É polemica intorno a Heart on My Sleeve, il brano che Drake e The Weeknd hanno prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Da quando l’intelligenza artificiale e i nuovi applicativi sono entrati con sempre maggiore operatività all’interno del mercato nella produzione creativa di cinema e musica, il dibattito sull’utilizzo di questi tool è diventato estremamente acceso.
Mentre negli Stati Uniti la questione che riguarda la tutela del lavoro di artisti, autori e sceneggiatori si è concretizzata con un massiccio sciopero che ha quasi completamente paralizzato l’attività degli Studios, anche l’industria discografica ha cominciato a interrogarsi su questa che molti individuano come opportunità e altri percepiscono invece come rischio.
Anche a livello musicale ci sono state voci discordanti su questo argomento. Sting, per esempio, si è detto del tutto contrario bollando qualsiasi attività artistica mutuata dall’intelligenza artificiale come ‘non creativa’. La decisione da parte di alcune istituzioni di prestigio di istituire un premio dedicato a brani prodotti con l’ausilio dell’intelligenza artificiale ha ulteriormente acceso gli animi è diviso le opinioni.
L’ultimo caso, tuttavia, è particolarmente clamoroso perché coinvolge due tra i maggiori artisti a livello globale come Drake e The Weeknd la cui Heart on My Sleeve è stata realizzata con un massiccio… ‘apporto creativo non umano’, così come l’ha presentata il suo stesso autore nelle note di copertina.
Il premio più ambito in assoluto dal punto di vista discografico in questo senso sono ovviamente i Grammy Award che quest’anno festeggeranno la loro 65esima edizione. Negli ultimi mesi gli amministratori della RIIA, la recording industry association americana che sovrintende a questo riconoscimento, avevano ventilato l’ipotesi dell’istituzione di una categoria riservata ai brani prodotti con l’ausilio di intelligenza artificiale. E proprio Heart on My Sleeve era candidata a ricevere il primo di questi riconoscimenti. Fatto che non sembra piacere né convincere agli artisti ‘tradizionali’.
La genesi di Heart on My Sleeve è davvero molto singolare. A crearla un utente TikTok chiamato Ghostwriter977 che ha composto la canzone utilizzando un software per rendere quanto più verosimili le voci dei due cantanti.
Apple, Spotify e TikTok hanno rimosso la traccia dal loro database. Ma Ghostwriter977 l’ha presentato perché fosse inserita tra i premi Grammy nelle categorie Miglior canzone rap e Canzone dell’anno. Inizialmente la Recording Academy aveva ammesso la sua partecipazione al contest: ma ora ha cambiato idea.
Il video di Heart on my Sleeve
Queste le motivazioni espresse da Mitch Glazier, amministratore delegato della RIIA e commissioner dei Grammy Award: “Anche se la canzone risulta scritta da un creatore umano, la voce non è stata ottenuta legalmente, non è stata autorizzata dall’etichetta o dagli artisti e la canzone non è disponibile in commercio” ha detto il manager.
La RIIA ha confermato la sua intenzione di prendere assolutamente sul serio la questione intelligenza artificiale e le implicazioni che questa avrebbe ha sulla creatività: “Sono sicuro che le cose continueranno ad evolversi e a cambiare – ha detto Glazier – ma per favore non facciamo confusione. L’Accademia vuole sostenere, difendere, proteggere e rappresentare gli artisti umani e i creatori umani, punto. Non ci sono deroghe e non ci sono eccezioni”.
Il brano tuttavia è estremamente virale. E si diffonde soprattutto attraverso la rete dei social network. Una popolarità davvero sorprendente che in qualche modo ha spiazzato anche gli stessi Drake e The Weeknd. I due artisti non hanno mai cercato di bloccare la pubblicazione. Peraltro già inibita dalle piattaforme digitale stesse ma fino a questo momento non l’hanno nemmeno appoggiata.
Dal canto suo Ghostwriter ha pubblicato un post sui social dei quali rivendica la propria iniziativa artistica: “Il futuro della musica è qui e ora. Gli artisti ora hanno la capacità di lasciare che la propria voce lavori per loro senza muovere un dito – ha scritto l’utente – una canzone come questa si può tranquillamente pubblicare ricevendone i proventi dei diritti d’autore anche se sarà etichettata come prodotto dall’intelligenza artificiale”.
Dietro l’iniziativa del misterioso autore cioè in realtà una azione molto più profonda che è anche di carattere etico: “Ho lavorato come ghostwriter per anni e sono stato pagato quasi nulla e sfruttato solo perché le major ne traessero profitto. Sarebbe bello che gli artisti veri collaborassero e capissero, magari traendone anche vantaggio, a scapito delle percentuali immense che le major guadagnano sulle loro spalle…”
Da qualche settimana Ghostwriter ha ufficializzato la sua iniziativa di produrre nuovi brani, uno con un falso Travis Scott e un altro con la voce digitalizzata di 21 Savage.
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