Maz Pezzali chiude una primavera di oltre 30 sold out nei palazzetti italiani con un super evento ricco di grandi ospiti.
Oltre 30 date, tutte sold out, che hanno confermato il profondo legame tra Max Pezzali e il pubblico italiano. Così come sono 30 gli anni da festeggiare per l’artista di Pavia.
Era il ’92 quando due giovanissimi Mauro Repetto e Max Pezzali – scoperti da Claudio Cecchetto – pubblicarono il primo album degli 883, Hanno ucciso l’uomo ragno. Il resto è storia della musica nostrana, fatta di successi indimenticabili che sono entrati di diritto nella cultura pop nostrana. Per festeggiare i 30 di grandi successi, lo scorso anno i due hanno dato vita ad un straordinario tour terminato appena poche settimane fa. Ma non è certo finita qui.
Il grande evento al Circo Massimo
Non è finita, dicevamo. Perché dopo 30 date in giro per l’Italia, tutte sold out, il grande ritorno di una delle band più amate di sempre merita una chiusura magistrale. E quale posto migliore del Circo Massimo? Sabato 2 settembre, infatti, nella cornice romana, ci sarà il grande evento che sa di festa, chiamato Circo Max. Si tratta della prima esibizione di Pezzali al Circo Massimo e sarà una festa della musica, con tantissimi ospiti. Qualche nome? Tra quelli annunciati – e tanti altri ne arriveranno nelle prossime settimane – Articolo 31, Colapesce e Dimartino, Dargen D’Amico, Lazza, Paola e Chiara e Sangiovanni.
Ma non è tutto: spazio anche ad un ampio Deejay Time – Special set, con Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso. Radio Italia sarà la partner ufficiale del grande evento, una tappa estiva open air di Max Pezzali, che abbraccerà due generazioni diverse accomunate dall’affetto per l’artista pavese. Nella giornata di oggi, Max Pezzali – accolto al Campidoglio dal Sindaco Gualtieri e dall’Assessore Onorato – ha parlato proprio del grande evento di settembre:
Ha spiegato: “Non sto facendo il boomer, eh. Gli artisti di adesso sono pazzeschi e scrivono da Dio. Noi scrivevamo tra virgolette come alle medie. Però questa ingenuità rimane nel passaggio da generazione a generazione. Mi piacerebbe rappresentare un modello facile, più o meno: ‘Se ce l’ha fatta lui, possono farcela tutti’. Io e Mauro Repetto (883, ndr) eravamo due tamarri qualunque di provincia senza quelle caratteristiche da campione. Eravamo dei ragazzi medi”.