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Toto Cutugno e Sanremo, una lunga storia tutta italiana

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Nessun altro artista ha presenziato così tante volte a Sanremo quante Toto Cutugno, nessun altro ha ottenuto così tanti podi…

La scomparsa di Toto Cutugno ufficializzata ieri al termine di una lunga malattia, ha destato profonda impressione e cordoglio non solo in ambito artistico e musicale. E certo non solo in Italia. Perché Cutugno era amatissimo all’estero e aveva venduto un gran numero di dischi ovunque.

Toto Cutugno, una storia italiana

Cutugno, che aveva 80 anni, era una star di prima grandezza in Russia, Giappone, Corea del Sud, negli Stati Uniti, in Canada e in America Latina. Aveva tenuto tournée di enorme successo in tutto il mondo. Un vero e proprio simbolo della cultura e della lingua italiana che rivendicava con molta forza e senso di identità.

In Italia era conosciuto non solo per la sua presenza sul palco più importante, quello del Festival di Sanremo cui aveva partecipato per ben 15 volte in gara, (come Al Bano, Peppino di Capri, Anna Oxa e Milva) ma più di chiunque altro se si considerano anche le sue presenze in qualità di ospite e di interprete fuori dalla competizione.

Se c’era uno che prendeva la gara decisamente sul serio questo era proprio Toto Cutugno che amava l’idea di vincere, e per farlo presentava canzoni sempre assolutamente in linea con quelle che erano le aspettative del pubblico. Anche se questo lo ha portato per molte volte solo sul podio: per la verità più di chiunque altro. Perché in quindici edizioni, tredici delle quali da solista, Cutugno ha registrato una vittoria, sei secondi posti, un terzo posto e due piazzamenti in quarta posizione, appena sotto il podio. Nessun altro ha ottenuto risultati così eclatanti.

Cutugno a Sanremo, una sola vittoria

Paradossalmente Cutugno vinse con una delle canzoni che il pubblico forse ricorda di meno, Solo Noi. Una ballata molto tradizionale che nel 1980 lo porta al comando della classifica al suo esordio assoluto come solista. Non è una bella edizione del festival che viene affidato a Roberto Benigni ma con una programmazione ridotta e tante esecuzioni in playback. Il pubblico vedrà in diretta solo la serata finale.

Ma è L’Italiano il brano che gli darà una popolarità immensa in tutto il mondo. La canzone era destinata a Celentano che in quel periodo aveva deciso di incidere cover per un progetto che avrebbe ottenuto un enorme successo. Quell’album, I miei Americani, disco con Susanna, e una rilettura di Smoke Gets in Your Eyes dei Platters e di That’s All Right Mama di Elvis Presley, non prevedeva brani inediti.

Tanta televisione per Toto Cutugno che ha condotto due edizioni di Domenica In – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

Nel 1983, quando L’Italiano si affaccia a Sanremo, Celentano stava promuovendo Atmosfera, disco uscito a inizio anno, meno fortunato e senza picchi particolari. Il Molleggiato ascolta L’Italiano, gli piace, ma consiglia a Cutugno di farla da solo. Gianni Ravera, che all’epoca produceva il Festival come direttore artistico – decide di puntare quasi tutto su di lui, su Vasco Rossi (ultimo con Vita Spericolata) e sui Matia Bazar che con Vacanze Romane saranno il grande successo commerciale dell’anno, il quarto disco più venduto del 1983.

Quella de L’Italiano sarà in realtà un’onda lunga che culminerà con un successo impressionante all’estero. Il brano viene adottato da tutte le comunità di italiani nel mondo: per mesi è la canzone più trasmessa dalle radio che producono musica italiana in Australia, Canada, negli Stati Uniti e in Brasile. É uno dei suoi piazzamenti peggiori al festival: è solo quinto. Ma quella canzone sarà il suo successo più importante di sempre.

L’eterno secondo

Cutugno si piazza secondo l’anno dopo con Serenata, poi quarto con Azzurra Malinconia, nel 1986. Quindi inanella quattro secondi posti di fila: Figli, Emozioni, Le Mamme e Gli Amori. Brani che accontentano le giurie ma che il pubblico premia solo relativamente e che gli costano un certo dissenso da parte della critica.

Famosi alcuni suoi battibecchi con i giornalisti che lo accusano di uno stile eccessivamente nazional-popolare e accondiscendente. Nel 1995 si distingue con una canzone davvero bizzarra, Voglio andare a vivere in campagna“Visto che tutti mi prendevano tremendamente sul serio ho pensato di divertirmi un po’…” dichiarò alla sala stampa del Roof Garden dell’Ariston. Si piazza solo 17esimo, stesso piazzamento al giro successivo con Faccia Pulita. Ancora un secondo posto con Come noi nessuno al mondo cantato insieme ad Annalisa Minetti e un quarto posto nel 2008 con Un falco chiuso in Gabbia. La sua ultima presenza in gara è nel 2010 con Aeropolani.

In realtà alcuni dei suoi più grandi successi li presentò solo in qualità di autore. Quando un giovanissimo Luis Miguel si presenta adolescente a Sanremo nel 1985 il direttore artistico Gianni Ravera chiede proprio a Cutugno di scrivere una canzone speciale che riavvicinasse i ragazzi al festival: lui propone Noi, ragazzi di oggi, secondo.

Ha scritto decine di canzoni di enorme successo, famose in tutto il mondo – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

Nel 1987, l’anno in cui si piazza alle spalle di Morandi, Ruggeri e Tozzi con Figli, Cutugno presenta altre tre canzoni: Io amo di Fausto Leali si piazza quarta, Il Sognatore di Peppino Di Capri è quinta, Canzone d’Amore dei Ricchi e Poveri è settima… Alla fine di quel festival simpaticamente dichiarerà… “Volevo cambiare macchina, ma forse posso comprarmi casa”.

Vince anche all’Eurovision

Uno dei successi più importanti e sottovalutati di Cutugno fu all’Eurovision Song Contest del 1990. Cutugno partecipava in virtù della sua collezione di secondi posti a Sanremo. Dopo quello alle spalle di Oxa e Leali nel 1989, si era di nuovo piazzato di nuovo secondo anche nel 1990 alle spalle dei Pooh con Uomini Soli. I Pooh non erano entusiasti di dover partecipare al festival dell’Eurovision e avevano un tour fitto di date che mal si conciliava con l’evento europeo.

Quindi andò Cutugno reduce da una edizione del Festival semplicemente strepitosa nella quale l’autore con la sua canzone Gli Amori fece un passo indietro davanti alla serata che vide la sua canzone interpretata da Ray Charles: cinque minuti di applausi, Cutugno era in lacrime…

Correndo un bel rischio e infischiandosene della promozione, Cutugno portò a Zagabria – fu uno degli ultimi eventi ufficiali dalla ex-Jugoslavia prima della drammatica guerra civile che avrebbe dissolto il paese – Insieme 1992 (Unite Europe). I giornalisti italiani lo mettono alla gogna criticando ancora una volta il testo della canzone, populista e un po’ trash. Lui se ne frega. E vince.

La canzone, un testo in lingua italiana dedicato all’Europa Unita e alla scadenza del 1992 che si riferiva al Trattato di Maastricht, il primo atto costitutivo dell’UE, arriva al primo posto in nove paesi europei. Ma non in Italia…

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