La cantante e unica figlia del re del rock Lisa Marie Presley era morta a gennaio improvvisamente a 54 anni
Non sarebbe stato un problema cardiaco a uccidere Lisa Marie Presley ma una patologia nuova e diversa rispetto alle diverse problematiche di salute che avevano afflitto l’unica figlia del re del rock nel corso degli ultimi anni.
Resi noti gli esami del medico legale della contea di Los Angeles che ha dovuto chiarire i diversi aspetti ancora incerti intorno alla morte di Lisa Marie Presley, morta nella sua abitazione nel gennaio scorso.
Secondo l’autopsia Lisa Marie è morta a causa di alcune complicazioni legate a un’occlusione dell’intestino tenue. Nessun attacco cardiaco, esami tossicologici negativi: una morte assolutamente naturale ma improvvisa, e in alcun modo legata ai problemi di natura cardiaca che la Presley aveva avuto nel corso degli ultimi anni.
La cantante aveva subito un arresto cardiaco nella sua casa di Calabasas, ed è morta poche ore dopo essere stata ricoverata in ospedale il 13 gennaio. Il pronto intervento era riuscita a intubarla e a trasferirla d’urgenza in ospedale dove era arrivata in condizioni disperate ma ancora viva. Inutile il tentativo di medici di rianimarla. Il decesso è stato confermato pochi minuti dopo il ricovero.
Pochi giorni prima del malore Lisa Marie aveva partecipato ai Golden Globe insieme a sua madre, Priscilla, dove Austin Butler, interprete del film biografico Elvis, è stato premiato come miglior attore in un film drammatico.
Ad annunciare la notizia della morte della cantante, attrice ed erede dell’immenso patrimonio personale, immobiliare, finanziario ma soprattutto artistico del re del rock, fu proprio la madre con una breve dichiarazione autografa alla Associated Press.
L’eredità di Elvis era una parte consistente della sua vita. Parlando a Rolling Stone in un’intervista del 2003 dopo l’uscita del suo primo album To Whom It May Concern, Lisa Marie aveva ricordato come suo padre l’avesse sorpresa poco più che bambina ad ascoltare musica, cantando e ballando davanti allo specchio: “Credo che la cosa lo abbia divertito. Mi metteva su un tavolino davanti a tutti e mi faceva cantare, ero il suo spettacolino privato”.
Pur senza riuscire mai a raggiungere un successo globale di grande importanza Lisa Marie era una autrice e cantante molto apprezzata che si era cimentata con album diversi, tra blues, rock e country.
Tante le sue affettuose amicizie in ambito musicale: uno dei suoi migliori amici in assoluto era nientemeno che AXL Rose che alla sua cerimonia funebre aveva eseguito una meravigliosa versione della sua canzone preferita, November Rain. Il cantante dei Guns and Roses aveva spiegato che a chiederglielo era stata proprio lei, dopo l’infarto che l’aveva colpita qualche tempo fa… “promettimi che se mi succede qualcosa la canterai per me”. E un commosso AXL Rose ha mantenuto la promessa eseguendo da solo con il pianoforte una versione davvero struggente.
Nel 2018, Lisa Marie aveva cantato un duetto reinventato con suo padre nella title track della sua compilation postuma di canzoni gospel, Where No One Stands Alone. Ma alla fine più della carriera artistica a impegnarla era l’eredità di suo padre. Soprattutto dopo l’uscita di Elvis che la fondazione nata per tutelare la memoria del Re del Rock Elvis aveva approvato con un’ultima stesura validata personalmente sia da Priscilla che da Lisa Marie.
Poche settimane dopo la morte di Lisa Marie, è emersa anche una disputa incentrata su un emendamento nel suo fondo fiduciario, che sua madre sosteneva fosse ‘non valido’. Il documento, datato 11 marzo 2016, avrebbe cercato di rimuovere Priscilla e l’ex direttore finanziario Barry Siegel come co-fiduciari del Promenade Trust di sua figlia per nominare Keough (il figlio di Lisa Marie) e suo fratello Benjamin, ora defunto (si è suicidato qualche tempo fa), come titolari. Si è scoperto in un secondo momento che alcune firme di quel documento sarebbero risultate non regolari.
La questione si è risolta con un accordo che vede – a maggior ragione dopo la morte di Lisa Marie – Priscilla nel ruolo di “consigliere speciale” del trust per un periodo non inferiore a dieci anni o fino alla sua morte. Keough diventerà titolare del trust solo in un secondo momento.
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