É partito dal Madison Square Garden di New York il tour che chiuderà definitivamente la storia live degli Eagles
Dopo sessant’anni di attività e cinquanta di tour mondiali impressionanti anche per gli Eagles è arrivato il momento di chiudere.
La band tempo fa ha annunciato quello che sarà il suo ultimo tour, fino a questo momento limitato a numerosi appuntamenti tra Stati Uniti e Canada. Ma la speranza è che per il gruppo ci sia almeno ancora una possibilità di esibirsi, se non nel nostro paese, quanto meno in Europa.
Dopo la scomparsa di Gleen Frey, scomparso nel 2016 e sostituito sul palco dal figlio Deacon, la band si ripresenta con la formazione guidata da Don Henley, batteria e voce della celeberrima Hotel California, oltre a Joe Walsh e Timothy B. Schmit e Vince Gill, di rinforzo a un gruppo che non si è mai definitivamente riappacificato con l’ex fondatore Don Felder, soprattutto dopo la causa che ha portato la band e il chitarrista in tribunale nel 2022.
Il tour si intitola The Long Goodbye, il concerto è uno struggente percorso lungo tutta la storia della band riproponendo tutti i brani che sono diventati storici in un panorama nel quale la band è diventata uno dei gruppi più radiofonici di sempre.
The Long Goodbye: perché inizialmente il numero di concerti previsti doveva ridursi a una ventina di date. É bastato che gli agenti della band rendessero pubblico l’annuncio del ritorno in tournée della band perché le date si moltiplicassero. Al momento dovrebbe concludersi il 18 novembre, ma è quasi certo che il tour proseguirà. Inizialmente in Messico e Sudamerica: per poi proseguire oltreoceano. Se gli Eagles dovessero accettare tutte le proposte che hanno ricevuto per proseguire il tour dovrebbero suonare almeno due anni, fino alla fine del 2025. Il tutto nel ricordo di Glenn Frey, scomparso nel 2016, ma anche di Randy Meisner, il primo bassista della band, deceduto a giugno.
Ad aprire lo spettacolo gli Steely Dan, gruppo storico perfettamente integrato nel mood e nella proposta della storica band.
Gli Eagles in Italia sono venuti davvero di rado: l’ultima a Lucca, nel Summer Festival del 2014. Memorabile invece lo show del 2009 al Forum di Assago. Concerto lunghissimo, oltre tre ore, splendido, in cui la band ha regalato una prestazione di grandissima classe.
Concedendo non solo i successi del gruppo ma anche alcuni successi individuali: con Joe Walsh che cantò una bizzarra versione di Life’s Been Good To Me e Don Henley che propose la sua splendida Boys of Summer. Un concerto davvero strepitoso che in molte cose riporta anche al tour attuale.
Un po’ più breve tuttavia il set con il quale gli Eagles hanno intrattenuto il pubblico che ha riempito in ogni ordine di posti il Madison Square Garden di New York: 23 canzoni in tutto dalle quali emerge tutto il loro mondo variegato e spesso addirittura in contrasto. Da una parte il western pop scritto da Henley, dall’altra le ballate di Smith (su tutte I Can’t Tell You Why), in transizione con il country più originale che paga debito nei confronti di un altro ex fondatore della band, Bernie Leadon forse il musicista più country in assoluto tra tutti gli Eagles. E poi c’è il rock sguaiato e divertente di Joe Walsh, apparso in forma smagliante nonostante gli acciacchi, i grandi lutti personali e i suoi 76 anni.
Lo show offre alcuni momenti davvero indimenticabili che passano dal loro primo grande successo, Take It Easy, inciso 51 anni fa, per poi inanellare brani davvero immortali come Tequila Sunrise, Life in the Fast Lane – canzone che ricorda gli esordi e gli eccessi dei loro primi anni – One of These Nights, Witchy Woman e chiudere in bellezza con una struggente versione di Desperado e la celeberrima Hotel California il cui leggendario assolo di chitarra, uno dei più famosi e imitati di sempre, viene eseguito alla perfezione da Frey junior e Walsh.
La leggendaria Hotel California davanti al pubblico del Madison Square Garden
Molta commozione quando Don Henley esce dalla sua batteria per ricordare gli amici e i compagni scomparsi, Glenn Frey e Randy Meisner. Non una parola su Felder. Bello anche il momento in cui Henley si è un minuto per commemorare ‘il caro amico Jimmy Buffett’ scomparso pochi giorni fa: Starà mangiando cheeseburger con Glenn e Randy prima che la band suoni Come Monday e Fins, due classici del country-rocker scomparso…
Impressionante la qualità del gruppo sia dal punto di vista musicale che vocale: non una sbavatura. Una qualità che si esalta nei brani più acustici come Take it to the Limit. La speranza è che a dispetto dell’età, i quattro Eagles più longevi viaggiano più vicini agli 80 che ai 70, la band decida di volare anche da questa parte dell’oceano per una parentesi nostalgica nei confronti di un rock che davvero nessuno sembra più in grado di proporre, o forse interessato a suonare.
Seven Bridges Road
Take It Easy
One of These Nights
Take It to the Limit
Best of My Love
Witchy Woman
Peaceful Easy Feeling
Tequila Sunrise
In the City
I Can’t Tell You Why
New Kid in Town
Lyin’ Eyes
Life’s Been Good
Already Gone
Come Monday (Jimmy Buffett cover)
Fins (Jimmy Buffett cover)
The Boys of Summer
Funk #49
Heartache Tonight
Life in the Fast Lane
Rocky Mountain Way
Desperado
Hotel California
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