Splendido fuori programma nella tappa di Boston dei Foo Fighters che sono ripartiti alla grande con un nuovo tour mondiale
C’era tanta, tantissima attesa per il ritorno sul palco dei Foo Fighters che sono ripartiti con un nuovo live a quattordici mesi di distanza dalla drammatica morte di Taylor Hawkins e che proprio in questi giorni lanciano il loro nuovo lavoro in studio, But Here We Are.
Foo Fighters, un ritorno stellare
Dopo moltissime speculazioni la band ha riportato sul palco la formazione consueta costruita elemento dopo elemento da Dave Grohl fin dalla genesi della band. E dietro la batteria, a raccogliere la pesantissima eredità di Taylor Hawkins, è stato chiamato Josh Freese, fenomenale musicista con un curriculum di altissimo livello. Ma, cosa più importante, oltre a tutta una serie di collaborazioni straordinarie in tour e in studio, Freese è un grandissimo amico di Taylor e un grande ammiratore del lavoro di Dave Grohl e della band.
La chimica è stata subito molto evidente fin dallo show visto in streaming pochi giorni fa, una decina di canzoni in tutto in vista della partenza del tour. Il primo show è stato salutato dal pubblico con grande entusiasmo.
Arriva Josh Freese
Non un caso che Dave Grohl abbia scelto proprio una canzone di Taylor Hawkins, Cold Day in the Sun, per introdurre al pubblico il nuovo elemento, perfettamente a suo agio, sorridente e divertito.
Le immagini del live di Gilford, New Hampshire, hanno ovviamente fatto il giro del mondo e
sono state accolte dal pubblico con davvero tanto entusiasmo. In attesa di vederli in Europa, due sole date in Germania – al Nurburgring e al Rock Im Park di Norimberga – i Foo Fighters si sono esibiti al Festival Boston Calling e nello stupore generale Dave Grohl ha chiesto al pubblico di accogliere uno dei suoi batteristi preferiti al mondo.
Ritorna Shane Hawkins
Da dietro la batteria è comparso Shane Hawkins, il figlio 17enne di Taylor. Il ragazzo è adorato dai fan dei Foo Fighters non solo per la tragedia umana e personale che lo ha colpito ma anche perché fin da quand’era piccolissimo era solito suonare la sua piccola batteria dietro quella del padre, inquadrato molto spesso da fotografi e telecamere. La somiglianza con Taylor, scomparso a soli 50 anni, è davvero impressionante. Anche nello stile, nelle smorfie e nella carica fisica con la quale suona.
Shane ha sistemato seggiolino e drum set chiedendo a Dave Grohl di dire qualcosa. L’operazione ha richiesto un paio di minuti: Dave si è anche divertito a prenderlo in giro… “fai pure con calma Shane….”
Poi il giovanissimo Hawkins ha attaccato (mentre Grohl stava ancora parlando sorprendendo tutta la band!) uno dei classici dei Foos, la vecchissima I’ll Stick Around.
Shane aveva suonato anche nel live tributo dedicato al padre sia a Londra che a Los Angeles picchiando come un forsennato sulle note di un altro classico, My Hero.
Queste le immagini di Shane Hawkins di nuovo sul palco con i Foo Fighters
Questa la sua splendida performance a Londra in My Hero