Considerato uno dei più grandi manager e produttori musicali del dopoguerra, Clarence Avant aveva 92 anni
Non c’era artista di colore che non conoscesse Clarence Avant: che aveva lavorato con tutti i più grandi e quelli con cui non aveva lavorato avrebbero voluto lavorare con lui.
Una vita intera dietro le quinte, negli studi di registrazione lavorando come agente, manager e produttore fino a diventare proprietario di una propria etichetta discografica. Una grande lungimiranza nel voler fare le cose e nello scegliere l’artista e il prodotto giusto. Una feroce determinazione quella di Clarence Avant, che gli era valsa a pieno titolo la definizione di Padrino della musica nera.
Il manager, agente e produttore è scomparso nel fine settimana nella sua casa di Los Angeles. Aveva 92 anni. La notizia è stata ufficializzata dalla sua famiglia.
Come manager, prima a New York, e poi sulla costa occidentale, Clarence Avant ha lavorato con un esercito di stelle di prima grandezza: Sarah Vaughan, Freddie Hubbard, Little Willie John, Jimmy Smith oltre che per diversi anni con il produttore Creed Taylor, solo per citare le stelle più importanti di un portafoglio praticamente immenso.
È stato l’uomo che ha curato la colossale vendita della Stax Records. Ma è stato soprattutto lo scopritore di talenti immensi che hanno portato decine di milioni di dollari di incassi e introiti alle case discografiche cui, con indiscutibile istinto, riusciva a garantire artisti semisconosciuti. Il caso sicuramente più clamoroso è stato quello di Bill Withers, messo sotto contratto a fine anni ‘60 quando il musicista non era praticamente nessuno.
Talento manageriale di straordinaria capacità, Clarence Avant fu uno dei primi a intuire che la vera chiave dietro il successo della musica erano le radio, in un sistema statunitense completamente diverso rispetto a quello che conosciamo in Italia. Quindi a metà anni ’70 investì gran parte dei suoi guadagni per fondare una rete tutta sua, la KAGB-FM Avant Garde Broadcasting, una delle prime stazioni radio proprietà di imprenditori di colore che trasmetteva esclusivamente black music, funky e disco.
In pochi anni la radio divenne un successo straordinario, il punto di riferimento di un’intera cultura che attraverso le sue frequenze si faceva conoscere e ascoltare. All’apice del suo successo Avant decise, con pieno successo, di intraprendere un’ulteriore avventura imprenditoriale fondando due case discografiche. La prima – la Sussex – destinata a un mercato popolare, la seconda – la Tabu – produceva artisti di spessore che arrivavano fino al free jazz. Tra gli artisti che mise sotto contratto, oltre a Bill Withers, che lavorò con lui per quasi quarant’anno, anche Dennis Coffey, S.O.S. Band, Wadsworth Mansion, The Gallery e The Presidents.
Clarence Avant fu un precursore in tutti i sensi. Quando ascoltò il materiale autoprodotto della S.O.S. Band non ebbe alcun dubbio nel far firmare loro un contratto a lungo termine. Fu il primo grande successo di due produttori destinati a rivoluzionare la musica degli anni ’80 e ’90, Jimmy Jam e Terry Lewis, protagonisti di vent’anni di successi soprattutto nella produzione da discoteca. Un’altra, ennesima, frontiera che Clarence Avant esplorò con successo scoprendo diversi altri talenti tra i quali Reid e Kenneth “Babyface” Edmonds.
Amico e collaboratore storico per molti anni di Quincy Jones fu il produttore di uno dei tour più grandi di sempre, quello di Bad di Michael Jackson.
Poi, con gli anni, ridusse progressivamente la sua attività artistica per dedicarsi quasi esclusivamente a quella manageriale. È stato nominato presidente del colosso Motown nel 1993 e quattro anni dopo è diventato il primo afroamericano a far parte dell’International Management Board della PolyGram.
“Lo straordinario contributo di Clarence alla musica ha infranto enormi barriere durante la sua carriera. È stato la guida e il mentore di tutti i dirigenti di colore dell’industria musicale per decenni, fornendo una guida e un supporto inestimabili battendosi sempre per la parità dei diritti. Clarence era umano e giusto e ispirava amore e rispetto da tutti coloro che lo conoscevano. Personalmente l’ho amato e mi mancherà per sempre” ha scritto Clive Davies, uno dei più grandi imprenditori musicali di sempre.
Avant è stato indotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2021 e nel 2019 è stato premiato dalla Recording Academy con il premio Grammy Salute to Industry Icons.
Impegnato nelle arene sociali, politiche e sportive, le sue relazioni spaziano dal presidenziale (Bill Clinton, Barack Obama) all’imprenditoriale (Oprah Winfrey) al ring (Muhammad Ali, per il quale si è assicurato un varietà speciale su ABC).
Avant è stato il protagonista del documentario Netflix The Black Godfather (2019). Il film racconta la carriera rivoluzionaria di Avant e la sua eredità viene omaggiata da stelle assolute come Snoop Dogg, Sean “Diddy” Combs, la cantautrice Diane Warren, Lionel Richie, David Geffen.
Una vita di enorme successo segnata tuttavia nel dicembre di due anni fa da una grave tragedia. Sua moglie Jacqueline, 54 anni di matrimonio, morì tragicamente, vittima di un tentativo rapina nella loro di Beverly Hills. Un dolore dal quale Avant non si è mai completamente ripreso ma che gli ha dato l’ispirazione per una nuova grande iniziativa, la costruzione di un centro per aiutare i bambini a South Los Angeles, il Jacqueline Avant Children & Family Center, che ha aperto all’inizio di quest’anno.
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