All’Eurovision Song Contest 2023, solo quarto Marco Mengoni con la sua Due Vite in una edizione che vede rispettivamente Svezia, Finlandia e Israele ai primi tre posti
Una vittoria netta, ma non particolarmente convincente quella della svedese Loreen che riconquista la prima posizione dell’Eurovision Song Contest a distanza di undici anni dalla sua vittoria del 2012.
La sua canzone Tattoo non è particolarmente bella. E dà l’idea di una scopiazzatura non troppo originale. Ma in una competizione dove a dominare è soprattutto la proposta visual, così come la vittoria dei Maneskin aveva pienamente dimostrato due anni fa, Loreen dimostra di essere l’artista probabilmente più completa.
L’esplosiva sensualità della sua esibizione con un vestito nude look che lascia pochissimo spazio all’immaginazione, una produzione estremamente moderna e molto attuale, oltre a un contesto in cui la splendida cantante svedese di origine mediorientale (il suo vero nome è Lorine Zineb Noran Talhaboui) balla all’interno di un claustrofobico cubo di luce, conquistano sia il pubblico delle giurie che quello del televoto.
Che tuttavia la pone al secondo posto, alle spalle della bizzarra Cha Cha Cha del finlandese Kaarija, canzone che si farà ballare per tutta l’estate. Ma la somma delle due votazioni distinte premia Loreen con la Finlandia seconda e Israele terza.
Marco Mengoni viene invece premiato dalla critica. Ovvero dai voti dei giornalisti accreditati a capo delle varie giurie di qualità. Una bella soddisfazione che sottolinea quanto la proposta artistica del cantante italiano fosse davvero di alto livello. In classifica generale Mengoni è ‘solo’ quarto con Due vite.
Molto bravo, pure troppo in un contesto dove il trash e la bizzarria premiano molto più della voce e della proposta musicale. Tattoo è un brano scaltro, che dà l’idea di qualcosa di già ascoltato. Cha Cha Cha, una canzone che parla di sbronze con un testo delirante e incomprensibile del quale si capisce solo il titolo – cantato a squarciagola dal pubblico di Liverpool che l’ha amato fin dalle prove – è invece una canzone perfetta per l’Eurofestival.
Così come quella dell’israeliana Noa Kirel che sembra uscita da un film teen-ager della Disney e canta una canzone il cui titolo – Unicorn – è tutto un programma. A votare all’Eurovision sono soprattutto i teen ager.
In un contesto del genere non può dispiacere il quarto posto di Mengoni che si è presentato sul palco con la bandiera italiana e quella arcobaleno. Il cantante di Due Vite ha ottenuto dodici punti, il massimo, da San Marino Croazia e Romania anche se con le giurie di qualità si è fermato molto al di sotto della Svezia. Terzo con 176 punti, uno al di sotto di Israele e poco più della metà delle preferenze rispetto alla Svezia. Il televoto ha poi premiato la Finlandia (376 punti, la più votata in assoluto dal pubblico a casa): un plebiscito. Abbastanza per scavalcare Mengoni (174) ma non per battere la Svezia.
La serata è stata piacevole: sprazzi di Italia con la ligure Alessandra Mele quinta assoluta a rappresentare la Norvegia – il paese di sua madre – con Queens of Kings – e un emozionatissimo Mahmood che ha cantato Imagine nel segmento dedicato a Liverpool. Un bel momento nel quale l’interpretazione del due volte vincitore di Sanremo non è stata tuttavia impeccabile.
Sono molte le cose di cui si parlerà in questa 67esima edizione. La bruttezza di alcune canzoni, davvero impresentabili (Germania, Albania e Australia le peggiori in assoluto).Ma ci sono state alcune canzoni davvero piacevoli. Da paesi emergenti come Lituania ed Estonia, tra le migliori anche nelle nostre pagelle.
Il messaggio di sostegno all’Ucraina che arriva a più riprese scandito nei colori sul palco, nei riferimenti tra brani, testi e scenografie degli artisti. Ma anche un gusto per il trash a volte davvero eccessivo.
Tra le cose più sorprendenti il gruppo croato dei Let 3 che chiude in 13esima posizione con quello che potrebbe diventare un vero tormentone: si intitola Mama SC ed è una velenosissima presa in giro di Putin e Lukashenko.
La band, un gruppo che propone punk da almeno trent’anni, si propone con travestimenti che ricordano dittatori sanguinari e guerrafondai con tanto di missili sul palco. Il testo, spassoso, è una filastrocca che dice… “Mamma ha comprato un trattore”. E si riferisce a russi e bielorussi: che a corto di carri armati vanno verso l’armageddon impegnando i trattori ancora funzionanti. La prossima edizione dell’Eurofestival, la 68esima, si terrà dunque in Svezia.
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