Dopo il clamoroso successo di pubblico del concerto di Travis Scott al Circo Massimo le istituzioni che sovrintendono all’area archeologica protesta
Quello di Travis Scott al Circo Massimo di lunedì scorso non è stato certo il concerto più importante mai ospitato all’interno della prestigiosa area archeologica romana. E nemmeno quello più affollato se si considera che nel 2008, per uno show completamente gratuito patrocinato da uno sponsor, oltre mezzo milione di persone accorse nella gigantesca spianata vicina al Colosseo per assistere a uno dei più grandi concerti di sempre, l’ultimo show italiano dei Genesis.
Il video di quello spettacolo intitolato When in Rome e a tutt’oggi uno dei documentari live più venduti e visti di sempre, un documento straordinario di un evento – probabilmente- irripetibile. Perlomeno nel nostro paese.
Sicuramente però il concerto di Travis Scott ha superato largamente le aspettative delle istituzioni e forse anche degli stessi organizzatori. A dispetto del fatto che siano stati venduti ‘solo’ poco più di 60mila biglietti, meno rispetto a quelli distribuiti per concerti di grande richiamo come Imagine Dragons e Guns And Roses, anche loro ospiti del Circo Massimo nella stagione dei concerti di quest’estate, quello che ha completamente sorpreso gli organizzatori è stato soprattutto il volume.
Nonostante ci siano regole ben precise che impediscono alla produzione di esagerare con i decibel, l’impressione è che lo show del rapper americano sia andato un pochino al di là del consentito. L’impatto della musica, e in particolare dei subwoofer, le casse che esaltano bassi e ritmi di batteria, sembrava essere perfettamente percettibile anche a grande distanza dal luogo del concerto.
Un altro degli aspetti sottovalutati è stato l’impatto della folla. Rispetto al pubblico più calmo di altre band, la presenza del pubblico di Travis Scott si è fatta sentire in termini di boati, vibrazioni del terreno, afflusso e deflusso dall’area con conseguenze molto importanti sia per il traffico privato che per la mobilità pubblica.
C’è stata poi un’ulteriore questione che nel corso delle ultime ore ha preso campo e che ha portato anche a una indagine della magistratura contro ignoti. La presenza all’interno del concerto di alcuni malintenzionati organizzati per commettere rapine.
Una situazione che, purtroppo, sta diventando abitudine all’interno dei grandi appuntamenti dal vivo e che comincia a preoccupare non poco soprattutto dopo la drammatica esperienza del concerto di Sfera Ebbasta al Lanterna Azzurra di Corinaldo nel 2018, sei vittime e quasi 60 feriti.
La polizia ha confermato di aver rinvenuto bombolette di spray al peperoncino che potrebbero essere state utilizzate nella carica per colpire alcune persone e rubare loro portafogli e telefonini. Almeno 60 le persone che hanno ammesso di aver fatto ricorso al pronto soccorso dell’arena per bruciore e irritazioni alle mucose degli occhi del naso e della bocca. Si attende ancora di capire se e quanti presenteranno denuncia per furto, cosa che purtroppo non sempre avviene dopo concerti di questo tipo.
L’utilizzo di spray al peperoncino, in particolare per eventi così affollati e di fronte a una calca di persone così eccezionale, può trasformarsi in tragedia, come abbiamo visto. E a quanto pare il lavoro di controllo all’ingresso da parte degli organizzatori, nonostante metal detector, verifica degli zaini e una presenza capillare di addetti, sembra non essere sufficiente.
L’ultima a esprimersi contro eventi di massa come quello di Travis Scott al Circo Massimo è Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo che ha chiesto senza mezzi termini la fine delle esibizioni presso l’arena storica dopo il concerto di lunedì scorso.
La dottoressa Russo non si è limitata ad alcune dichiarazioni alle agenzie di stampa e ai giornali italiani. Il suo punto di vista, infatti, ha avuto un risalto mondiale, proposto in onda per tutta la giornata di ieri anche nel corso dei notiziari della CNN.
Durante il concerto di Travis Scott, infatti, alcuni abitanti di Roma hanno avanzato il dubbio che la capitale fosse oggetto di una serie di scosse telluriche.
Ma i dispacci dell’istituto di vigilanza sui terremoti hanno rivelato la totale assenza di sciami sismici. Dunque si è intuito che ha provocare le vibrazioni potevano essere proprio la musica e gli spettatori dello show. La cosa ha scatenato non poco sarcasmo e un gran numero di reazioni social. Ma la realtà dei fatti è che persino i vigili del fuoco avrebbero ricevuto centinaia di chiamate da parte dei cittadini preoccupati delle vibrazioni.
In tutto questo Travis Scott ha irradiato in streaming il suo concerto del Circo Massimo che al momento è uno dei maggiori successi di sempre in rete per numero di iscritti e paganti. L’accesso al live costava 15 dollari. Di qui il clamoroso risalto ottenuto anche dalle dichiarazioni di Alfonsina Russo: “Il Circo Massimo è un monumento. Non è uno stadio, non è una sala da concerto. Questi mega concerti rock lo mettono a rischio, così come il vicino Palatino, al centro di vibrazioni strutturali molto pericolose. I concerti rock dovrebbero essere tenuti negli stadi per non mettere in pericolo la sicurezza pubblica ma Anche la solidità strutturale di monumenti che sono protetti per il bene comune”.
Il Circo Massimo è a disposizione degli organizzatori dei concerti con una regolare licenza che, stando a fonti ufficiose, porta nelle casse del Comune di Roma diverse centinaia di migliaia di euro.
Recentemente anche uno studio di un’università americana ha rivelato come i concerti di Taylor Swift, negli Stati Uniti, abbiano provocato delle vibrazioni del tutto simile a quelle di una scossa sismica di assestamento di magnitudo 2.3.
Numerose le persone costrette a fare ricorso alle pubbliche assistenze e ai medici durante il concerto per malori di vario ordine, in particolare causati dalla fatica e dalla disidratazione. In ospedale anche un ragazzino caduto da diversi metri di altezza dopo essersi arrampicato per guardare il concerto da un muro, all’esterno della recinzione del Circo Massimo.
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