Nel corso di una travolgente esibizione davanti a quasi 300mila persone Tananai canta la sua rabbia contro la violenza sulle donne
Ai suoi piedi, dal palco, l’immagine è semplicemente straordinaria. Un colpo d’occhio che qualsiasi artista vorrebbe ammirare prima o poi nella sua vita. Oltre 250mila persone che ballano, si divertono, pendono dalle sue labbra.
Sono momenti in cui il peso di un’artista da specifico si fa assoluto: e Tananai ha deciso di sfruttare l’occasione per un messaggio che resti e che è sicuramente il più forte in assoluto tra quelli ascoltati nel corso della splendida rassegna della Notte della Taranta.
Tananai alla Notte della Taranta
Con un segno rosso strisciato sotto l’occhio destro, un simbolo che il mondo ha ormai cominciato a capire e ad appoggiare per l’importanza e il peso del suo significato, Tananai si è presentato davanti al pubblico con una giacca azzurro cielo che, quando si è girato di spalle davanti alla folla, ha scatenato un autentico boato.
In lettere cubitali rosse Tananai aveva scritto… Adesso basta, nessun’altra.
La Notte della Taranta reagisce ai tragici fatti di Palermo. Non si parla d’altro che della violenza sessuale di un branco di giovanissimi ai danni di una ragazza di 19 anni: sette ragazzi – alcuni dei quali minorenni e molto più giovani della loro vittima – sono in attesa di giudizio. Purtroppo non si tratta nemmeno dell’ultimo episodio considerando che nel fine settimana nuovi casi di violenza sessuale sono stati denunciati a danno di alcune ragazze a Caivano, Tivoli e in una discoteca altoatesina.
Ad alzare la guardia sugli tema violenza nei confronti delle donne era stata, alla presentazione del Festival popolare, uno degli eventi più attesi dell’estate italiana, Fiorella Mannoia. Che per quest’anno è stata la maestra concertatrice della Notte della Taranta. la persona preposta a invitare ospiti, organizzare la scaletta, dettare i temi e i ritmi della serata.
Durante la sua esibizione in uno dei momenti più attesi in assoluto, Fiorella Mannoia si è rivolta con grande trasporto al pubblico che, prima di una struggente esecuzione del classico di Fabrizio De André Bocca di Rosa ha chiesto un intervento deciso da parte delle istituzioni per fermare la violenza di genere. “L’amore deve essere condiviso, consenziente. L’amore è stare bene, è avere il piacere di stare insieme, desiderarsi l’un l’altro. Niente di più”.
Un messaggio condiviso dal pubblico
In quasi tutte le numerose esibizioni in programma nella 26esima edizione della Notte della Taranta in programma a Melpignano, il messaggio degli artisti coinvolti è stato forte e inequivocabile. Tanti, inevitabilmente, i riferimenti alla cultura tradizionale e popolare.
Molti applausi ancora per Fiorella Mannoia quando ha proposto Fimmine fimmine: “É un brano che racconta il lavoro delle tabacchine, così si chiamavano le donne che lavoravano il tabacco, Erano brave, veloci ed erano donne quindi potevano essere pagate meno degli uomini e lavorare anche di più. Potevano essere sfruttate, sfruttate dagli uomini che spesso le utilizzavano anche come schiave sessuali per i loro piaceri”.
Uniti contro la violenza
Applausi per l’invito di Fiorella al pubblico di unirsi al coro: “Tante cose non sono cambiate, anche oggi molte storie sono simili e questa canzone è un inno, un grido. È il nostro grido, la nostra canzone: fimmine cantatela con noi…” e il pubblico della Taranta, senza esitazioni, è esploso in un vero e proprio canto liberatorio. Tra i partecipanti al coro anche uno degli ospiti maschili più attesi, Brunori Sas: “Sono ‘masculo ma non posso che unirmi al vostro grido che è anche il mio” ha detto alla folla mano nella mano con Mannoia.
Il concetto di uomini e donne insieme, uniti per lottare contro il degrado culturale e di pensiero che sottende alle violenze sessuali è stato uno dei temi più forti e sottolineati di questa edizione della Notte della Taranta, forse una delle più riuscite in assoluto. Ci si aspettava alla vigilia un pubblico di 200mila persone: a colpo d’occhio erano sicuramente molte di più.