Roger Waters ha deciso di rispondere a tono alle accuse che gli sono piovute dopo i suoi show tedeschi che hanno provocato una indagine della procura di Berlino
“Una campagna diffamatoria di chi parla senza sapere, di chi non conosce e non ha alcun interessa a conoscere e a capire. Sono attacchi gratuiti e in malafede di chi vuole diffamarmi e mettermi a tacere perché non è d’accordo con le mie opinioni politiche e i miei principi morali”.
È questa la posizione ufficiale di Roger Waters relativamente alle accuse di simpatie naziste e antisemite che lo hanno colpito a margine dei concerti tedeschi del suo This is not a Drill Tour, visto in Italia a Bologna e Milano e recentemente passato davanti anche ai suoi fan tedeschi.
Il concerto era stato accompagnato da forti polemiche legate ad alcune dichiarazioni forti, in particolare da parte di Polly Samson, la moglie di David Gilmour, affermata scrittrice che lo aveva definito “un’ipocrita antisemita marcio fino al midollo”.
In realtà in un momento in cui il confronto politico in Germania sui temi dell’intolleranza e del razzismo è particolarmente teso, Roger Waters sembra davvero essere il classico amplificatore a tutto volume a vantaggio di politici, opinionisti e influencer.
Roger Waters fa uso di simboli volutamente di rottura: si veste da gerarca con un lungo impermeabile di pelle nero, impugna un mitra con il quale spara sulla folla, invita il pubblico ad asservirsi e rispettare i leader. Provocazioni, che servono a dimostrare la tesi esattamente contraria. Quell’antimilitarismo pacifista di cui Roger Waters è esponente da sempre e che affonda le sue radici nel fatto di avere perso il padre in guerra, in Italia durante la seconda guerra mondiale. Un padre che non ha di fatto mai nemmeno conosciuto.
Waters ne aveva parlato anche nel corso del documentario su The Wall, nel corso del quale tornava in Italia per visitare la tomba del padre e dei militari inglesi caduti tra Anzio e Cassino.
“Non c’è niente di più lontano da me che definirmi antisemita o nazista. Non tollero le guerre. Tutte. Non sopporto il clima che circonda qualsiasi conflitto in cui i potenti si spartiscono il business di armi e ricostruzione… ciclicamente il mondo ci ricasca. La storia non ci ha insegnato niente. E io mi limito a raccontare la storia a chi magari non ha avuto la pazienza di leggerla”
Il primo costume da gerarca compare nel film The Wall del 1980 e in tutti i concerti dei Pink Floyd così come in quelli solisti. Waters si sarà esibito almeno una dozzina di volte solo in Germania con le stesse canzoni, la stessa scenografia e gli stessi costumi. Impermeabile e i martelli incrociati, spesso replicati dal pubblico con il tradizionale gesto dei pugni incrociati. Lo stesso dei prigionieri politici…
“Gli elementi della mia performance che sono stati messi in discussione sono chiaramente una dichiarazione in opposizione al fascismo, all’ingiustizia e al fanatismo in tutte le sue forme – scrive Waters – i tentativi di ritrarre quegli elementi come qualcos’altro sono falsi e motivati da un punto di vista politico”.
Waters ha anche spiegato il significato della presenza della foto di Anna Frank in un segmento dello show, insieme a quelle di molte altre vittime di guerre e persecuzioni: “Il nome di Anne Frank veniva spesso pronunciato in casa nostra dopo la guerra ed è diventata un promemoria permanente di ciò che accade quando il fascismo viene lasciato senza controllo. I miei genitori hanno combattuto i nazisti nella seconda guerra mondiale e mio padre ne ha pagato il prezzo più alto. Ho impegnato tutta la mia vita a denunciare autoritarismo, dittatura e oppressione ovunque la vedessi e continuerò a farlo. Chi mi attacca non ha mai letto, sentito o comunque approfondito quello che negli anni ho scritto contro qualsiasi forma di ingiustizia”.
Intanto il tour prosegue. Oggi l’ultima data in Germania, a Francoforte, la data che in un primo momento era stata bloccata. Poi il ritorno in Gran Bretagna. Da ottobre il lungo segmento in Sudamerica. Proseguono invece le proiezioni del concerto This is not a Drill nei cinema.
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