Il cantante dei Placebo Brian Molko indagato per aver definito il primo ministro Giorgia Meloni fascista e razzista durante il suo concerto
Brian Molko non passa mai inosservato. E l’Italia ben conosce le bizze del cantante e fondatore dei Placebo ormai da moltissimi anni. Ma quello che il leader della band inglese ha fatto nel suo concerto torinese di pochi giorni fa rischia di costare caro a Molko che, come pochi sanno, è anche di origine italiana.
Placebo, Molko e gli insulti alla Meloni
Ospiti del festival Sonic Park di Stupinigi, poco fuori Torino, i Placebo hanno dato vita a un concerto davvero memorabile e non solo per i suoi contenuti artistici. La band è sempre stata estremamente attenta a diversi temi di ambito sociale, in particolare sui diritti della comunità LGBTQ. Ma proprio in Italia, alcuni mesi fa, durante le tappe del loro tour indoor, i Placebo avevano iniziato un’altra crociata contro i telefonini chiedendo ai fan di non riprendere il loro spettacolo. E non per una questione di protezione dei loro diritti artistici di diffusione, ma solo per non essere di disturbo alla band e agli altri spettatori.
Molko tuttavia a Stupinigi è andato molto oltre le aspettative. Dimostrando di conoscere piuttosto bene le ultime novità politiche del nostro paese, ha più volte insultato il primo ministro Giorgia Meloni definita fascista, razzista e poi – senza giri di parole – pezzo di m****. Il tutto in un italiano discretamente comprensibile.
Indagine della magistratura
Al concerto di Torino hanno assistito 10mila persone, apparentemente molto solidali con la posizione di Molko che è stato applaudito durante il suo breve intermezzo parlato. Ma la vicenda ora è oggetto di indagine della magistratura di Torino che ha aperto una inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati il cantante della band.
Il codice penale italiano prevede multe fino a 5mila euro per chiunque ‘diffami pubblicamente la Repubblica e le sue istituzioni’. E queste includono il governo, il parlamento e l’esercito. Non molti conoscono le leggi italiane sulla diffamazione che sono piuttosto severe.
L’autore e attivista italiano Roberto Saviano, il cui libro di denuncia della mafia napoletana Gomorra è diventato un enorme successo anche nel Regno Unito grazie alla sede in questi giorni in onda su HBO Max, è anch’esso al centro di una causa per diffamazione intentata contro di lui dalla Meloni per averla definita ‘una bastarda’ per via della posizione del governo sulla questione migranti.
Il caso Sanremo
I Placebo hanno in programma un concerto molto atteso il 1 agosto a Sassari. Ma contro la data si sono espresse quasi tutte le forze di governo. Un consigliere comunale di destra di Sassari, Mariolino Andria, ha lanciato un appello chiedendo al sindaco della città, Nanni Campus, anch’egli di destra, “quali azioni intenda intraprendere l’amministrazione per evitare una spiacevole replica di quanto accaduto a Stupingi e come intenda censurare la possibilità di nuovi insulti alle istituzioni”.
Molko non si è mai sottratto alle polemiche. Famoso il suo sfogo al Festival di Sanremo di alcuni anni fa quando invitato a presentare il suo singolo Special K venne impedito alla band di suonare dal vivo per limitare la loro esibizione a un banale playback. Di fronte al pubblico delle prime file, Molko si lasciò andare ad alcuni gestacci prima di devastare a colpi di manico della sua chitarra l’amplificazione di palco della band tra i fischi del pubblico. Pochi mesi dopo, durante il tour di Sleeping With Ghosts, ricordò l’evento… “dedicherò questa canzone a Raffaella Carrà – disse, ricordando la presentatrice del festival – anzi… non la dedicherò proprio a un cazzo di nessuno”.