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Curiosità

Silvio Berlusconi e la musica: una passione che diventò business

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La scomparsa di Silvio Berlusconi rievoca tutta la sua vita personale e professionale con tanti investmenti nella musica, una grande passione

Silvio Berlusconi, morto oggi, lunedì 12 giugno poco dopo le 9.30 al San Raffaele di Milano, nelle sue molteplici attività ha rappresentato una importanza significativa anche in ambito musicale, soprattutto come produttore ed editore. Ma la musica era una passione personale del cavaliere che fin da giovanissimo aveva cantato e suonato, un po’ per svago ma anche per lavoro.

Cantante e pianista sulle navi da crociera

Il fatto che avesse cantato sulle navi da crociera non era certo un segreto. Lo aveva rivelato lui stesso prima ancora di scendere in politica. E la cosa era diventata parte della sua narrativa personale, spesso presa a prestito anche dai suoi avversari in modo a volte anche un po’ offensivo. Famoso l’aneddoto in cui Berlusconi confessò al Maurizio Costanzo Show, in una lunga intervista esclusiva del 1996, di quando ancora studente si esibiva con un complessino swing insieme a uno dei suoi amici di sempre, Fedele Confalonieri, che lo avrebbe affiancato sia nella sua attività imprenditoria che poi in quella politica.

“Non eravamo particolarmente bravi e avevamo un repertorio decisamente molto scarso – ricordò Berlusconi davanti alle telecamere – una sera avevamo appena finito di cantare una canzone di Renato Rascel e uno dei ragazzi dalla pista si avvicina al microfono e mi dice…. ‘Come prima’… Mi giro verso Confalonieri dicendogli, è piaciuta, poi la rifacciamo…. In realtà voleva sentire Come prima, più di prima di Tony Dallara”.

Dallara, che era presente in platea, rise di gusto.

Silvio Berlusconi, la passione per gli chansonnier

Berlusconi aveva iniziato a suonare il pianoforte fin da ragazzino. Un repertorio classico che quasi immediatamente lo annoiò: “Mi piacevano i classici americani – disse in un’altra intervista – George Gershwin, le grandi orchestre, lo swing, il repertorio francese degli chansonnier e la musica napoletana. A poco a poco iniziai sempre di più a suonare a orecchio. Suonando per il pubblico delle navi da crociera ho imparato moltissimo sui gusti e sulle aspettative della gente. Ci sono state serate in cui potevo stare a suonare per ore senza stancarmi. Il problema è che chi ascoltava si stancava prima, e voleva sempre qualcosa di attuale che a me fondamentalmente non piaceva…”

Berlusconi aveva il gusto della battuta, anche dall’autoironia: anche questa sperimentata quando negli anni ’50 non aveva ancora iniziato la sua ascesa da grande imprenditore. Alle canzoni spesso alternava delle barzellette.

Gli piaceva essere al centro dell’attenzione. Chi ha assistito alle sue convention per Mediolanum, o alle feste del Milan lo ricorderà: se c’era un pianoforte Berlusconi quasi sempre, magari a fine serata, per i pochi amici rimasti, si siedeva alla tastiera e spesso suonava e cantava per i suoi ospiti. Cosa che ha fatto spesso sia a Villa Certosa, in Sardegna, che a Villa San Martino, ad Arcore.

Silvio Berlusconi una grande passione per la musica napoletana – Credit ANSA (velvetmusic.it)

I suoi successi discografici

Parallelamente alla crescita di Canale 5, la sua prima creatura televisiva che poi con Italia 1 e Rete 4 avrebbe dato vita al gruppo Mediaset e alla Fininvest, Silvio Berlusconi fin da subito decise di investire sulle edizioni musicali. Nel 1981 fondò la Five Records: l’idea era quella di commercializzare le colonne sonore delle trasmissioni della rete. Ma le attività della televisione si stavano allargando sempre di più coinvolgendo moltissimi artisti. E Berlusconi incaricò Augusto Martelli, autore di quasi tutti i jingle e le sigle della rete, di esplorare la possibilità di acquisire alcuni artisti.

Per Five Records firmarono alcuni nomi importanti della musica italiana: Patty Pravo, Orietta Berti, Iva Zanicchi, Bruno Lauzi, Gino Paoli. In dieci anni la Five Records diventa una compagnia globale con RTI Music mettendo sotto contratto anche Edoardo Bennato e Adriano Celentano. Negli anni ’90 vende milioni di dischi con tutte le sigle e i brani portati al successo da Striscia la Notizia, Non è la Rai, DeeJay Television. L’azienda passa agilmente a una produzione sempre più ampia e allarga il suo portafoglio acquisendo anche la PDU, leggendario marchio proprietà di Mina che da sempre gestisce tutte le produzioni della cantante.

Nonostante la parte musicale sia in qualche modo passata in secondo piano dopo il 2000, non era più questo il core business del gruppo che si era concentrato quasi esclusivamente su attività finanziarie e televisive, la RTI Music prosegue la sua attività editoriale e di produzione.

Silvio Berlusconi e le sigle

Abbiamo detto di Augusto Martelli, grande musicista che ha legato moltissimi successi alle reti Mediaset. Berlusconi, incurabile perfezionista e uomo che amava avere tutto sotto controllo, quando c’era il lancio di un nuovo jingle o di trasmissioni di grande importanza, chiedeva di poter ascoltare tutto personalmente. Il suo avvallo era fondamentale. Il suo plauso non scontato. Uno degli aneddoti più divertenti sul cavaliere lo ha ricordato proprio Augusto Martelli: “Ero al piano e stavo pasticciando note a caso. A un certo punto Berlusconi fece una battuta e io, un po’ come fanno gli americani, che concludono ogni sketches con un ritmo di batteria o con una cadenza di piano, arrangio tre note in sequenza, tiii-ta-ti-ta-ti-ta-ti…. Tum. Lui si gira e mi dice… bellissimo: fanne un jingle. È andato in onda per più di venti anni”.

Augusto Martelli comporrà l’inno del Milan e quello di Forza Italia: anche quelli avvallanti e approvati personalmente dal cavaliere. Un’altra sigla famosissima approvata da Berlusconi, in onda tutti i giorni, più volte al giorno dal 1992. Quella del TG5: Berlusconi la scelse insieme a Confalonieri e ai produttori della prima edizione del notiziario. Senza un dubbio scelse quella che va in onda ancora oggi, scritta da Patrick Djivas e Franz Di Ciocco, bassista e batterista della PFM: “Andrà in onda così com’è per anni….” disse.

Il Festival di Sanremo, Silvio Berlusconi cantante

Uno dei crucci di Silvio Berlusconi fu il Festival di Sanremo. Il cavaliere aveva pensato per la prima volta di strapparlo alla Rai alla fine degli anni ’80. La sua idea era quello di trasformarlo in un format molto simile a Canzonissima, e dunque con eliminatorie settimanali da settembre a Natale e un gran finale da abbinare a una lotteria nazionale come quella di Capodanno. Il colpo tuttavia non gli riuscì mai, nonostante diversi tentativi, l’ultimo dei quali a metà anni ’90.

Berlusconi acquisì allora il Festival di Napoli che da diversi anni non andava più in onda. Lo rilanciò e lo propose in prima serata, il sabato sera, con tutti i più grandi interpreti di musica napoletana: una sua grandissima passione affidandolo alla conduzione e direzione artistica di Mike Bongiorno. E proprio la musica italiana fu la sua ultima scommessa artistica, con la realizzazione di un disco. Dieci canzoni scritte da lui e dal neomelodico Mariano Apicella con cui si esibiva stesso nelle sue serate estive di Villa Certosa, in Sardegna. Il disco, intitolato Meglio ‘na Canzone, uscì nel 2003 seguito da un secondo album, L’ultimo amore del 2006.

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