Emozionante esibizione nel nome di Lemmy dei due Motorhead superstiti con le ceneri del bassista sparse sul suo palco preferito
Il Festival rock di Wacken, alle porte di Amburgo, si è appena concluso con una delle cerimonie più belle ed emozionanti mai viste ai bordi del palco di una grande rassegna rock.
A Wacken sono legate alcune delle esibizioni più leggendarie dei Motorhead il cui leader, il leggendario Lemmy Kilmister, aveva comprato casa a pochi chilometri dalla grandissima radura che da anni ospita la manifestazione… “Perché adoro sentire la musica da casa, e mi piace l’idea di andare a suonare direttamente con la mia moto” aveva spiegato anni fa.
Difficile spiegare che cosa Lemmy rappresenti per chi non conosce il genere o l’immensa influenza che il suo modo di cantare e suonare ebbe.
Anche se il cantante era solito grugnire al microfono “We are Motorhead and we play rock and roll….” come se fosse la cosa più semplice del mondo, i Motorhead hanno completamente ridisegnato gli standard di molte esibizioni che loro riuscirono a rendere più veloci, più dure, rubando elementi dal punk – cui Lemmy era molto legato – e creando un suono assolutamente unico nel suo genere.
Ace of Spades eseguita da Doro, Phil Campbell e Mikkey Dee a Campbell
Wacken ha ospitato una delle manifestazioni più belle ed emozionanti mai dedicate a un musicista scomparso. Lemmy è scomparso all’improvviso poco dopo il Natale 2015 dopo una brevissima malattia, una leucemia fulminante del sangue.
Da allora Phil Campbell e Mikkey Dee, rispettivamente chitarrista e batterista dei Motorhead, non si sono mai più riuniti sul palco sotto il marchio della band. E per farlo hanno scelto proprio Wacken eseguendo insieme ai Doro una micidiale versione di uno dei brani più noti della band, Ace of Spades.
Ma non si è trattato solo di eseguire una canzone. Il Wacken Open Air ha ospitato una mostra di oggetti dedicati a Motorhead, alcuni dei quali donati dalla famiglia del musicista, altri portati personalmente dai suoi musicisti. Capi di abbigliamento, anelli, spille, cappelli (Lemmy li indossava sempre), le caratteristiche tazze nelle quali tracannava dosi eclatanti di Coca e Bourbon (rigorosamente Jack Daniel’s), un cocktail che oggi porta il suo nome: Lemmy on the Rocks.
Dee ha spiegato quanto significasse per lui un memoriale come questo: “Abbiamo finalmente avuto il permesso di diffondere le ceneri di Lemmy che abbiamo custodito e anche se ci sono problemi burocratici, perché questa pratica non è permessa ovunque, non c’è davvero posto migliore per quello che resta di Lemmy. Che torna alla sua gente, là dove è sempre appartenuto”.
Alcune ceneri sono finite all’Hellfest francese dello scorso anno, altre potrebbero essere sparse sotto il Pyramid Stage di Glastonbury l’anno prossimo: “Vorremmo diffondere le sue ceneri in tutto il mondo, in qualunque grande festival ci sia piaciuto, o che Lemmy abbia amato apprezzato, o dove ci chiedano di farlo. Si tratta solo di un atto dovuto nei confronti di un uomo molto amato che ha dato tantissimo. Un gesto simbolico. Il suo spirito è qui… è sempre stato qui”.
Le cerimonie celebrative per ricordare Lemmy
Un piccolo quantitativo di ceneri sono conservate nell’esposizione del Lemmy’s Bar, nel villaggio di Wacken accanto a un cappello di Kilmister, i suoi stivali da cowboy, il basso e il mitico Murder One, il suo amplificatore Marshall che lui stesso customizzò con un suono unico al mondo che nessuno è mai riuscito a rielaborare. Il Lemmy’s Bar ospita anche una copia del camerino di Lemmy: coca, Jack Daniel’s, ovetti Kinder dei quali era golosissimo e molte slot machine a tema poker.
Lemmy Kilmister aveva 70 anni. Il suo grande amico, Ozzy Osbourne lo ha ricordato molto recentemente con grande affetto: “Era un personaggio, unico nel suo genere. Non ci sono molti uomini così nemmeno nel mondo folle del rock and roll. Lui era un originale, gli altri lo hanno copiato. Era uno dei pochi che sapesse esattamente che cosa fosse lo stile del rock and roll perché lo ha reso uno standard: sesso, droga e rock & roll, ecco… Quello era Lemmy…”
Anche Lars Ulrich, il batterista dei Metallica, ha ricordato la benevolenza di Kilmister, ricordando come la band lo avesse accolto nel loro camerino quando i Metallica non esitevano: “Stavano scrivendo una canzone, quella che sarebbe poi diventata Iron Fist. Io avevo sedici anni. Ni hanno accolto nel loro spazio e ho guardato entusiasta quello che stavano facendo. Un fatto che mi ha motivato. Solo pochi giorni dopo avrei incontrato di nuovo James Hetfield che avevo già conosciuto e gli dissi… ‘dobbiamo formare una band insieme. Sono appena uscito con i Motorhead’…”
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