In oltre trent’anni di estrema popolarità, Silvio Berlusconi è stato oggetto di canzoni che in qualche modo lo hanno visto al centro dell’attenzione
Quando il dissing non era ancora arrivato in Italia, e si trattava solo e unicamente di una forma di pressione, ma anche una forzatura narrativa nei complicati rapporti tra gli autori musica rap, Silvio Berlusconi era uno dei bersagli preferiti da parte di un certo tipo musica. Berlusconi in fondo ha sempre rappresentato il bersaglio perfetto: ricchissimo, potente, estremamente visibile.
Gruppi punk, rapper e trapper ma anche rappresentanti di un tipo di proposta musica che non era forzatamente schierato ma che era culturalmente divisivo, come gli Elio e le Storie Tese. Certo, ci sono stati anche gli omaggi…
Su tutti Loriana Lana, cantautrice romana con tre album e due singoli in archivio ma soprattutto con una discreta produzione destinata ad altri artisti e a un certo numero di film italiani, cartoni animati e serie televisive. Fu lei a incidere La pace può e Silvio Forever, il primo inno personalizzato dedicato a Berlusconi. Secondo solo a Meno male che Silvio c’è scritto e prodotto da Andrea Vantini, diventato virale nel 2010 in occasione delle elezioni amministrative.
La canzone è diventata una hit, utilizzata anche in meme e parodie. Anche se pare che dopo aver visto l’effetto che aveva avuto in rete, lo stesso Silvio Berlusconi pare non ne fosse entusiasta. La definiva “un po’ too much”. A poco a poco il brano venne accantonato anche nelle manifestazioni ufficiali che inizialmente la utilizzavano moltissimo.
Cristiano Malgioglio, autore ritenuto molto vicino a Berlusconi scrisse due canzoni, due lettere. Una, Caro Direttore a quanto pare dedicata a un dirigente RAI e un’altra, Caro Berlusconi, cui chiedeva uno spazio televisivo. Non era ancora cavaliere, quindi Malgioglio lo chiama Dottore: “Non cestini questa mia lettera mia, e chissà quante donne al suo passare… su le gonne”. Era il 1991, molto prima del suo massiccio coinvolgimento nelle reti del Biscione ma anche dell’ingresso di Berlusconi in politica.
Ma a dominare la scena sono state soprattutto le canzoni contro…
A metà anni tra anni ’89 e ’90 andava fortissimo la rivista satirica Cuore, appuntamento settimanale fisso in edicola. La pubblicazione di tanto in tanto proponeva anche delle cassette, strumento audio ormai desueto che proponeva brani che sicuramente non passavano in radio. In una di queste raccolte dal titolo Forza Italia esce Ritmo Politico scritta dal collettivo Mau Mau e dagli Africa Unite in cui si parla di cavaliere senza macchia, mamma e ciccia con mafiosocialisti e talponi piduisti.
Più che satira politica, Elio e le Storie Tese hanno sempre prodotto sferzanti critiche a tutto e a tutti e chiunque andava al potere aveva la sua buona dose di invettive. A volte sfumate e talmente sottili e nascoste che si intuivano sotto un’attentissima analisi del testo (La terra dei Cachi docet).
L’anima anti-berlusconiana del gruppo era sicuramente rappresentata dal tastierista fondatore della band, Sergio Conforti, alias Rocco Tanica. In quella stessa raccolta pubblicata su Cuore il musicista insieme a Cristina Da Vena proponeva Voglia di Biscione che in una buffissima canzoncina da un minuto e mezzo sbeffeggiava Berlusconi sulle note di una sigla da cartone animato. La copertina di quella edizione di Cuore passò alla storia: “Dopo un giro di consultazioni la nostra serena analisi… Hanno la faccia come il culo”.
Autore di testi feroci, Caparezza (Daniele Salvemini) pubblica nel 2011 una canzone insieme ad Alborosie nella quale il presidente del consiglio legalizza se stesso. Anche in questo caso Berlusconi non viene mai citato direttamente e lo stesso rapper salentino in passato aveva dichiarato con gusto della battuta, che “non era tanto la canzone ad essere ad-personam perché in fondo quello di cui si parla è una strategia”.
Venditti e Berlusconi si conoscevano piuttosto bene. E non si risparmiavano battute sferzanti. Il cantautore, da sempre con simpatie di sinistra, gli dedica una canzone interessante dal titolo Il Sosia in cui si immagina la vita di una persona tale e quale al cavaliere ma comunista e interista.
Una beffa dover interpretare il ruolo del presidente del consiglio in occasioni di massimo rischio, magari mentre lui è a cena o in dolce compagnia, e prendersi i fischi e gli insulti… “Quando sto solo viaggio al posto dell’autista, tornare a casa ogni sera è una conquista di sinistra, internazionalista, una vittoria comunista…”
Nel 2002 i fratelli Vito e Carlo Rossi danno vita a La Famiglia Rossi, gruppo ska con sei album all’attivo e una certa produzione di carattere politico. In Mi sono fatto da solo si fa riferimento a Berlusconi che non viene mai citato. Ma il testo parla di Standa e elicotteri “ma non disdegno la nave sogno di gioventù”.
Il testo è davvero feroce: “Mi sono fatto i cartelli con tutti i capelli che oramai non ho più”, “mi sono fatto sei reti tra trucchi e decreti da grande editor”, “un murator vererabile mi disse sei abile vieni tra noi, ecco il cappuccio e la tessera 1816”. E, soprattutto… “ho sistemato i miei conti e c’è un branco di tonti che mi crede ancor se dico che mi sono fatto da solo”.
Prima di firmare accordi con le reti Mediaset e sposare Chiara Ferragni anche Fedez scopre l’impegno politico e nel 2011 pubblica Penisola che non c’è scrivendo “giornalisti quarto potere, si fanno tutti delle gran pere e fanno finta di non sapere, servilismo vs potere, il presidente va a puttane, Bella Silvio, latin lover troie e ministri ad honorem. Perdita dei sensi, perdita dell’onore”.
Uno dei simboli di un certo tipo di ‘musica contro’ erano sicuramente i CCCP di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni. La band proponeva dal vivo molto spesso una canzone dal titolo Maledirai pubblicata nel 1990, Berlusconi non era ancora entrato in politica. La canzone era un gioco di parole, e quel RAI finale si riferiva ovviamente alla rete pubblica di stato.
Ma il testo in diverse versioni che verranno aggiornate, faranno riferimento alla azienda del gruppo: “Maledirai la Finivest…” scrissero inizialmente. Poi quando la band diventò C.S.I. (Consorzio Suonatori Indipendenti) “Maledirai la Fininvest, forma stato aziendale, politica virtuale”. Il gruppo si sciolse e Zamboni proseguì la sua produzione musicale con orientamenti a sinistra. Splendido il suo libro Bandiera Rossa, pubblicato due anni fa.
Giovanni Lindo Ferretti, scatenando non poche polemiche tra o fedelissimi del gruppo, qualche anno dopo queste stesse produzioni avrebbe dichiarato di essere diventato berlusconiano. Ma anni dopo cambiò di nuovo idea. Proprio oggi Ferretti e Zamboni sono incredibilmente di nuovo insieme alla presentazione di una mostra – CCCP Fedeli alla Linea – in programma a Reggio Emilia.
Bello Figo ha una intera agenda di brani dedicati a persone più o meno famosi. Ovviamente non poteva mancare Berlusconi… Il testo è un’allusione sessuale continua secondo la quale le donne scelgono solo chi ha i soldi o il potere o al limite il loro cugino. Il cognome Berlusconi viene ripetuto una trentina di volte in modo ossessivo tra strofe e ritornello.
Il Nameless Festival è un'esperienza a 360 gradi, che combina la passione per la buona…
Rivelata la classifica inedita dei Rapper italiani più ricchi: ecco chi guadagna di più di…
Alice ha continuato a evolversi come artista, mantenendo viva la sua passione per la musica…
Self Control compie 40 anni e Raf parla del lato oscuro della canzone di fama…
I biglietti del tour di Annalisa stanno andando sold out ma per Milano ci sono…
Un altro anno di grande musica nel cuore verde d'Italia, che quest'anno ospiterà diversi nomi…