Arriva a una svolta l’inchiesta sulle accuse di violenza sessuale nei confronti di Till Lindemann il cantante dei Rammstein
Sono passate diverse settimane dall’inizio delle indagini su Till Lindemann, il cantante dei Rammstein, accusato di violenza sessuale dopo un controverso episodio avvenuto a margine del concerto della band tedesca in Germania.
Un caso estremamente clamoroso che ha avuto notevole riscontro on-line e che si è allargato con diverse altre denunce che avevano costretto la procura di Berlino ad aprire una indagine ufficiale.
Rammstein, le indagini su Lindemann
Ora però la questione arriva a una svolta ufficiale, e forse definitiva. La procura tedesca ha infatti deciso di archiviare le inchieste riguardanti il cantante dei Rammstein per insufficienza di prove concrete.
In una nota ufficiale la procura tedesca ha affermato che l’indagine “non ha fornito alcuna prova a sostegno delle accuse mosse contro Lindemann”. Rilevando per altro che c’erano poche possibilità di dimostrare sufficientemente le accuse anche perché la maggior parte delle accuse contro Lindemann sarebbero state portate avanti terzi o alimentate dalla stampa.
L’indagine era nata dopo il concerto di Vilnius, in Lituania, in cui una fan britannica di 24 anni, aveva presentato una denuncia secondo la quale era stata drogata nel backstage durante un party privato. Sui social aveva pubblicato un gran numero di video nei quali accusava Lindemann e il suo staff in termini piuttosto chiari di avere organizzato dei festini a fini sessuali.
Accuse pubbliche: ma non dimostrate
Nonostante le accuse siano state rese pubbliche in modo estremamente clamoroso– sia attraverso la stampa che attraverso i social media – i pubblici ministeri hanno affermato che le presunte vittime “finora non hanno contattato le forze dell’ordine”. Dunque non avrebbero dato seguito alle loro accuse pubbliche. E sebbene alcuni abbiano condiviso le loro testimonianza con stampa e web, i pubblici ministeri hanno notato che i giornalisti che hanno riportato quelle storie hanno invocato il loro diritto a non fornire prove e a proteggere le loro fonti.
Nel frattempo il tour dei Rammstein è proseguito passando anche dall’Italia – unica data allo Stadio Euganeo di Padova – per arrivare alla sua conclusione. Lindemann si era dichiarato del tutto estraneo a qualsiasi accusa: ma nel frattempo aveva perso il contratto con la società editrice con cui aveva firmato un contratto per la pubblicazione delle sue storie e dei suoi racconti.
La ricostruzione dei fatti
Le accuse contro Lindemann sono emerse una prima volta a maggio, quando una fan 24enne dell’Irlanda del Nord, Shelby Lynn, ha affermato che qualcuno di nome Alena Makeeva – che si descriveva come ‘una direttrice del casting in tournée con Till Lindemann’ – l’ha invitata a after party della band. La donna poi ha raccontato di avere respinto una avance di Lindemann che avrebbe reagito con rabbia.
Lynn ha anche affermato di essersi sentita male, forse perché drogata, dopo aver consumato un drink a questa festa. Ammettendo che gli esami delle urine successive non avrebbero mostrato alcun segno di intossicazione.
Tuttavia, dopo che la storia di Lynn è diventata virale, altre donne si sono fatte avanti con storie simili. Le dichiarazioni rilasciate a stampa o giornalisti parlavano di un direttore del casting che cercava di organizzare un incontro con Lindemann.
Un’altra donna, identificata anonimamente come Kaya R., ha detto al giornale tedesco Süddeutsche Zeitung che qualcuno le si è avvicinato e le ha chiesto di partecipare a un after-party con Lindemann dopo un concerto del 2019 a Vienna. La donna ha anche dichiarato che dopo avere bevuto molto è svenuta e si è risvegliata in un letto con Lindemann che faceva sesso con lei.
Accuse archiviate
Nella sua dichiarazione ufficiale, la procura di Berlino ha affrontato alcune delle accuse mosse contro Lindemann e il motivo per cui le loro indagini su queste accuse non sono state sufficienti. Per quanto riguarda la storia di Shelby Lynn, i pubblici ministeri hanno affermato che non c’erano “indizi concreti di reati sessuali”.
Riguardo alle denunce avanzate da una donna di nome Kayla Shyx su YouTube, i pubblici ministeri hanno affermato che le sue accuse “sono rimaste troppo vaghe”. Aggiungendo che “le circostanze descritte rappresentano conclusioni da osservazioni descritte da altri”.
I pubblici ministeri hanno anche archiviato una ulteriore denuncia comparsa sulla stampa secondo la quale una donna ha denunciato di avere avuto una relazione con una donna quando lei aveva 15 anni. Ma anche di questa testimonianza sono ci sono dimostrazioni o prove oggettive.