Diventa una storia infinita la vicenda legata alle accuse di violenza sessuale nei confronti di Michael Jackson con una nuova denuncia
A distanza di 14 anni dalla morte di Michael Jackson, avvenuta tragicamente nel suo ranch di Neverland in California nel 2009, ci sono nuove accuse che riguardano il re del pop e che potrebbero portare la sua società di produzione, e dunque i suoi eredi, in tribunale.
Michael Jackson, nuove accuse
Stavolta infatti gli accusatori di Michael Jackson hanno deciso di citare in giudizio la società di produzione del cantante per presunti abusi sessuali continuati avvenuti in un periodo di tempo prolungato. Le accuse arrivano da Wade Robson e James Safechuck, apparsi anche in Leaving Neverland, il documentario del 2019 sulle accuse di abusi attribuite al cantante.
L’accusa era già stata presentata all’attenzione dei giudici della corte di appello alcuni mesi fa. Ieri tre giudici hanno deciso che Wade Robson e James Safechuck hanno motivi per una causa legale contro la MJJ Productions Inc. E dunque ci sarà una nuova procedura di inchiesta, una indagine e quasi certamente anche un nuovo processo.
Wade e Safenchuk affermano di essere stati molestati da Jackson quando erano ancora due bambini e hanno dettagliato tutta una serie di episodi ricostruiti nel documentario diretto da Dan Reed e pubblicato nel 2019.
Si tratta di un procedimento diverso e nuovo rispetto alle accuse già presentate nei confronti di Jackson, accuse che erano diventate un caso mediatico clamoroso che aveva considerevolmente compromesso l’immagine della popstar a livello internazionale già quando era in vita. In queste nuove accuse Wade e Safenchuk sostengono che le molestie e gli abusi sarebbero stati favoriti, e in qualche caso addirittura organizzati, dagli uomini della società di produzione di Michael Jackson che organizzava i loro trasferimenti e pernottamenti a Neverland.
La difesa della società di Jacko
Secondo il Los Angeles Times, gli avvocati della società di Jackson hanno – inutilmente – sostenuto che la società non aveva alcun obbligo legale di proteggere Robson o chiunque altro da Jackson perché non poteva controllare il cantante e che le sue attitudini e azioni erano condotte in modo assolutamente individuale e personale. Cosa sulla quale il giudice ha ritenuto di dissentire.
Oggi Safechuck ha 45 anni. La sua prima denuncia risale al 2014, e dunque cinque anni dopo la morte di Michael Jackson. Anche se le notizie di un suo coinvolgimento nelle relazioni personale con il cantante erano di dominio pubblico fin dai primi anni 2000. La denuncia di Safenchuk seguì di qualche mese quella di Wade Robson che presentò la causa di riconoscimento dei danni subiti nel maggio 2013.
In un primo momento scattò l’archiviazione sulla base della prescrizione, una legge che stabilisce un limite di tempo per sporgere denuncia contro qualcuno.
Tuttavia, le modifiche legislative mentre le loro cause erano in appello hanno validato le loro richieste con il rinvio al tribunale di primo grado.
La ricostruzione degli abusi
Safechuck sostiene che dopo aver incontrato Jackson quando aveva nove anni alla fine degli anni ’80, l’abuso sessuale sarebbe iniziato durante un viaggio a Parigi nel 1988. L’uomo aveva descritto i suoi rapporti personali con Jackson parlando di atti osceni e sessuali. La causa afferma che Jackson avrebbe abusato sessualmente del bambino centinaia di volte tra il 1988 e il 1992, finendo quando Safechuck si stava ormai avvicinando alla pubertà.
Nel caso di Robson, la causa afferma che la società di produzione – di qui le nuove accuse – avesse presentato il bambino a Michael Jackson, che all’epoca aveva cinque anni nel 1987, dopo che aveva vinto una gara di ballo.
Le dichiarazioni degli accusatori di Michael Jackson
Il presunto abuso di Robson da parte di Jackson iniziò nel 1990 quando Robson, all’età di sette anni, soggiornava al Neverland Ranch con la sua famiglia per un fine settimana.
Robson e Safechuck hanno firmato una dichiarazione congiunta rilasciata a TMZ: “La morte di un molestatore sessuale non priva le sue vittime del loro percorso di fronte al tribunale e dunque della giustizia e della guarigione. Michael Jackson non è citato in giudizio personalmente in questo caso ma la sua compagnia lo è, e la sua compagnia avrà tutte le possibilità di difendersi nel corso di questo processo. Siamo lieti che la Corte d’appello si sia presa il suo tempo e abbia considerato tutti i fatti e la legge applicabile in questi casi. Attendiamo con impazienza le discussioni orali il mese prossimo e l’eventuale decisione della Corte d’appello”.
Inutile sottolineare che anche questo procedimento è già molto seguito negli USA dove Michael Jackson resta una stella di prima grandezza. La sua società di produzione ha incassato cifre da record dopo la morte del cantante che potrebbero giustificare un risarcimento altrettanto da record da parte di Wade e Safenchuk.