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Toto Cutugno, i funerali: le parole di Pupo e Gianni Morandi

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Tanta gente comune e alcuni colleghi ai funerali di Toto Cutugno che si sono tenuti nella chiesa parrocchiale di famiglia a Milano

I funerali di Toto Cutugno. Nella Milano ancora semideserta della settimana che segue Ferragosto c’è tanta, tanta gente fuori dalla chiesa di viale Argonne, la stessa chiesa parrocchiale a poca distanza da dove viveva e dove si era sposato, quella dei SS Nereo e Achilleo.

Ci si aspetterebbe qualche collega in più, magari alcune delle persone con cui ha collaborato per diversi anni. Ma a spiccare fuori dalla chiesa è soprattutto la gente comune.

Toto Cutugno, funerali popolari

La salma di Cutugno, deceduto al San Raffaele a 80 anni dopo una lunga malattia, arriva accompagnata da applausi e musica. Un fisarmonicista suona L’Italiano, alcuni la cantano prima e dopo fuori la funzione con quell’inconfondibile ritornello che lo ha reso famoso nel mondo. Ci sono molti fiori e i palloncini, alcuni dei quali decorati con note musicali e chiavi di violino.

É ovvio che le persone aspettino soprattutto i vip, i cantanti che con Cutugno hanno condiviso quindici edizioni del festival di Sanremo, magari anche qualche polemica. Ma i cantanti presenti per la verità sono pochi. Tra questi Gianni Morandi, vincitore insieme a Tozzi e Ruggeri proprio davanti a Cutugno con la sua Si può dare di più, e Pupo che diverse canzoni di Cutugno le aveva interpretate con successo.

Le parole di Morandi e Pupo

Morandi e Pupo sono amici da sempre, compagni della nazionale cantanti: arrivano assieme e si siedono uno accanto all’altro. Sono tra i pochi a parlare: “Un grande amico, un grande uomo e un grande artista. Ma soprattutto una persona coerente, estremamente coraggiosa” ha detto Morandi entrando nella basilica.

Un collega per Morandi. Ma anche un avversario: “Era un competitor, gli piaceva vincere, amava la competizione. Ci siamo incrociati spesso, ci conoscevamo da una vita”.

Il feretro di Toto Cutugno nella chiesa di viale Argonne a Milano – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

Pupo gli fa da eco: “Qualcuno diceva che era un cantautore troppo popolare, invece io dico che è stato un cantautore al livello di tutti gli altri ma anche un grande interprete che alla gente piaceva e non solo in Italia, anche all’estero. Molti non ci arrivano mai, e ci patiscono. Una canzone che gli avrei rubato era Gli Amori…”

Pupo sottolinea l’assenza di alcuni colleghi. Molti si aspettavano Adriano Celentano che ha postato il suo messaggio di cordoglio su Facebook: “In effetti sono mancati un po’ di VIP – dice l’interprete di Gelato al Cioccolato rivolgendosi a Morandi– ci siamo solo noi due…”

Ma subito Morandi lo corregge: Io non sono mica un vip…”

Morandi deve a Cutugno una delle sue canzoni più memorabili, Vita, cantata insieme a Lucio Dalla in uno dei suoi ritorni in scena più memorabili. Cutugno l’aveva scritta per Mina. Morandi dopo averla ascoltata la volle per sé…

“Gli autori di oggi sono solo sottofondo…”

A poca distanza arriva Piero Cassano, fondatore dei primi Matia Bazar che con lui il Festival lo hanno vinto due volte. Prima con …E Dirsi Ciao (Antonella Ruggero alla voce, 1978) e poi con Messaggio d’Amore (Silvia Mezzanotte, 2002).

“Con Toto se ne va un pezzo della canzone melodica – dice il tastierista e compositore – tutti ricordano e canteranno quel suo inciso, così famoso ma di cose belle ne ha scritte tante, ma proprio tante. Eredità? No, Toto come molti altri della nostra generazione non lascia alcuna eredità perché cantanti e autori di oggi rispetto a lui sono solo sottofondo musicale”.

Gianni Morandi e Pupo, tra i pochi colleghi presenti alle esequie – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

In prima fila la moglie Carla, erano sposati da 52 anni, il figlio Nicola e i nipoti che gli erano profondamente legati.

Il ricordo di altri colleghi: Lavezzi e Ranieri

Accanto a Pupo e Gianni Morandi spicca l’inconfondibile volto di Fausto Leali, primo davanti a Cutugno in uno dei suoi sei secondi posti al Festival. Leali cantava con Anna Oxa Ti Lascerò: era il 1989. I due erano molto amici.

Fra i presenti anche Peppe Vessicchio, direttore d’orchestra e arrangiatore lo aveva affiancato in diverse occasioni al Festival di Sanremo.

Ha scritto decine di canzoni di enorme successo, famose in tutto il mondo – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

Tra gli omaggi anche quello di Massimo Ranieri che proprio poche ore prima della morte di Cutugno era andato in onda su RAIUno con una delle sue repliche di Sogno e Son Desto nelle quali il cantante era ospite. Ranieri, impegnato in un concerto al Teatro di Verdura di Palermo, ha tenuto tra i bis una splendida esecuzione di L’Italiano: “Ciao Toto e grazie. Grazie per la tua gentilezza, per la tua signorilità. Grazie per tutto quello che ci hai lasciato” ha detto Ranieri al pubblico che si è alzato in piedi.

La gente comune

Tanta la gente del quartiere: “Era uno di famiglia per tutti, non se la menava minimamente anche se era ricco e famoso – dice un suo vicino di casa – faceva la spesa, veniva al bar a prendere il caffè e qualche anno fa si divertiva a giocare a biliardo con altri frequentatori. Con la stecca era piuttosto bravo. Ai ragazzini lasciava sempre il gelato o l’aranciata pagata. Era un generoso, un uomo semplice e molto divertente…”

Mario Lavezzi era uno dei colleghi che lo ha vissuto più a lungo, fino all’ultimo: “Mi ha raccontato tutta la malattia per filo e per segno, cura e terapie, diagnosi e ricadute, speranze e fatica. Ha avuto un gran coraggio. La gente questo lo ha riconosciuto e apprezzato. La critica radical-chic lo aveva ferito e forse anche infastidito. Ma alla fine contava di più l’affetto della gente”.

La salma di Toto Cutugno è stata cremata al cimitero di Lambrate. Inevitabile pensare che il prossimo Festival di Sanremo, di nuovo affidato ad Amadeus per la quinta volta – uno dei conduttori con cui Cutugno aveva collaborato in passato, ma anche polemizzato – gli renderà un doveroso omaggio.

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