Un’altra pagina storica di grande musica rock che si chiude con la scomparsa di Gary Wright, pioniere della musica elettronica
Quando Gary Wright cominciò a lavorare in sala d’incisione all’inizio degli anni ’70 fu uno dei primi a trasformare il suono delle sue produzioni con l’utilizzo di sintetizzatori ed elettronici.
Il suo primo Moog, una tastiera monofonica che produceva suoni elettronici con un complesso sistema di distorsori e oscilloscopi collegati attraverso un intricato intreccio di cavetti, cambiò radicalmente il suono delle sue prime canzoni. E lo rese un precursore.
Gary Wright, uno dei primi musicisti a sperimentare e utilizzare il suono di sintetizzatori e tastiere elettroniche nella musica pop e rock, è scomparso lunedì. Aveva 80 anni.
Il suo più grande successo è senza dubbio Dream Weaver, brano che gli ha portato celebrità e fama, ma Gary Wright in realtà ha significato molto di più perché quasi tutta la sua attività di produzione è legata al nome di George Harrison con il quale ha collaborato e per molti anni in tutti i dischi registrati fino alla scomparsa del chitarrista dei Beatles.
A confermare la morte il figlio di Wright, Justin. Da tempo il musicista combatteva con il morbo di Parkinson. La sua creatività si era spenta diverso tempo fa a causa di una forma di precoce demenza senile che lo aveva colpito già da sei-sette anni.
Suo figlio lo ricorda così: “Mio padre ha affrontato la malattia a testa alta, si è mantenuto attivo e impegnato per molto tempo ma a poco a poco le sue condizioni sono peggiorate e negli ultimi tempi i suoi momenti di lucidità e di coscienza erano davvero pochi. Aveva bisogno di un aiuto professionale e di assistenza 24 ore su 24. É stato triste vederlo spegnersi così. Ma la musica è stata la sua fedele compagna fino all’ultimo momento…”
Oltre a Dream Weaver, Wright incise un altro grande successo con Love Is Alive, anche questo tratto da The Dream Weaver, album del 1975. Poi tanto lavoro in fase di produzione e di realizzazione, con Spooky Tooth, Traffic ma anche con i Rolling Stones. Quando George Harrison lo chiamava portava le sue tastiere e i synt in sala d’incisione: la sua presenza cambiò radicalmente lo stile musicale di Harrison.
Wright fu una sorta di musicista per sbaglio. In realtà studiava medicina: e quando arrivarono i primi successi fu molto indeciso se suonare per vivere o completare i suoi studi scientifici. Alla fine completò i suoi studi presso la Libera Università di Berlino e pur continuando a suonare si interessò sempre di medicina riuscendo anche ad esercitare la professione di medico.
Pubblicò due album nei primi anni ’70 – Extraction e Footprint – prima di firmare con la Warner Bros Records e pubblicare il suo album rivoluzionario nel 1975, The Dream Weaver, il suo grande successo. Il brano Dream Weaver era ispirato da un lungo viaggio in India dove Wright era andato a trovare Harrison, legatissimo alla cultura indiana, spesso presente nei suoi lavori da solista.
Wright aveva già suonato le tastiere in All Things Must Pass: i due diventarono subito grandi amici, accomunati dalla passione per la musica e dall’interesse per la spiritualità e la religione.
Negli anni ‘90 Wright lavorò moltissimo con tanti musicisti emergenti suonando tastiere e synt per musicisti molto lontani da lui come Jay-Z, Eminem, City Girls e Raekwon pubblicando anche per la All-Starr Band di Ringo Starr. Il suo album Connected del 2010, pubblicato dopo 20 anni di quasi totale inattività, è stato il suo ultimo album.
Stephen Bishop, musicista che stimava molto Wright e con il quale il tastierista collaborò a lungo, ha pubblicato un bel ricordo del collega: “La notizia della morte del mio caro amico Gary Wright è triste soprattutto se pensiamo al contributo silenzioso e appassionato che ha dato alla musica collaborando con tanti artisti estremamente influenti. La personalità vibrante e il talento eccezionale di Gary hanno reso ogni momento insieme davvero piacevole. La sua eredità vivrà per molti anni a venire”.
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