La musica è stata forse la prima passione di Francesco Nuti, scomparso lunedì scorso dopo anni di malattia e di profonda sofferenza
Tutti ricordano Francesco Nuti per i suoi film. Alcuni dei quali assolutamente straordinari sia sotto l’aspetto dell’idea narrativa, che della regia che della sua interpretazione. Sempre con attrici straordinarie, brave e bellissime, al fianco.
Da Isabella Ferrari in Willy Signori e vengo da Lontano, Giuliana De Sio (per lungo tempo sua compagna anche nella vita) in Io Chiara e lo Scuro, prima di due film strepitosi con Ornella Muti, Tutta Colpa del Paradiso e Stregati, film meno popolare ma bellissimo, tutto ambientato in una Genova misteriosa e notturna.
Ognuno di questi dischi porta anche elementi musicali di grande rilievo. Francesco Nuti in Stregati è un dj che lavora esclusivamente di notte, in una radio locale. In Tutta Colpa del Paradiso l’attore interpreta un musicista punk. In realtà prima di avvicinarsi al cinema Francesco Nuti è stato un attore comico che con i Giancattivi, principalmente con Alessandro Benvenuti e Athina Cenci o individualmente, inframmezzava i suoi numeri comici con brani musicali, eseguiti con la chitarra acustica.
Nuti è stato un ottimo musicista, un eccellente cantante e uno splendido autore, forse poco riconosciuto perché da lui la gente si aspettava sempre uno scherzo, una risata. Ed è soprattutto per quello che lo ricorda. In realtà in tutti i suoi dischi ci sono piccole gemme seminascoste che Nuti scriveva, suonava e incideva. Magari senza nemmeno distribuirle. Tant’è che il grosso delle sue composizioni musicali, una sintesi di alcune delle canzoni che ha scritto, è uscita in una compilation nel 1989.
In tutto sono quattro gli album prodotti da Francesco Nuti, con alcuni capitoli fortunatissimi. Deve essere obbligatoriamente citato Puppe a pera, brano sarcastico sferzante nel quale il cantante si prendeva gioco dell’ossessione di apparire di alcune donne. Che quando vogliono essere eleganti e raffinate, magari anche un po’ snob, finiscono per esporsi e cadere nel ridicolo: “Era uno scherzo, un gioco, anche se molte donne si sono offese – disse Francesco Nuti in una vecchia intervista – io ho sempre amato le donne… pure troppo… le o corteggiate, inseguite e alcune mi hanno anche fatto molto male. Ma quella canzone non può essere considerata come una vendetta. Era solo un gioco, scritto tanti, tanti anni fa”.
Puppe a Pera uscì nel 1979. E molti, erroneamente, di Francesco Nuti conoscono solo quello. Anche perché in una tv bacchettona e moralista era il brano che il comico toscano offriva a piene mani: e la gente voleva sentire a tutti i costi solo quello, anche durante le sue serate. E pensare che quel brano era solo il lato B del singolo di Madonna che silenzio c’è stasera, uno dei suoi primissimi film, ancora da attore e non da regista.
Francesco Nuti in Puppe a Pera
Discreto successo ebbe Giulia, incisa per Caruso Paskoski, così come Se l’hai vista camminare scritta durante le registrazioni di Willy Signori e Son contento, scritta per l’omonimo film diretto di Maurizio Ponzi che poi sarebbe diventato sigla del varietà RAI Fantastico.
Quasi costretto a un repertorio sempre comico fatto di sketch e di battute a volte anche forti e corrosive, Francesco Nuti spiazza tutti nell’edizione di Sanremo 1998, quella vinta da Perdere l’Amore di Massimo Ranieri. Il comico si presenta con Sarà Per Te, brano scritto da Riccardo Mariotti, cugino di Nuti. Un testo meraviglioso, estremamente intenso e commovente: “È proprio necessario dire per chi l’ho interpretata? – disse Francesco Nuti in una intervista del 2002 – alcune cose sono chiare e si capiscono. Uno scrive una cosa e poi ognuno gli dà il peso di quel testo ma per quello che avverte su di sé, sulle sue proiezioni. Sono felice che molti abbiano dedicato questa canzone e il suo testo a una persona amata, a qualcuno che avvertono nella loro vita come indispensabile. Per me di sicuro questo brano è stato urgente, importante, unico…”
Il brano era dedicato alla figlia Ginevra. Anche se sarebbe nata molti anni dopo. All’epoca in cui la incise Francesco Nuti nemmeno conosceva ancora la madre di sua figlia, nata nel 1999, undici anni dopo il suo Sanremo. Ginevra, una ragazza bellissima che ha fatto da tutrice a un padre con il quale praticamente non ha mai vissuto e non poteva parlare a causa delle sue tragiche condizioni di salute dopo la caduta che lo mandò in coma e dal quale non si riprese mai pagando a caro prezzo con una pesantissima forma di depressione il suo disagio.
Francesco Nuti, l’uomo che doveva fare a tutti i costi ridere, era capace di momenti di grande intimità, ma anche di straordinaria malinconia. Della quale il suo brano più bello, Sarà per te, canzone di prospettiva e di ottimismo ma anche di aspettative e insicurezze, era profondamente intriso.
Sanremo 1988, serata finale: Francesco Nuti canta Sarà per Te
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