Divisi da molto tempo e senza alcuna intenzione di tornare insieme, i Talking Heads faranno la loro prima ricomparsa in pubblico, ma non c’è da entusiasmarsi
Ore 16, i Talking Heads ammettono la loro intenzione di tornare insieme per una occasione davvero speciale: il 40esimo anniversario della pubblicazione del loro film capolavoro, Stop Making Sense.
Ore 18.40: con due righe laconiche, rispondendo a un giornalista che gli chiede se sia la volta buona per rivedere la band al gran completo, David Byrne taglia corto: “Non è una reunion, non torneremo mai più insieme”.
Insomma, c’è di che entusiasmarsi perché in fondo i Talking Heads, una delle band più influenti e creative nella storia della musica rock, hanno comunque deciso di tornare insieme su un palco a distanza di 21 anni da una lite seguita da una separazione senza alcun riavvicinamento. La band tornerà insieme per una occasione unica e irripetibile. Così come unica era la decisione di accettare l’induzione nella Rock and Roll Hall of Fame.
L’opportunità sarà la proiezione del 40esimo anniversario di Stop Making Sense al Toronto International Film Festival. Prima il film, poi una sessione di domande e risposte post-proiezione moderate niente meno che da Spike Lee. La band sarà al completo: ci sarà persino David Byrne che tre mesi fa aveva detto che non avrebbe mai e poi mai consentito di tornare sul palco con la sua vecchia band.
Non è un mistero che Byrne abbia chiuso i rapporti in modo pesantissimo con Chris Frantz e Tina Weymouth e che non ci sia alcun modo di rivederli insieme. Una diaspora silenziosa che a quanto pare non si risolverà mai.
I Talking Heads non suonando un intero concerto insieme dalla fine del tour Speaking in Tongues all’inizio del 1984. Anche se hanno continuato a fare dischi per tutti gli anni Ottanta, i loro dischi migliori per certi versi. L’unica volta che sono tornati insieme su un palco è stato il 17 luglio 1989, quando i Tom Tom Club — band che presenta la sezione ritmica dei Talking Heads con il batterista Chris Frantz e sua moglie, la bassista e polistrumentista Tina Weymouth — accolse David Byrne e il chitarrista Jerry Harrison al Ritz di New York un’unica canzone: Psycho Killer.
La band si sciolse formalmente nel 1991. Cinque anni dopo, Frantz, Weymouth e Harrison si riformarono e incisero un album con cantanti ospiti, tra cui Michael Hutchence (INXS), Debbie Harry (Blondie), Ed Kowalczyk dei Live e Johnette Napolitano dei Concrete Blonde. Hanno anche fatto un breve tour con Napolitano, ma Byrne ha intentato una causa per bloccare l’iniziativa.
Psycho Killer, 2002, l’ultima volta che i Talking Heads hanno suonato insieme
David Byrne non perdonò mai questo sgarbo: “Sebbene gli altri membri della band possano affermare il contrario, è un tentativo abbastanza ovvio di fare cassa con il nome dei Talking Heads. Qualcuno dirà che non sono i Talking Heads, altri che sono i Talking Heads ma senza il loro cantante. In ogni caso non sono i Talking Heads. Non più di una cover o una tribute band. Quindi dovrebbero avere un nome diverso”…. dichiarò prima di ritirare la causa quando gli venne garantito che il progetto non avrebbe portato il nome della band.
L’unica occasione in cui sono riusciti a mettere da parte le loro divisioni fu nel 2002 per esibirsi in uno strepitoso set di tre canzoni: Psycho Killer, Life during Wartime e Burning Down the House in occasione del loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame.
Negli ultimi due decenni, Weymouth e Frantz sono diventati sempre più espliciti riguardo alle loro frustrazioni con Byrne: “David è incapace di restituire l’amicizia” ha detto Weymouth nel 2004.
Nel 2020, Frantz ha pubblicato il suo libro di memorie, Remain in Love. È incentrato sul suo lungo matrimonio con Weymouth, ma approfondisce anche i decenni di turbolenze all’interno della band. Eloquente la ricostruzione di un ennesimo tentativo di mettere fine alla diaspora: “Sarebbe bello se potessimo rimetterci assieme perché, a differenza di molti dei nostri contemporanei, siamo tutti ancora vivi. L’ultima volta che ho parlato con David abbiamo parlato anche di una reunion. Mi rispose che ci avrebbe pensato e mi avrebbe ricontattato. Era un venerdì. Lunedì ricevo una mail che dice… ‘l’ho già detto e lo ripeto per l’ultima volta… Non mi riunirò mai con i Talking Heads. Per favore, non parlarmene più’…”
La band era appena scesa dal palco della Hall of Fame. E sono passati venti anni in cui la band non si è mai più parlata.
David Byrne si esibisce in American Utopia con Burning Down The House
David Byrne nel frattempo ha scritto per sé, per il cinema e ha realizzato uno splendido spettacolo di Broadway – American Utopia – nel quale dove ha suonato molti dei più grandi successi della band. Nessuno della band è stato invitato: e dunque nessuno dei Talking Heads ha mai presenziato a quello spettacolo.
Harrison ha mantenuto un rapporto più stretto con Byrne rispetto a Weymouth e Frantz. Ha passato gli ultimi mesi a suonare Remain in Light in un tour con il chitarrista Adrian Belew. Ma della band non si parla: “Abbiamo un rapporto cordiale, se sono a New York, lo chiamo e ceniamo insieme. Ma quando alla band e alla sua eredità non siamo in accordo praticamente su nulla. Quindi… non ne parliamo”.
Dal canto suo Spike Lee si dice certo di poter mettere d’accordo i quattro litiganti. La speranza è che ci riesca sul serio. L’appuntamento è a Toronto l’11 settembre per la proiezione del meraviglioso film diretto a Jonathan Demme.
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