Big Pokey, la voce del rap di Houston muore a soli 45 anni

Un altro lutto improvviso per la scena rap americana che annuncia la morte del gigantesco Big Pokey, artista sulla scena da diversi anni in Texas

La scena rap texana di Houston è sempre stata piuttosto vivace con alcune crew estremamente attive e creative. Tra queste la Screwed Up Click che da ormai molti anni produce dischi, show e cerca di concentrare sotto un unico marchio l’attività di diversi rapper.

Big Pokey e la Screwed Up Click

La Screwed Up Click rappresenta quello che diversi anni fa aveva realizzato la D12, la crew di Detroit all’ombra della quale era cresciuto anche Eminem. Nata a Houston una trentina di anni fa, la Screwed Up Click è una delle crew più longeve del rap americano, in grado di confrontarsi per qualità e quantità di prodotti con New York, Los Angeles, Detroit e Miami.

Creata da DJ Screw, anche lui scomparso tragicamente diversi anni fa, la Click è stata per molti anni una pagina davvero innovativa. Oltretutto su un territorio dove il rap è arrivato in modo incisivo, ma spesso sovrastato dal successo di country, blues e bluegrass che a Houston e Dallas sono sempre stati più ricettivi e meglio distribuiti.

Nonostante questo la Screwed Up Click a tenuto a battesimo diversi rap di una certa importanza che si sono imposti prima sulla scena cittadina di Houston ritagliandosi uno spazio significativo anche a livello nazionale. Tra questi sicuramente Big Pokey, uno dei veterani della scena rap texana.

Un rap vecchio stile

Il vero nome di Big Pokey era Milton Powell. Amico fraterno e compagno di scuola di DJ Screw, Pokey era un maestro del chopped, una tecnica di remix con la quale i brani venivano allungati su ritmi più lenti e scanditi nei quali a farla da padrone non era la musica, ma la cadenza delle parole.

Big Pokey in questo era davvero fenomenale: i suoi rap erano tecnicamente mostruosi per intensità anche per la sua caratteristica voce baritonale, mai troppo veloci, sempre scanditi con un suono estremamente pieno e teatrale: decisamente vecchio stile. Cosa che lo rendeva abilissimo anche nelle tecniche di improvvisazione, un’altra delle sue specialità.

Pokey era solito esibirsi da solo, a volte senza nemmeno delle basi predisposte, accompagnato da una Roland 808, una delle batterie elettroniche più diffuse e importanti, il cui suono è diventato negli anni un vero e proprio elemento distintivo del sound di Houston.

Big Pokey, stroncato da un malore sul palco a soli 45 anni
Big Pokey, stroncato da un malore sul palco a soli 45 anni – Credit Screwed Up Click (velvetmusic.it)

È morto sul palco

La morte di DJ Screwed, deceduto nel 2000 a causa di una overdose di codeina, non aveva rallentato l’attività della Screwed Up Click che aveva mantenuto una produzione estremamente intensa proprio grazie a Big Pokey che si era preso sulle spalle la responsabilità e l’eredità artistica dell’amico. Il rapper ha prodotto sei dischi, uno dei quali di notevole successo, l’ultima uscita era dello scorso anno.

Un personaggio davvero significativo: anche sul palco per via delle sue notevoli dimensioni. Un gigante che pesava più di 150 chili. A ucciderlo un malore mortale che lo ha stroncato mentre si stava esibendo a Beaumont. Big Pokey era sul palco quando all’improvviso si è accasciato.

Immediati i soccorsi: ma quando il rapper è arrivato in ospedale non c’era già più nulla da fare.

“Facciamo arrivare le sue rime fino in cielo”

Pokey era estremamente popolare non solo per la sua attività artistica. Aveva giocato a lungo nella squadra di football americano della Blinn University.

Il collega e amico, fondatore anche lui della Screwed Up Click Bun B ha scritto un post su Instagram per ricordare l’amico scomparso: “Non ero pronto per questo. Uno degli artisti più talentuosi della città. Lo chiamavamo Low Key, ma era un gigante. Una montagna di uomo umile che si muoveva lentamente, con onore e rispetto. Era facile da amare e impossibile da odiare. Si fermava, faceva quello che doveva fare e tornava a casa. Uno dei pilastri della nostra città. Se il cuore d’oro fosse una persona, sarebbe lui. Membro iconico della Click. Non ce ne sarà mai un altro e ci mancherà tantissimo. Ti amiamo e ti onoriamo Sensei. Riposa in paradiso”.

Bun B ha anche incoraggiato i suoi follower a portare il suo ultimo album Sensei in prima posizione: “Almeno per oggi, streamatelo per fare arrivare le sue rime fino in cielo….”

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