Protagonista di un’epoca d’oro del rock d’autore, Bernie Marsden ha collaborato per anni con il supergruppo Whitesnake
Un chitarrista raffinato, con il gusto estetico del riff e una vera passione per il blues che spesso tornava nella sua produzione di alto livello, come quella firmata per gli Whitesnake.
Bernie Marsden, chitarrista fondatore della band hard rock inglese Whitesnake, è morto dopo una breve malattia tra i suoi affetti familiari. Aveva 72 anni.
Bernie (Bernard John) Marsden diede vita agli Whitsnake in un clamore assoluto considerando che la band era il primo vero supergruppo rock, nato dopo il pesantissimo divorzio del cantante David Coverdale nientemeno che dai Deep Purple.
Quando nel 1974 il cantante decise di lasciare i Deep Purple dopo tre anni e tre soli album, la scelta fu quella di creare una band che partendo da radici blues arrivasse al power rock e al cuore della gente: “Non volevamo essere d’elite ma un patrimonio della gente comune. Volevamo che il nostro rock si sentisse per radio e diventasse occasione di festa e di unità. Non ci interessava essere élite: anche se con quel nome tutti pensavano che volessimo metterci sul piedistallo….” disse Coverdale spiegando le origini del progetto Whitesnake.
Alla base del progetto c’era proprio il talento blues che si esprimeva nella chitarra di Bernie Marsden, che era arrivato al grande palcoscenico rock grazie a una straordinaria tournée con gli UFO.
“Bernie fu uno dei primi chitarristi cui pensammo, perché aveva tutto. Aveva stile, qualità compositiva e sapeva stare sul palco come pochi: aveva anche una splendida voce, molto particolare. I suoi riff erano incantevoli…” dice ancora Coverdale a proposito di quello che fu una delle colonne dei primi Whitesnake.
Tant’è che il primo lavoro di Marsden è proprio quello di sfornare riff, orecchiabili, ruffiani, facili. Che fossero di richiamo immediato in particolare per il pubblico americano cui gli Whitesnake cominciarono a puntare fin da subito. Un talento che si concretizza con alcune canzoni immortali che fissano immediatamente gli standard altissimi della band e al posizionano al vertice delle classifiche: su tutte due superclassici come Here I Go Again e Fool for Your Loving che non mancano mai nel repertorio degli Whitesnake.
Marsden lasciò la superband senza attriti. Era un compositore capace di scrivere anche quaranta-cinquanta canzoni in un anno. E i ritmi lenti e compassati degli Whitesnake, per quanto molto remunerativi, non lo accontentavano.
Quindi, dopo cinque dischi di grande rilievo, i migliori degli Whitesnake, Marsden si mise per conto proprio e iniziò a scrivere in quantità industriale. Una infinità di progetti solisti, almeno una trentina di dischi e poi molto altro materiale con Alaska, Wild Turkey, MGM, Moody Marsden Band, M3, Snakes (uno spinoff della band di Coverdale) e Little House Band pur continuando a collaborare con gli Whitesnake con diverse altre canzoni che Coverdale inserì spesso tra dischi e live.
Here I Go Again, numero #1 assoluto degli Whitesnake
La sua grandissima passione restava il blues con alcuni album di grande rilievo, in particolare Green and Blues, in una lunga carrellata di dischi fino a Trios, pubblicato quando era già malato lo scorso anno. Di lui resta anche Kings, disco meraviglioso, un omaggio ai colossi del blues come Albert King, Freddie King e B.B. King che raggiunse rapidamente i vertici della classifica inglese e che gli valse l’onorificenza di Lord of Blues agli HRH Awards. Memorabili alcuni suoi con Gary Moore e Joe Bonamassa…
Marsden, inglese di Buckingham, è morto dopo una breve malattia registrando e suonando fino all’ultimo, affiancato dalla moglie Fran e dalle figlie Charlotte e Olivia.
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