In una recente intervista Emis Killa ha raccontato alcuni retroscena della sua infanzia: “Avevo solo 14 anni, quell’episodio mi ha cambiato”.
Effetto Notte è il titolo del nuovo lavoro di Emis Killa, giovane rapper che cavalca l’onda del successo ormai da tantissimi anni. Rapper all’avanguardia con un vasto seguito ha più volte affermato che a salvarlo d’alcune situazioni critiche che ha vissuto nella sua vita è stata soprattutto la musica. Una passione che non solo è diventata il suo lavoro, ma è stata il mezzo per superare alcuni suoi limiti. Intervistato da Luca Casadei per One More Time Podcast, Emis Killa ha parlato della sua infanzia e del rapporto complesso che ha avuto con il padre.
Il genitore, scomparso nel 2009, ha inciso particolarmente sulla sua formazione personale. Era affetto da disturbo bipolare della personalità e aveva problemi con la droga: “Una notte scoppiò un fuoco d’artificio in camera da letto mentre dormivamo. Qualche ricordo di qualche lite tra lui e mia madre, si sono separati, io avevo circa 3 anni. Mio padre era ricoverato in ospedale. Ogni tot aveva un crollo. O era in ospedale psichiatrico o lo arrestavano perché aveva fatto qualche cazzata. Era sempre sedato perché gli davano sempre le medicine.”
Emis Killa all’anagrafe Emiliano Rudolf Giambelli, ha visto il padre stare molto male, ma ad un certo punto si è convinto che quella era la normalità e preferiva non fare domande. Il rapper parla di salute mentale, di come la patologia ha inciso anche sul suo percorso di vita. E poi racconta il suo primo attacco di panico, un’esperienza che per lui fu devastante e che lo cambiò radicalmente.
Emis Killa: “Mi sono svegliato in una vita che non era mia”
Il cantante ha rivelato d’aver avuto a 14 anni il suo primo attacco di panico: “Era la notte di Halloween, avevo 14 anni, avevo fumato dei cannoni. Entro al Mc Donald con un attacco di fame chimica e mi viene un attacco di panico incredibile.” L’artista ha ammesso d’aver passato una notte terribile e d’essersi risvegliato in un corpo che non sentiva più suo: “È stato il periodo più brutto della mia vita”.
Da quel momento ha vissuto il distacco, una non aderenza alla realtà. Killa ha ammesso d’aver seguito anche un percorso terapeutico, ma anche oggi si sente diviso emotivamente. A sostenerlo è stata soprattutto la musica, protagonista indiscussa della sua vita personale oltre che professionale.