Un altro lutto eccellente nel mondo della musica americana che piange il musicista country Charlie Robison, stroncato da un infarto
A distanza di pochi giorni dalla scomparsa di Jimmy Buffett, la cui morte ha destato una profonda impressione e grandissimo cordoglio in tutto il mondo per la sua rilevante importanza dal punto di vista umano e artistico, gli Stati Uniti piangono un altro personaggio simbolo della loro musica più popolare.
Si tratta di Charlie Robison, cantautore texano i cui inni radicali hanno scalato le classifiche country per diversi anni. Aveva 59 anni. Le sue condizioni di salute negli ultimi anni si erano fatte molte problematiche e gli avevano impedito di salire sul palco ed esibirsi.
Robison è morto in un ospedale di San Antonio dopo aver subito un arresto cardiaco legato ad altre gravi complicazioni cardiovascolari.
Gli ultimi cinque anni di Robison sono stati davvero drammatici. Nonostante il successo dei suoi dischi e le grandissime richieste per esibirsi dal vivo il cantautore aveva abbandonato le scene nel 2018 a causa di un intervento chirurgico alla gola che gli aveva impedito di tornare a esibirsi.
Un motivo di grande tristezza per Robinson, un performer di razza che misurava tutto non sulla prestazione dei suoi dischi ma sul numero di spettacoli che riusciva a realizzare ogni anno… “Suonare dal vivo è il motore della mia esistenza – aveva detto nel 2018, prima di abbandonare definitivamente le scene – faccio dischi solo per avere qualcosa da proporre alla gente che mi viene a vedere”.
Il messaggio con cui diede l’addio alle scene fu davvero clamoroso e molto accorato: perché Robison era ancora estremamente popolare.
I suoi maggiori successi sono I Want You Bad e My Hometown, gemme di una carriera iniziata negli anni ’80 quando aveva cominciato a suonare in gruppi storici di Austin, autentici punti di riferimento del country e del blues come Chaparral o Two Hoots and a Holler. Il riconoscimento del pubblico e della critica gli arriva inizialmente con i Millionaire Playboys. La sua carriera solista comincia nel 1996 con il suo album di debutto da solista Bandera.
Nel 1998 la prima grande occasione: Robison firmò con una major assoluta come la Sony per pubblicare Life of the Party registrandola da indipendente con la sua etichetta personale, la Lucky Dog.
The Wedding Song, uno splendido brano di Robison insieme a Kelly Willis
L’aver firmato con una grande etichetta distributrici non cambiò minimamente il suo stile: un country essenziale, ruvido, estremamente popolare. Il suo primo album include successi come My Hometown e Sunset Boulevard ma è con I Want You Bad che la classifica gli spalanca le porte.
Alla sua carriera artistica abbina con successo un ruolo di intrattenitore diventando giudice di Nashville Star, programma di di USA Network che con un reality show consentiva ad alcuni concorrenti di giocarsi un contratto discografico.
Robison lascia la moglie Kristen, e quattro tra figli e figliastri. Tre dei suoi figli erano nati dal suo primo matrimonio con Emily Strayer, membro fondatore della band country al femminile The Chicks. Avevano divorziato nel 2008.
La rottura di Robison la prima moglie aveva ispirato le canzoni dell’album del 2009 Beautiful Day, un disco registrato in un piccolo appartamento disadorno in una zona popolarissima di San Antonio, davanti , tra piatti sporchi e bottiglie di birra sparse…
L’ultimo album di Robison è High Life e risale al 2013: un buon disco, che includeva una cover di When I Paint My Masterpiece di Bob Dylan. Nel 2022 era riuscito a tornare sulle scene per un breve periodo: un solo spettacolo poco lontano da casa nel suo Texas, ma le sue condizioni non gli consentivano di insistere…
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