Un altro lutto per la musica italiana che perde Franco Migliacci, uno degli autori più importanti di sempre
Se si misurassero le cose con gli streaming oggi Franco Migliacci sarebbe stato miliardario.
L’autore di almeno una decina delle canzoni di maggiore successo di sempre si è spento questa mattina in una clinica di Roma: aveva 92 anni.
Migliacci era un genio nel suo genere, capace di visualizzare con dei testi assolutamente atipici immagini formidabili. Fu lui a scrivere Volare, o meglio… quella che lui avrebbe voluto si intitolasse Volare. E che invece, per un gioco di strategia venne registrata alla SIAE come Nel blu dipinto di blu: vale a dire la canzone italiana più famosa del mondo di sempre. Un successo di portata mondiale che vanta decine di versioni e interpretazioni leggendarie.
Non solo Domenico Modugno la cui versione rende questa canzone indimenticabile; ma anche Frank Sinatra, Perry Como, Dean Martin, Michael Bublé, Elvis Presley… Se si dovesse misurare tutto questo con il metro di oggi non ci sarebbero compensi per un capolavoro come quello di Migliacci.
Che di canzoni ne ha scritte a decine, raggiungendo sempre il proprio scopo. Coinvolgere le persone: “Di fronte a un buon brano musicale il testo può fare la differenza – aveva dichiarato Migliacci durante una lezione universitaria non molti anni fa – ogni brano ha un compito fondamentale, quello di farsi ricordare. E spesso le parole si possono ricordare più facilmente della melodia…”
Migliacci aveva il grandissimo pregio di creare di ogni canzone un affresco, un ritratto. Poteva essere festa e divertimento: come nel caso di
Fatti mandare dalla mamma, consegnata a Morandi e alle feste pomeridiane degli adolescenti italiani degli anni ’60. O Tintarella di luna, giocosissimo brano affidato a una giovanissima Mina.
Di tanto in tanto Migliacci giocava sulle tinte tenui della nostalgia, del ricordo, della malinconia: come in La Fisarmonica. Altre sfiorava il tema del tradimento (In Ginocchio da te). E poi riusciva nella non facile impresa di far riflettere. Accadde in particolare con C’era un ragazzo… brano che rappresentò lo spirito pacifista di una intera generazione.
Se le canzoni di successo non si contano rimane un mistero quante canzoni Migliacci abbia scritto in realtà: forse 400 probabilmente di più.
In più di un’occasione l’autore, nato a Mantova ma residente da sempre a Roma, dove aveva cominciato la sua carriera come illustratore di storie per ragazzi, aveva raccontato come confezionava i suoi capolavori: “Mi basta una chiacchierata con il cantante che dovrà interpretare quel pezzo – spiegò agli universitari che studiavano la sua forma-canzone – ci sono stati d’animo che solo chi canta sa interpretare. Nel momento in cui scrivo io devo sapere se chi canta è felice, triste, arrabbiato, depresso… Tutto parte da quello. Si possono scrivere canzoni a tavolino, senza pensare a chi le interpreterà. Ma quando sai chi vestirà la canzone è tutto più facile”.
In una capacità di adattamento non facile per nessuno Migliacci a oltre 60 anni si mise a scrivere brani adolescenziali per un’adolescente: Ambra Angiolini. Sue le canzoni dell’album d’esordio della ragazza prodigio di Non è la Rai. Un’operazione commerciale che molti autori più schizzinosi di lui avrebbero schifato. Lui no… si mise a giocare persino con il rap. E scrisse T’appartengo. Altro inno generazionale di una generazione completamente diversa.
Ha scritto per Modugno, Little Tony, Morandi, ma anche per moltissime interpreti femminili come Mina, Milva, Patty Pravo (La Bambola) e Nada (Ma che freddo fa).
Lavorò, molto, anche su cover e brani tradotti; arrivò al primo posto con molti autori diversi tra loro: Eduardo De Crescenzo (Ancora) Scialpi (Pregherei).
Tra la sua ricchissima attività anche sceneggiature cinematografiche, programmi televisivi, testi teatrali. Pochi sanno che scrisse i testi di moltissime sigle televisive. In particolare quelle dei cartoni animati che pare lo divertissero da morire “Heidi ti sorridono i monti…” è sua. Così come la sigla di Lupin III “chi lo sa che faccia ha, chi sa… chi è”
Queste le parole di Gianni Morandi, affidate alle agenzie di stampa non la notizia della morte del paroliere che lo accompagnò al grande successo: “Sono profondamente commosso dalla scomparsa di Franco Migliacci. Ci eravamo sentiti ancora non molto tempo fa. Con lui se ne va una persona che ho avuto la fortuna di conoscere bene e che ha cambiato completamente la mia vita e la mia carriera. A Franco, oltre alla profonda stima, mi ha sempre legato un grandissimo affetto personale. È stato lui, nei primissimi anni ’60, a convincere la casa discografica RCA italiana a credere in me. Lui ha scritto per me tutti i brani più importanti della mia carriera. Anche ‘Uno su mille’ che, negli anni ’80, mi ha riportato al successo dopo un lungo periodo di crisi. Gli sarò per sempre grato e sono certo che le centinaia di canzoni che ha scritto, compresa la leggendaria ‘Nel blu dipinto di blu’ composta con Modugno, lo manterranno vivo nella memoria di tutti noi”.
Migliacci era sposato con Gloria Wall dalla quale ha avuto tre figli: Francesco Junior, Ernesto e Laura.
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