Dall’inizio dell’anno sono decine i musicisti scomparsi che rendono il 2023 un anno orribile sotto l’aspetto dei lutti per la musica internazionale
Non si tratta solo di un aspetto numerico o statistico. La sensazione è che il 2023 abbia tolto moltissimo agli appassionati di musica internazionale sotto l’aspetto dei lutti registrati da inizio anno a oggi. Tanti, davvero tantissimi i personaggi eccellenti che sono scomparsi e che rendono questa prima parte dell’anno estremamente tragica sotto l’aspetto del patrimonio rimpianto e compianto.
Il 2023 è costato una enormità, considerando che molti dei musicisti scomparsi erano entrati di diritto nell’immaginario collettivo dei fan con milioni di copie vendute, grammy award vinti, prestigiosi riconoscimenti in archivio. I lutti sono stati talmente tanti e clamorosi che alcuni sono passati praticamente inosservati.
Il decesso di Tina Turner, scomparsa in Svizzera al termine di una lunga malattia a 83 anni il 24 maggio scorso ha fatto passare in secondo piano altre personalità morte più o meno nello stesso periodo. Glenda Jackson per esempio, due premi Oscar come cantante e attrice ben nora per i suoi ruolo da protagonista in film di grande prestigio come Women in Love e A Touch of Class. Aveva 87 anni.
Così come Astrud Gilberto, la moglie del leggendario Joao Gilberto che per lei aveva scritto una delle canzoni più famose di sempre, La ragazza di Ipanema. O Cynthia Weil, un’autentica leggenda nell’ambito della composizione, autrice di decine di brani di successo insieme a suo marito Barry Mann con cui ha dato vita a un sodalizio umano e artistico straordinario. Davvero unico del suo genere.
Tra le personalità assolute che abbiamo perso spicca quella di Harry Belafonte, leggendario protagonista della musica internazionale, il primo artista a vendere un milione di copie di un singolo album, inconfondibile voce di Banana Boat Song e infaticabile attivista per i diritti civili. Altrettanto leggendario anche se poco conosciuto nel nostro paese, Gordon Lightfoot, cantante e autore canadese scomparso il 1 maggio a 84 anni, uno dei musicisti più influenti di sempre nel mondo del fok, del country e del bluegrass.
Tra i musicisti che hanno avuto un ruolo di rilievo nel mondo della musica internazionale non si può dimenticare Blackie Onassis, batterista degli Urge Overkill, scomparso a soli 57 anni in modo del tutto improvviso. Così come Kirk Arrington, batterista dei Metal Church e, più di ogni altro, Andy Rourke, bassista e fondatore dei The Smiths insieme a Johnny Marr e Morissey, il membro probabilmente più dimesso e silenzioso di un gruppo che come pochi altri ha saputo influenzare il mondo della musica britannica dagli anni ’80 in poi.
Piuttosto che Steve Mackey, bassista dei Pulp, scomparso a 56 anni, Trugoy the Dove, fondatore del collettivo rap dei De La Soul
Musicisti di grande qualità, magari non altrettanto noti: come Wayne Swinny, chitarrista della rock band alternativa Saliva, da venti anni realtà molto attiva e intraprendente nel crossover.
Ad aprile è scomparso uno dei manager e produttori più geniali e intuitivi della storia della musica pop. Seymour Stein ha fondato la casa discografica Sire, l’uomo che di fatto ha scoperto Madonna – facendole firmare il suo primo contratto da professionista – i Talking Heads e decine di altre stelle di grandissimo successo. Profonda impressione ha destato anche l’annuncio della morte del leggendario Ryuchi Sakamoto, scomparso a fine marzo dopo una lunghissima malattia, musicista eclettico, elegantissimo e straordinariamente prolifico. Il suo disco inedito pubblicato poche settimane dopo la sua morte, ha immediatamente raggiunto la prima posizione della classifica giapponese.
Per non parlare di Burt Bacharach deceduto a 94 anni con un archivio semplicemente immenso di successo di valore globale e assoluto affidati a voci di valore inestimabile tra le quali Dionne Warwick. E di Tom Verlaine, fondatore e cantante dei Television, una delle personalità più amate e controverse del rock intellettuale anni ’70 che ha generato fuoriclasse del calibro di Lou Reed e David Bowie.
Tra le vittime più inattese e dolorose anche tantissimi giovani: su tutti Moonbin, stella del K-Pop con gli Astro deceduto in circostanze ancora tutte da chiarire, anche se l’ipotesi è che si sia tolto la vita. Paul Cattermole, cantante della boy band anni ’90 S-Club 7 deceduto a 46 anni alla vigilia della reunion della band che stava preparando una nuova tournee con la loro formazione originale dopo diversi anni di separazione. A marzo se ne sono andati anche Jim Gordon, straordinario batterista dei Derek and the Dominos e Gary Rossington, fondatore del mitico gruppo americano dei Lynyrd Skynyrd.
In una lista che archiviata in questa maniera con tutti questi nomi così importanti elencati uno dopo l’altro spicca anche quello di Wayne Shorter, sassofonista di fama mondiale, collaborator per moltissimi anni di Miles Davis
Gennaio ci ha tolto anche la tormentata anima di David Crosby, una delle voce più belle del country-western, autore tormentato e geniale, interprete sublime sia da solo che con il supergruppo composto insieme a Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young.
Lisa Marie Presley, unica figlia del re del rock Elvis Presley è scomparsa il 12 gennaio scorso dopo un improvviso malore nella sua casa di Calabasas.
Il talento di Jeff Beck è diventato immortale subito dopo un tour con il suo amico Johnny Depp: la sua incredibile opera è stata ricordata alla Royal Albert Hall con due giorni di concerti di altissimo livello che hanno visto esibirsi tra gli altri anche Eric Clapton e Rod Stewart.
Raramente in pochi mesi se ne sono andati così tanti artisti di enorme successo e influenza. Che rendono il 2023 un anno davvero molto significativo.
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