Clamorosa sorpresa per i fan del Festival di Napa Valley quando sul palco della rassegna si è presentato insieme ai Dogstar nientemeno che Keanu Reeves
Abbiamo già scritto della grande passione di Keanu Reeves per il rock e per la musica. Ma anche del suo discreto talento. Qualcosa di completamente diverso alla immensa popolarità che gli è piovuta addosso fin dalle sue prime apparizioni cinematografiche.
Agli inizi della sua carriera, quando il suo talento di attore era ancora in formazione, Keanu Reeves iniziò a esprimersi soprattutto come musicista, scrivendo qualche testo e collaborando alla realizzazione di brani. L’ispirazione era grunge, molto vicina al sound di Seattle e ad alcuni punti di riferimento che l’attore indicava come i propri elementi di ispirazione: Cornell e i Soundgarden, Alice in Chains, Rage Against the Machine, i Bush.
Purtroppo accadde quello che si poteva temere. L’immensa popolarità, addirittura precedente a quella di Matrix, lo costrinse a scegliere. Anche perché le richieste cinematografiche finirono per fagocitare quella che poteva essere una carriera musicale promettente.
Reeves non ha mai nascosto la sua nostalgia per il palco. Di tanto in tanto ne ha anche parlato con altri attori che come lui negli ultimi anni hanno espresso una grande passione per il rock. Una passione attiva che si è anche trasferita in dischi, esibizioni e partecipazioni a progetti di una certa importanza. Johnny Depp su tutti: anche lui ha una sua band, gli Hollywood Vampires, ma anche Gerald Butler e Russel Crowe, anche lui ultimamente coinvolto in un progetto rock una band australiana.
“Prima o poi capiterà di nuovo….” aveva dichiarato sette anni fa a chi gli chiedeva se avrebbe di nuovo trovato il tempo per i Dogstar. Ed è capitato…
La band di Keanu Reeves si è ripresentata sul palco a venti anni di distanza dalla sua ultima apparizione live al BottleRock Festival di Napa Valley. Una splendida occasione per riascoltare alcuni brani dei loro primi due album, Our Little Visionary del 1996 e Happy Ending del 2000, e qualche brano del terzo album, che il gruppo ha attualmente in lavorazione.
Il pubblico è stato informato della presenza dei Dogstar, che non suonavano dal vivo dall’ottobre del 2002, solo poche ore prima dell’inizio dello show. E ha apprezzato. Molto interesse anche per le loro nuove canzoni, Glimmer, Flowers e Violation proposte in una scaletta di dodici canzoni e poco più di un’ora.
Reeves come sempre è stato un passo indietro, schierato sulla destra del palco dietro il suo basso davvero poco protagonista rispetto alla popolarità che lo vedrebbe vincere a mani basse. Siamo tornati, si è limitato a dire al microfono salutando il pubblico. Stessa frase che ha espresso sui social pubblicando uno scatto della loro esibizione.
“I Dogstar non sono la band di Keanu Reeves – ha detto ai giornalisti – i Dogstar sono una band, con una loro identità. Se non avessi i miei soci io non suonerei. E tutti devono essere contenti che io suoni, perché amo farlo. Indipendentemente da quello che può essere il successo o il riscontro che abbiamo”.
La band vede l’attore affiancato da Robert Mailhouse, un altro attore – suo amico di vecchia data – particolarmente noto negli USA per le sue parti in fiction di una certa popolarità come Seinfeld, e il chitarrista e frontman Bret Domrose.
I Dogstar stanno per annunciare un tour più ampio a sostegno del loro nuovo album la cui pubblicazione non è ancora stata annunciata. L’impressione è che questo impegno rallenterà un pochino l’agenda cinematografica di Reeves che al momento, dopo il successo di John Wick 3, non ha progetti imminenti che richiedano obblighi promozionali nell’immediato futuro.
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