Aderendo alla campagna ‘non sono carne’ Loredana Berte rivela un capitolo estremamente duro della sua esistenza
Si era sempre schierata con forza e in prima persona contro qualsiasi abuso.
Un po’ perché fa parte del suo carattere, dichiaratamente contro. Loredana Bertè ha trascorso gran parte della sua vita in direzione ostinatamente contraria rispetto al mainstream del quale non sopporta le regole, anche quelle non scritte.
Loredana Berte, femminista a prescindere
“Dicono che sono femminista, come se fosse un’etichetta, un distinguo necessario, un valore di merito. Io dico che è un dato di fatto e che tutti dovrebbero essere femministi a prescindere: soprattutto gli uomini” dichiarò a margine di una sua presenza a Sanremo nel 1997 quando incise una delle sue canzoni più belle, Luna, di poco tempo successiva alla tragica morte di sua sorella Mia Martini.
Quando si è trattato di scendere in campo e di farlo in modo impegnato e responsabile, Loredana lo ha fatto personalmente, dichiarandosi disponibile per i concerti organizzati nell’ambito delle iniziative di Una, Nessuna e Centomila.
Una vicenda che diventò un ulteriore caso: perché Loredana, esclusa dal cast quando il suo nome era già inserito tra le partecipanti – per una iniziativa non delle colleghe, ma degli organizzatori – ovviamente non solo non la prese bene. Ma chiese a gran voce spiegazioni per la sua esclusione.
Ma l’urlo che Loredana Bertè lancia dal palco di Palmi durante un concerto in piazza è di quelli che lasciano il segno: “Avevo 16 anni – ha detto la cantante al pubblico, oltre 20mila persone in piazza – e un bastardo mi ha violentata. Ero a Torino. Violentata, massacrata di botte e abbandonata su una cazzo di strada a Torino…”
La violenza sessuale
Lo sfogo di Loredana Bertè segue di poche ore le violenze sessuali di Palermo e Caivano: “Ogni sei ore un femminicidio, per non parlare poi degli abusi. Per questo ho smesso di tacere”.
Un racconto drammatico, che non aspetta i giornalisti e non si svolge in conferenza stampa e non rispetta il lancio di un grande evento discografico. Nulla di promozionale. L’urlo di Loredana Bertè arriva dallo stomaco, quello con cui molto spesso la cantante calabrese ha scelto di ragionare, facendo le cose di istinto e di impulso.
Lo sfogo di Loredana Bertè raccolto da uno spettatore
L’occasione per la drammatica confessione è la serata finale delle celebrazioni per la Varia di Palmi, una festa popolare di tradizione religiosa che si svolge in provincia di Reggio Calabria. Sullo stesso palco allestito per i grandi concerti in piazza
A marzo a Teatro
Il concerto di Loredana Bertè è stato anticipato da una splendida mostra fotografica dedicata alla cantante che è calabrese, nata a Bagnara. L’esposizione LiBertè, Loredana Bertè raccoglie alcuni splendidi scatti di Giovanni Squatriti. Poi dopo la tradizionale Scasata, la processione popolare che si svolge tra le strade della cittadina, il concerto, in programma alle ore 22.
Al termine del suo sfogo, ripreso da moltissimi presenti e diventato subito vitale, la cantante ha poi detto con forza al microfono “Io non sono carne”, aderendo così alla campagna social lanciata dal direttore del settimanale femminile F, Luca Dini. Il pubblico ha applaudito molto a lungo le parole di Loredana.
Ora, dopo gli ultimi problemi di salute che l’hanno costretta a rallentare e in un paio di occasioni addirittura a sospendere il suo programma di concerti dal vivo, Loredana può tirare il fiato.
La sua stagione estiva di concerti si è conclusa mercoledì sera con il recupero della data di Catania, inizialmente rinviata. Da marzo riparte il lunghissimo tour di Manifesto, album pubblicato nel 2021, con otto date in teatro.
Queste le date del tour teatrale di Loredana Bertè
05 marzo – Milano, Teatro Repower
11 marzo – Roma, Teatro Brancaccio
15 marzo – Varese, Teatro di Varese
19 marzo – Torino, Teatro Colosseo
03 aprile – Trieste, Teatro Rossetti
12 aprile – Cremona, Teatro Ponchielli
18 aprile – Bari, TeatroTeam
23 aprile – Parma, Teatro Regio