Il caso dell’omicidio di Young Dolph, il rapper assassinato due anni fa, si apre a nuove indagini e accuse con altri coinvolgimenti
Nell’elenco di rapper coinvolti o vittime di drammatici fatti di sangue, che purtroppo nel corso degli ultimi mesi si è arricchito di nuovi episodi drammatici, non va dimenticato il rapper Young Dolph, assassinato in un agguato a colpi di pistola a Memphis, Tennessee, il 17 novembre 2021: aveva soltanto 36 anni.
L’omicidio di Young Dolph
La morte di Young Dolph, all’anagrafe Adolph Robert Thornton, è avvenuta a poca distanza dalla sua abitazione in quello che è stato un vero e proprio agguato.
Due uomini armati a bordo di una Mercedes coupé gli hanno sparato una pioggia di proiettili mentre stava entrando in una pasticceria che era solito frequentare ogni volta che si recava nel suo quartiere. In tutto sarebbero stati esplosi più di cinquanta colpi: Thornton è stato raggiunto da 22 proiettili molti dei quali alla fronte, all’addome e alla schiena. Mortali.
Era il periodo delle forti tensioni razziali in tutto il sud che avevano fatto seguito all’omicidio di George Floyd che scatenarono le tensioni sociali che poi diedero vita al movimento Black Live Matter. Memphis ha vissuto alcuni giorni di grande rabbia, al punto che il procuratore, di fronte alle immagini di centinaia di persone che arrivavano sul luogo dell’omicidio di Young Dolph, chiese addirittura il coprifuoco. Ma Young Dolph era davvero un personaggio estremamente noto e amato nella sua città.
Indagini interminabili
In realtà l’omicidio di Young Dolph, ancora una volta, non aveva niente a che fare con le tensioni sociali ma era provocato dalle solite tensioni tra le bande criminali organizzate. Il sospettato individuato dopo le prime indagini è Justin Johnson, 23 anni, un altro rapper con una storia consolidata di accuse penali e violenze oltre a numerosi legami con bande e gang. Anche lui rapper con il nome d’arte di Straight Drop.
Johnson è accusato di omicidio di primo grado, possesso di armi e furto anche sulla base di alcune testimonianze insieme a Shundale Barnett, sospettato di essere l’uomo che lo ha affiancato nell’agguato. Ma anche se le accuse sono ormai formalizzate, le indagini sono andate avanti e il processo non è ancora fissato.
Un mandante e una condanna
Indagini molto complicate anche per altri problemi legali dei due accusati, con Johnson al centro di un’altra inchiesta come molestatore sessuale. Qualche settimana fa è comparso il nome di un terzo sospettato, Hernandez Govan, 43 anni, che si presume abbia commissionato l’omicidio di Young Dolph. E da ieri è iscritto nell’indagine anche Jemarcus Johnson, accusato di aver aiutato uno degli uomini armati per nasconderlo, coprirlo e consentigli di scappare in Indiana, dove in effetti è finito in manette.
Si tratta di un arresto davvero molto importante perché Jemarcus Johnson è il fratellastro di Justin, e sarebbe il cosiddetto anello debole dell’inchiesta. Tant’è che si è immediatamente dichiarato colpevole di tre capi d’accusa, tra i quali quello di favoreggiamento, fornendo una sponda fondamentale alla procura che ora ha elementi validi, e una testimonianza schiacciante, per aprire il processo.
Un personaggio molto amato
Jemarcus sarebbe caduto in una banale ingenuità. Dopo avere fornito un alibi al fratellastro gli avrebbe prestato un’auto e un telefonino per consentirgli la fuga. Ma avrebbe continuato a usare il SUV del fratello, oltre al suo palmare. Cosa che ha facilmente portato gli investigatori alla sua identificazione.
Al momento quella di Jemarcus Johnson è la prima condanna. Il suo processo è fissato per il 10 agosto: rischia da sei a 12 anni di carcere.
Young Dolph è ancora oggi estremamente seguito a Memphis anche per le sue donazioni: aveva lasciato ingenti quantità di denaro alla sua scuola superiore, la Hamilton, dove gli studenti lo hanno onorato con un gigantesco murales. In città vivono ancora la sua compagna Mia Jae con i due figli di sei e quattro anni.