Non solo i divi della musica internazionale: anche molti artisti italiani scelgono dei nomi d’arte per farsi conoscere dal pubblico.
I nomi d’arte sono una prerogativa dei cantanti da quando la musica ha cominciato ad essere un vero e proprio fenomeno di costume. Alcuni artisti scelgono un nome d’arte per distinguersi da altri con un nome simile o identico, altri lo fanno per creare un personaggio più accattivante e facilmente riconoscibile, altri ancora perché un nome d’arte può riflettere meglio lo stile musicale o l’immagine che l’artista vuole proiettare.
Da Lady Gaga a Sting, i nomi d’arte sono sempre stati visti come una caratteristica dei divi della musica internazionale. E invece, soprattutto negli ultimi anni, anche molti artisti italiani hanno cominciato a usare questi pseudonimi per farsi conoscere dal pubblico. E il risultato è spesso stato simile a quello dei loro colleghi internazionali: sono riusciti a creare un vero e proprio brand con il proprio nome e la proprio musica.
Soprannomi d’infanzia, film e band preferite, ironia: come i cantanti italiani scelgono i propri nomi d’arte
Uno degli ultimi artisti ad aver raggiunto la fama nazionale con il proprio soprannome è stato Tananai, il giovane milanese che all’anagrafe si chiama invece Alberto Cotta Ramusino. Come raccontato più volte dallo stesso artista, il suo nome d’arte è un omaggio a suo nonno, che era solito chiamarlo proprio “tananai”, una parola che nel dialetto lombardo indica bonariamente qualcuno di ingenuo o sciocco.
I nomi d’arte sono ancora più comuni tra i rapper e Rosa Luini non ha fatto eccezione, quando ha intrapreso la carriera con il nome di Rose Villain. L’ispirazione del nome è arrivata dalla sua band punk preferita, “The Villains”, e la traduzione inglese del suo nome, Rosa.
Passiamo poi a Gionata Boschetti, che sicuramente deve un po’ del suo successo anche alla scelta di un nome riconoscibile come Sfera Ebbasta. Il trapper, famoso anche fuori dai confini italiani, ha sempre usato la parola “Sfera” come suo nickname, anche quando scriveva sui muri con le bombolette spray, come raccontato da lui stesso in diverse interviste. Quando si iscrisse su Facebook, però, era necessario aggiungere anche un cognome, così decise di scrivere ironicamente la parola “ebbasta”, che poi è diventata parte del suo personaggio.
C’è poi chi sceglie di usare tecniche più semplici (ma comunque efficaci), come l’inversione delle lettere o delle sillabe del nome. È il caso di Rkomi, nome d’arte di Mirko Manuele Martorana, e di Mara Sattei, che ha invertito le iniziali del suo vero nome, Sara Mattei.
Infine, c’è anche chi prende ispirazione da personaggi o film particolarmente amati come Levante, che ha scelto il suo nome d’arte ispirandosi alla protagonista di uno dei suoi film preferiti, “Il Ciclone” di Leonardo Pieraccioni.