Si chiamava Coco Lee ed era considerata l’ambasciatrice della Disney per l’immenso mercato asiatico, drammatiche le circostanze della sua morte
Coco Lee era un personaggio di popolarità assolutamente immensa, una vera star. Quando la Disney decise di fare irruzione sul mercato asiatico e in particolare in quello cinese, si affidò completamente a lei. Mulan, l’eroina delle leggende cinesi ispirato alla figura mitologica di Hua Mulan, la ragazzina che insieme ad alcune coetanee sconfisse gli unni e il loro imperatore Shan You, le assomigliava incredibilmente. E aveva la sua voce.
A quel film pubblicato con un enorme successo in tutto il mondo, Italia compresa, Coco Lee, nata a Hong Kong, aveva prestato la voce e numerose canzoni di successo. I disegnatori Disney prima di realizzare l’immagine definitiva della protagonista del film animato, vollero conoscerla. E si ispirarono a lei, che portava i capelli lunghi e aveva due occhi scuri, molto profondi ed espressivi.
Coco da quel momento ha lavorato a tempo quasi pieno per la Disney, scrivendo moltissime canzoni alcune delle quali di notevolissimo successo cantando sia in inglese che in mandarino. Un successo che purtroppo l’ha trascinata in una spirale di lavoro e impegni pressanti che a poco a poco si sono sfogati in una profonda depressione con la quale combatteva inutilmente da diversi anni.
A dare la notizia della sua morte le due sorelle maggiori, Carol e Nancy, che da tempo si occupavano di lei: “Negli ultimi mesi le sue condizioni si erano enormemente aggravate. Lei ce l’ha messa tutta, si è affidata alle cure dei professionisti e per lungo tempo ha affrontato una terapia molto difficile. Ma quel demone alla fine ha prevalso. Chiediamo a tutti di ricordarla per quell’immenso valore di talento, amore e impegno che ha rappresentato”.
Coco Lee è stata raccolta in fin di vita dopo avere tentato il suicidio alcuni giorni fa. I dettagli non sono stati resi noti ma anche la famiglia ha ammesso che si tratta di una ‘morte autoinflitta’.
Le sue condizioni erano disperate. I medici hanno tentato in tutti i modi di tenerla in vita ma Coco non è più uscita dal coma ed è stata dichiarata morta pochi giorni dopo il ricovero. Aveva 48 anni, quest’anno doveva tornare in scena con un tour per i suoi trent’anni di attività artistica.
La consapevolezza del suo stato l’avevano portata a donare molti soldi a una fondazione che si occupa di assistenza alle donne malate di depressione cronica. Un altro dei suoi impegni era quello dedicato alla produzione internazionale di artisti cinesi emergenti: “Ha fatto tanto per tantissimi giovani che senza di lei non avrebbero avuto un contratto né una visibilità. Ha fatto di tutto per imporre la cultura della musica cinese del mondo”.
La canzone più famosa di Coco Lee, Reflection, è stata tradotta e interpretata in almeno quaranta paesi e negli Stati Uniti era entrata in classifica grazie alla voce di Christina Aguilera. Ai vertici della classifica anche Do You Want My Love. In seguito è stata la prima cantante cinese a eseguire l’inno nazionale americano in un importante evento sportivo mondiale.
Coco era nata con un leggero difetto congenito alla gamba sinistra che non le aveva mai impedito di ballare, anche se lo scorso anno aveva subito un grave incidente che l’aveva costretta prima alla sedia a rotelle e poi a un delicato intervento chirurgico all’inizio di quest’anno che l’aveva ancora maggiormente indebolita da un punto di vista emotivo.
Pur non avendo mai rinunciato al suo passaporto cinese, Coco si era trasferita negli Stati Uniti giovanissima. Qui ha completato gli studi costruendo una carriera di successo dopo avere vinto un talent a Hong Kong, dove era nata e dove ha pubblicato il suo primo album a soli 19 anni.
Cantava in cantonese, mandarino e inglese. Nel 2011, Lee ha sposato Bruce Rockowitz, un uomo d’affari canadese, divorziato con due figlie.
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