Si arricchisce di un nuovo caso l’archivio di rapper costretti a fare i conti con la giustizia, l’ultimo è G Herbo
Il mondo pericoloso del rap, spesso legato a cruente lotte tra bande, faide non solo artistiche, sparatorie e minacce, è stracolmo di episodi di violenza purtroppo estremamente drammatici che nel corso degli ultimi tempi hanno fatto moltissime vittime.
Ma c’è anche un’altra narrativa legata al mondo del rap. Ed è quella che si connette direttamente ai soldi e al guadagno facile, un tema conduttore sempre presente nei testi dei rapper di vecchia e nuova generazione.
Aveva destato profondo scalpore alcuni mesi fa la vicenda di Pras, il rapper dei leggendari Fugees che rischia una pesantissima condanna a diversi anni di carcere dopo essere stato indagato come elemento cardine della colossale truffa da un miliardo di dollari che ha per imputato uno spregiudicato finanziere malese, Jho Low, quattro miliardi di dollari sottratti a un fondo nazionale malese e in qualche modo portato verso gli Stati Uniti per una serie di affari poco chiari. Finanziamenti politici inclusi.
Anche G Herbo, il cui vero nome è Herbert Wright, sta affrontando una causa un po’ diversa rispetto a quelle che siamo abituati a raccontare a proposito di rapper e produttori hip-hop.
G Herbo infatti si è dichiarato colpevole di frode telematica e furto di identità. Il rapper, originario di Chicago, una discreta popolarità conquistata nel corso degli ultimi anni soprattutto tra Stati Uniti e Canada, aveva messo in piedi un sofisticato meccanismo di truffe grazie alle quali viaggiava gratis, comprava regali costosi, si regalava cene di lusso, capi firmati e belle vacanze grazie a un giro di carte di credito sottratte e clonate con successo.
Le accuse gli sono contestate dalla procura di Springfield, Massachusetts, dopo una lunga serie di segnalazioni che riguardavano tutta una serie di spese non autorizzate e accreditate su conti e carte di credito di ignari risparmiatori.
G Herbo insieme a cinque complici – tra cui Antonio Strong, la mente di tutto il giro d’affari – avrebbe accumulato spese superiori a un milione e mezzo di dollari. I suoi acquisti erano sempre estremamente lussuosi ed esclusivi. Affittava jet privati per brevi soggiorni in splendidi resort. E se voleva andare in vacanza trovava il modo di affittare splendide ville. Una delle quali in Giamaica gli sarebbe costata diverse migliaia di dollari al giorno.
Nonostante G Herbo fosse residente a Chicago, in Illinois, la causa è nata in Massachusetts perché uno dei truffati, il proprietario di una linea di jet privati, aveva sede proprio a Springfield.
Indagine condotta dall’FBI che ha impiegato alcune settimane prima di fare chiarezza sul complicato giro di acquisti e di fatture ricostruendo il giro di denaro. Ma dietro ognuna di queste transazioni c’erano il rapper, la mente dell’organizzazione Antonio Strong e i loro soci.
La posizione di G Herbo è particolarmente pesante e inequivocabile. Le prove sono davvero schiaccianti. Con accuse che secondo le norme degli Stati Uniti sono particolarmente dure. Soprattutto alla luce del giro di vite nei confronti dei numerosi truffatori telematici che in tutto il paese hanno accumulato autentiche fortune mandando in rovina decine di piccoli risparmiatori alcuni dei quali si sono anche suicidati.
Proprio in considerazione di questa maggiore intransigenza da parte delle istituzioni e della magistratura americana, G Herbo rischia grossissimo: fino a 20 anni di carcere.
Di qui la decisione di patteggiare, consigliata dai suoi avvocati. Dichiararsi colpevole e sfruttare tutti i vantaggi del caso la riduzione della pena almeno di un terzo rispetto a quella che sarà la sentenza finale e un lungo periodo di libertà vigilata.
Questo il testo dei capi d’accusa: “Wright ha utilizzato i proventi di queste frodi per viaggiare in varie sedi di concerti e per promuovere la sua carriera pubblicando fotografie e video che lo ritraevano a bordo di jet privati, su lussuosissime auto sportive, circondato da splendide donne in piscina. Uno degli acquisti che ha definitivamente incastrato il rapper era quello di cuccioli di razza che il musicista rivendeva agli amici o regalava alle sue compagnie femminili”.
Stando a quello che è l’accordo preliminare G Herbo dovrà ripagare una cifra imprecisata, in qualche caso superiore ai 150mila dollari, a tutte le sue vittime. Tra questi anche gli allevamenti di numerosi cuccioli acquistati con versamenti provenienti da denaro sottratto illegalmente.
Antonio Strong, produttore musicale che in passato si è occupato anche della carriera di Herbo-Wright sta anche lui tentando di patteggiare per le sue accuse, che sono ancora più gravi e alle quali si aggiunge anche quella di falsa testimonianza in inchiesta federale.
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