fondato uno dei gruppi più celebri della musica italiana, gli 883. Lui e Mauro Repetto erano compagni di scuola, tra i banchi sognavano in grande: volevano sfondare nel mondo della musica. Mai avrebbero pensato forse di diventare la band iconica e transgenerazionale che poi sono stati.
La sua esperienza però terminò nel 1994, il prezzo da pagare per rimanere sulla cresta dell’onda era troppo alto. I sintomi di una crisi imminente si erano già avvertiti durante la tournée nelle discoteche, iniziata nel 1993 e terminata un anno dopo. Repetto lascia la band firmando la raccolta Remix ’94, che di inediti aggiungeva solamente il brano Chiuditi nel cesso – per il resto erano, come dice il titolo, remix di tracce dei primi due album.
L’addio fece molto discutere, all’epoca, e tutt’ora c’è chi si chiede cosa sia successo davvero. Pezzali ha spiegato a più riprese come la decisione sia stata presa di punto in bianco, un vero fulmine a ciel sereno. A spegnere le voci e le indiscrezioni ci ha pensato il diretto interessato, in un’intervista concessa di recente a Radio Deejay.
La verità dietro l’addio di Repetto agli 883
Max Pezzali ha sempre sottolineato come Mauro Repetto, fondatore assieme a lui degli 883, fosse uscito dalla band senza troppi giri di parole: “Era il sabato di Pasqua, ci siamo visti e l’ho salutato dicendo: ‘Ok Mauro, ci vediamo lunedì alle 14’, lui rispose solamente: ‘Max, io credo che me ne andò””. Il gruppo poi continuo a sfornare successi anche senza di lui, già nel 1995 finiscono in vetta alle classifiche con La donna il sogno & il grande incubo, che vendette oltre un milione di copie – Repetto comunque prese parte alla scrittura di Tieni il tempo, Musica e Non 6 Bob Dylan.
Quest’ultimo è tornato a parlare del tanto chiacchierato addio ai microfoni di Radio Deejay, ospite di Nicola Savino e Linus. Alla base della rottura con gli 883 ci sarebbe stata una vicenda amorosa: “Era il 1994. Alla settimana della moda vedo questa Brandy, una modella. Io ero molto in forma e mi dico: ‘Io ci provo. È la più bella del mondo, io vado’. Non volevo riuscirci per forza, ma volevo almeno gareggiare. Così annuncio a Max che vado a Miami e che forse non torno. E Max mi risponde con la sua solita calma: ‘Va beh, ok’. A Miami non la trovo ma conosco i suoi amici a New York, è lì che ho scritto ZuccheroFilatoNero (il suo unico album da solista, ndr)”.